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Jolly Roger Magazine numero IX, anno I. Letteratura, attualità e arte.

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Come ti rapporti con la critica?<br />

Le tue opere hanno avuto<br />

qualche recensione?<br />

Ho avuto moltissime recensioni,<br />

per essere un autore con<br />

solo tre libri ne ho avuto davvero<br />

tante. Alcune anche su siti<br />

internet importanti come Critica<br />

Letteraria, o Cultura al Femminile,<br />

o Leggo ciò che voglio.<br />

Spesso anche sui quotidiani<br />

e riviste culturali Sarde, AN-<br />

TAS, ad esempio. Con la critica<br />

mi rapporto benissimo, anche<br />

perché fin ora è stata molto<br />

benevola. Forse anche più del<br />

pubblico. Anzi devo dire che<br />

gli apprezzamenti più positivi<br />

mi arrivano più da altri scrittori<br />

e recensori che dal pubblico in<br />

generale.<br />

Veniamo al tuo ultimo lavoro:<br />

la raccolta di racconti intitolata<br />

Frammenti slegati, edita da<br />

Il seme bianco. Come mai la<br />

scelta proprio dei racconti?<br />

Sono d’accordo con te: abbiamo<br />

un’idea strana dei racconti.<br />

Durante le presentazioni degli<br />

altri due miei libri non mi<br />

hanno mai chiesto «come mai<br />

un romanzo?», mentre per Fotogrammi<br />

slegati mi chiedono<br />

sempre il perché della scelta<br />

dei racconti. Perché? In realtà<br />

io non faccio una distinzione<br />

così netta; considera che il mio<br />

primo romanzo, Il giorno della<br />

tartaruga, era nato e pensato<br />

per essere un racconto. Poi,<br />

nonostante me, si è sviluppato<br />

fino a diventare un romanzo. E<br />

al contrario, uno dei racconti<br />

dell’ultimo libro l’ho iniziato<br />

con l’dea di fare un romanzo.<br />

Poi invece la storia ha trovato il<br />

suo sbocco naturale in una lunghezza<br />

molto più contenuta, ed<br />

ecco il racconto. E comunque è<br />

giusta la tua domanda perché a<br />

ben guardare racconto e romanzo<br />

sono due generi diversi, con<br />

un passo ben diverso. E allora<br />

ti rispondo che mi ispirava il<br />

passo veloce del racconto, immediato,<br />

senza mai poter deragliare<br />

dalla strada principale.<br />

Comunque la linea di confine<br />

tra i due generi rimane molto<br />

sfumata.<br />

Visti i temi abbastanza delicati<br />

e di alto valore sociale affrontati<br />

nelle pagine che hai scritto,<br />

quale messaggio speri che<br />

arrivi agli occhi, e non solo<br />

occhi, dei lettori?<br />

Grazie del complimento, in realtà<br />

come scrittore sai benissimo<br />

che ti immergi nelle tematiche<br />

che ti affascinano, e perché<br />

ti ispirano. Senza pensare a<br />

quale sia il gradiente del valore<br />

di quel tema. La meraviglia<br />

della scrittura è quella di poter<br />

spaziare in senso traversale in<br />

tutto il magma che bolle, senza<br />

bruciarsi. Se poi da tutto questo<br />

son riuscito a trasmettere l’orrore<br />

del femminicidio, o la voglia<br />

di salvarsi dai momenti più<br />

bassi, o l’idea che non si ha mai<br />

perso del tutto, se così fossi, ne<br />

sarei ben felice.<br />

Che genesi ha avuto quest’opera<br />

che, tra gli altri, contiene<br />

anche un racconto come dire<br />

“autobiografico”?<br />

Il racconto autobiografico, sulla<br />

maratona, è realmente vissuto<br />

in ogni riga, in ogni parola. E<br />

deriva dalla immensa emozione<br />

di concludere una impresa durissima<br />

per poi cadere svenuti.<br />

la bettola dei pirati<br />

E alla fine può rappresentare<br />

qualunque cosa, della vita di<br />

ognuno, che costa sacrificio<br />

e fatica, dura da conquistare.<br />

Così questo racconto ha avuto<br />

la sua genesi in uno scampolo<br />

di vita mia, ma potrebbe essere<br />

di chiunque. Altri pezzi partono<br />

da emozione registrate, sfiorate,<br />

o semplicemente riferite, o<br />

soltanto immaginate, ma che<br />

ti toccano in profondità Tu, da<br />

scrittore, sai bene che spesso la<br />

storia da raccontare viene da te<br />

per caso, ti fa gli occhi dolci, ti<br />

conquista e non ti lascia in pace<br />

finché non la scrivi.<br />

Hai dei sogni o dei manoscritti<br />

nel cassetto, ossia; cosa vorresti<br />

fare da “grande”?<br />

Dei sogni? Scherzi, non riesco<br />

a contenere tutti i sogni che<br />

ho! Tu, da autore, non ne sarai<br />

sorpreso. Un bellissimo verso<br />

di Rudyard Kipling dice: «Se<br />

riesci a sognare e non fare del<br />

sogno il tuo padrone», che mi<br />

pare colga il senso profondo<br />

del sognare. Dopo il mio ultimo<br />

libro non ho già altri manoscritti<br />

nel cassetto, ma sicuramente<br />

tanti progetti, tante emozioni<br />

già acquisite e strutturate da<br />

scrivere. Ecco, da “grande” il<br />

sogno sarebbe di occuparmi di<br />

scrittura a tempo pieno.<br />

In fine sono io che ti ringrazio<br />

tantissimo per avermi condotto<br />

con le tue domande stimolanti<br />

in un bel giro dentro me stesso;<br />

con considerazioni che mi<br />

hanno anche sorpreso. È stato<br />

un grande piacere, e di questo<br />

ti ringrazio.<br />

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ANNO I • NUMERO IX • novembre 2<strong>01</strong>8

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