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<strong>Riders</strong> La Terza Prove<br />
ZAETA POTRÀ ANCHE<br />
ESSERE PALESTRA DI<br />
ESERCIZIO PER BUILDER<br />
E STILISTI VARI MA<br />
SENZA L’IMMAGINARIO<br />
EROTICO EVOCATO DALLE<br />
CORSE, SAREBBE UN<br />
PROGETTO INCOMPLETO<br />
Un dettaglio dei cerchi Kineo, ricavati da grezzi forgiati in lega<br />
leggera, prodotti dalla In-Motion di Giulio Bernardelle. Pensati per<br />
i tubeless, non hanno fori per i nippli come i cerchi tradizionali.<br />
Sono le ruote a raggi meglio bilanciate e più leggere sul mercato.<br />
P<br />
ista da speedway di Giavera del Montello, 25<br />
settembre 2009. In un anacronistico anello in<br />
terra rossa, ancora recintato dalle tavole di legno,<br />
un visionario imprenditore veronese accoglie<br />
un manipolo di giornalisti del settore e presenta<br />
Zaeta, motocicletta italiana da flat track.<br />
Zaeta lascia subito il segno, e non solo per le traiettorie disegnate<br />
sulle curve di una pista che sta per essere abbandonata<br />
per sempre. A distanza di otto anni, la terra rossa<br />
dello speedway è ancora lo scenario ideale del progetto. Paolo<br />
Chiaia, il visionario, ha oggi nuovi compagni di viaggio, Matteo<br />
Uliassi nella struttura societaria e Giulio Bernardelle, ingegnere<br />
a capo di In-Motion, per la parte tecnica. Anche la moto è<br />
cambiata parecchio. Abbandonata presto la conformazione<br />
classica del telaio in acciaio a doppia culla per una struttura in<br />
alluminio ricavata dal pieno a culla aperta, Zaeta è passata<br />
attraverso qualche impeto creativo di tendenza e alcune interpretazioni<br />
di rilievo. Le più recenti, quella sviluppata da El Solitario,<br />
con una forcella girder ricavata dal pieno e realizzata da<br />
In-Motion, e la declinazione cafe racer di Nicola Martini. Però<br />
Zaeta è soprattutto una bestia da palcoscenico. Zaeta è racing,<br />
nata attorno a un cuore pulsante come il motore italiano<br />
TM che rappresenta la quintessenza dei single a<br />
quattro tempi da gara. Zaeta potrà anche essere palestra di<br />
esercizio per builder, stilisti e manicure varie ma senza l’immaginario<br />
erotico evocato dalle corse, rimarrebbe un progetto<br />
incompleto. «Lo sviluppo della DT450RSi da gara è uno degli<br />
obiettivi. La versione definitiva debutterà, nei nostri piani, al<br />
Superprestigio Dirt Track del 16 dicembre a Barcellona. Da lì<br />
in poi sarà disponibile per i clienti/piloti». Giulio Bernardelle<br />
spiega cosa sta succedendo attorno all’impegno agonistico di<br />
Zaeta nel campionato italiano di flat track. «Il passaggio al<br />
motore da 450cc a iniezione è dovuto alla modifica del regolamento<br />
tecnico FIM che dallo scorso anno limita la cilindrata<br />
massima ammessa e alla nostra intenzione di poter far correre<br />
la moto negli Stati Uniti dove le competizioni sono regolamentate<br />
dalla AMA». Il motore Zaeta differisce però in molti<br />
dettagli dalla versione racing prodotta da TM. Lo scarico, per<br />
esempio, è stato sviluppato con il supporto di HP Corse su<br />
progetto di In-Motion. L’aspirazione sfrutta una serie di particolari<br />
realizzati per migliorare l’erogazione della potenza. Negli<br />
anni passati il motore era il 530 a carburatore. Ora, con il<br />
passaggio all’iniezione elettronica, l’arco di utilizzo del motore<br />
è maggiore. La potenza massima è rimasta uguale ma la piccola<br />
perdita di coppia rispetto al motore da 530cc è stata ampiamente<br />
compensata da una migliore trattabilità.<br />
Francesco Cecchini è il pilota scelto per portare avanti lo sviluppo<br />
della moto: «Le modifiche apportate alla moto sono state<br />
determinanti perché così com’era configurata non era proprio<br />
tagliata per il mio stile di guida. Tra il lavoro sulla ciclistica<br />
e la linearità del motore in apertura di gas abbiamo trovato la<br />
strada giusta. All’esordio qui a Lonigo ho vinto in tutte le uscite<br />
per cui abbiamo già in mano dei dati positivi sui quali lavorare».<br />
Giulio Bernardelle ha grande fiducia nelle doti di Cecchini:<br />
«Al momento non vedo giovani piloti forti come<br />
Francesco, che tra l’altro ha un contratto con il team Alonso<br />
per le gare nei campionati spagnoli e in Coppa del Mondo per<br />
correre con le loro Honda. Al Superprestigio vorremmo arrivarci<br />
con lui ma deciderà liberamente in base ai suoi impegni.<br />
Di sicuro il supporto tecnico/logistico sarà a cura della struttura<br />
di Fabrizio Cecchini». Fabrizio Cecchini, capo tecnico<br />
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