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Riders N106

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<strong>Riders</strong> La Terza Prove<br />

ZAETA POTRÀ ANCHE<br />

ESSERE PALESTRA DI<br />

ESERCIZIO PER BUILDER<br />

E STILISTI VARI MA<br />

SENZA L’IMMAGINARIO<br />

EROTICO EVOCATO DALLE<br />

CORSE, SAREBBE UN<br />

PROGETTO INCOMPLETO<br />

Un dettaglio dei cerchi Kineo, ricavati da grezzi forgiati in lega<br />

leggera, prodotti dalla In-Motion di Giulio Bernardelle. Pensati per<br />

i tubeless, non hanno fori per i nippli come i cerchi tradizionali.<br />

Sono le ruote a raggi meglio bilanciate e più leggere sul mercato.<br />

P<br />

ista da speedway di Giavera del Montello, 25<br />

settembre 2009. In un anacronistico anello in<br />

terra rossa, ancora recintato dalle tavole di legno,<br />

un visionario imprenditore veronese accoglie<br />

un manipolo di giornalisti del settore e presenta<br />

Zaeta, motocicletta italiana da flat track.<br />

Zaeta lascia subito il segno, e non solo per le traiettorie disegnate<br />

sulle curve di una pista che sta per essere abbandonata<br />

per sempre. A distanza di otto anni, la terra rossa<br />

dello speedway è ancora lo scenario ideale del progetto. Paolo<br />

Chiaia, il visionario, ha oggi nuovi compagni di viaggio, Matteo<br />

Uliassi nella struttura societaria e Giulio Bernardelle, ingegnere<br />

a capo di In-Motion, per la parte tecnica. Anche la moto è<br />

cambiata parecchio. Abbandonata presto la conformazione<br />

classica del telaio in acciaio a doppia culla per una struttura in<br />

alluminio ricavata dal pieno a culla aperta, Zaeta è passata<br />

attraverso qualche impeto creativo di tendenza e alcune interpretazioni<br />

di rilievo. Le più recenti, quella sviluppata da El Solitario,<br />

con una forcella girder ricavata dal pieno e realizzata da<br />

In-Motion, e la declinazione cafe racer di Nicola Martini. Però<br />

Zaeta è soprattutto una bestia da palcoscenico. Zaeta è racing,<br />

nata attorno a un cuore pulsante come il motore italiano<br />

TM che rappresenta la quintessenza dei single a<br />

quattro tempi da gara. Zaeta potrà anche essere palestra di<br />

esercizio per builder, stilisti e manicure varie ma senza l’immaginario<br />

erotico evocato dalle corse, rimarrebbe un progetto<br />

incompleto. «Lo sviluppo della DT450RSi da gara è uno degli<br />

obiettivi. La versione definitiva debutterà, nei nostri piani, al<br />

Superprestigio Dirt Track del 16 dicembre a Barcellona. Da lì<br />

in poi sarà disponibile per i clienti/piloti». Giulio Bernardelle<br />

spiega cosa sta succedendo attorno all’impegno agonistico di<br />

Zaeta nel campionato italiano di flat track. «Il passaggio al<br />

motore da 450cc a iniezione è dovuto alla modifica del regolamento<br />

tecnico FIM che dallo scorso anno limita la cilindrata<br />

massima ammessa e alla nostra intenzione di poter far correre<br />

la moto negli Stati Uniti dove le competizioni sono regolamentate<br />

dalla AMA». Il motore Zaeta differisce però in molti<br />

dettagli dalla versione racing prodotta da TM. Lo scarico, per<br />

esempio, è stato sviluppato con il supporto di HP Corse su<br />

progetto di In-Motion. L’aspirazione sfrutta una serie di particolari<br />

realizzati per migliorare l’erogazione della potenza. Negli<br />

anni passati il motore era il 530 a carburatore. Ora, con il<br />

passaggio all’iniezione elettronica, l’arco di utilizzo del motore<br />

è maggiore. La potenza massima è rimasta uguale ma la piccola<br />

perdita di coppia rispetto al motore da 530cc è stata ampiamente<br />

compensata da una migliore trattabilità.<br />

Francesco Cecchini è il pilota scelto per portare avanti lo sviluppo<br />

della moto: «Le modifiche apportate alla moto sono state<br />

determinanti perché così com’era configurata non era proprio<br />

tagliata per il mio stile di guida. Tra il lavoro sulla ciclistica<br />

e la linearità del motore in apertura di gas abbiamo trovato la<br />

strada giusta. All’esordio qui a Lonigo ho vinto in tutte le uscite<br />

per cui abbiamo già in mano dei dati positivi sui quali lavorare».<br />

Giulio Bernardelle ha grande fiducia nelle doti di Cecchini:<br />

«Al momento non vedo giovani piloti forti come<br />

Francesco, che tra l’altro ha un contratto con il team Alonso<br />

per le gare nei campionati spagnoli e in Coppa del Mondo per<br />

correre con le loro Honda. Al Superprestigio vorremmo arrivarci<br />

con lui ma deciderà liberamente in base ai suoi impegni.<br />

Di sicuro il supporto tecnico/logistico sarà a cura della struttura<br />

di Fabrizio Cecchini». Fabrizio Cecchini, capo tecnico<br />

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