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Riders N106

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<strong>Riders</strong> La Terza Prove<br />

Q<br />

uando un pezzo di ferro si fa carne per diventare<br />

mito, quasi come fosse il personaggio di<br />

un romanzo, lo fa attraverso la grandezza definitiva<br />

della gloria sportiva. Eppure, come<br />

ricorda l’ex pilota automobilistico David<br />

Hobbs, a volte non è necessario arrivarci grazie<br />

all’onore della vittoria: «The Sunoco-<br />

Penske Ferrari set a trend but it was incredible how that car<br />

has become so iconic considering it never actually won a<br />

race!». Hobbs sintetizza così l’immagine della Ferrari 512 M<br />

sponsorizzata Sunoco e da lui guidata nel 1971 come pilota<br />

ufficiale del team Penske nelle gare di endurance. Quell’auto,<br />

dipinta con i colori della compagnia petrolifera americana e<br />

con le parti in alluminio lucidate a specchio, ha definito lo<br />

stile delle future auto da corsa senza riuscire mai a portare a<br />

casa un successo. Christian Moretti di Plan B Motorcycles,<br />

in quella Ferrari 512 M ha trovato l’ispirazione per definire<br />

forma e materia del suo ultimo progetto, una Benelli quattro<br />

cilindri chiamata appunto 512M. «Mi è capitata tra le<br />

mani questa Benelli 354, una motocicletta che al tempo non<br />

ha vissuto una stagione particolarmente fortunata. Ho pensato<br />

perciò di regalarle quella dignità sportiva che non<br />

avrebbe mai potuto permettersi celebrando sulla sua pelle la<br />

storia del motorsport, in gran parte una storia italiana».<br />

Rimane alquanto insolito che tutto questo nasca attorno a<br />

una Ferrari non colorata di rosso e priva dei più classici riferimenti<br />

dell’iconografia da corsa all’italiana. Dal punto di vista<br />

stilistico, è stato probabilmente un bel vantaggio sdoganarsi<br />

da quel vincolo cromatico. Per nulla scontata<br />

esteticamente, la 512M di Plan B non lo è nemmeno dal punto<br />

di vista tecnico.<br />

Per cominciare, la sigla 512 diventa un po’ più credibile grazie<br />

alla scelta di montare il motore della versione 504, il<br />

quattro cilindri da 498 di cilindrata. In questo modo le prestazioni<br />

a livello di potenza sono quasi il doppio e arrivano<br />

a sfiorare i 60 cavalli. Il telaio della 354 ospita il maggiore<br />

ingombro del nuovo motore senza problemi anche se in origine<br />

questo era stato pensato per una struttura più robusta.<br />

L’intera parte posteriore è stata tagliata e al posto dei due<br />

ammortizzatori c’è ora un monoshock di Gears Racing<br />

completamente regolabile. Le modifiche sono ovviamente<br />

nella direzione dell’alleggerimento e della pulizia d’insieme,<br />

si sa che la densità dei volumi in gioco genera<br />

spesso confusione. Ecco che la coda di un vecchio TZ, affettata<br />

e rimodellata attorno a un nuovo telaietto in alluminio,<br />

non è il solito prosaico esercizio di stile ma contiene anche<br />

batteria, fusibili e cablaggi vari.<br />

La base di partenza del nuovo serbatoio è invece irriconoscibile.<br />

Difficile individuare le linee di una Norton Electra dopo<br />

la generosa seduta di stretching a cui lo ha sottoposto Christian.<br />

La nota singolare dell’intervento di Plan B è il posizionamento<br />

dello strano manubrio, montato in posizione molto<br />

avanzata, ad allungare così la posizione di guida caricando<br />

maggiormente l’avantreno.<br />

continua a pagina 58<br />

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