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on writing<br />
on writing<br />
i “pericoli” del legal thriller<br />
Esperienza forense & bucce di banana<br />
di Wladimiro Borchi<br />
Wladimiro Borchi si prende una meritata pausa dalla rubrica “Lex dure Lex”, ma non ci<br />
abbandona. Ecco infatti il primo di una serie di articoli nei quali in nostro Principe del Foro<br />
preferito elargisce una serie di utilissimi consigli per coloro che hanno la necessità di un’ambientazione<br />
legalese nel proprio romanzo, ma vorrebbero evitare di scivolare sulla proverbiale<br />
buccia di banana che è sempre in agguato. Buona lettura.<br />
L’UDIENZA<br />
DI CONVALIDA<br />
Per tentare di non annoiarvi,<br />
questa volta ho deciso di iniziare<br />
con l’estratto di un legalthriller<br />
scritto da uno dei più<br />
ignoti scrittori italiani, che racconta,<br />
appunto, un’udienza di<br />
convalida dall’inizio alla fine.<br />
“«Per insegnare a un bambino<br />
a stare a galla bisogna avere il<br />
coraggio di buttarlo in mare!»<br />
Te lo ripeteva il tuo dominus<br />
tutte le volte in cui pretendeva<br />
da te coraggio e determinazione.<br />
Tutte le volte in cui ti lanciava<br />
in pasto agli squali. Hai<br />
imparato così, senza fare grossi<br />
ripassi di interi manuali di diritto,<br />
ma affrontando ogni singolo<br />
processo come se fosse la<br />
prima volta che sentivi parlare<br />
di quell’argomento.<br />
Non hai mai studiato per il piacere<br />
di sapere, di conoscere.<br />
Hai sempre soltanto studiato<br />
quel singolo argomento per<br />
avere gli strumenti che ti sarebbero<br />
serviti ad affrontare quella<br />
difesa. Col tempo hai imparato<br />
molto, forse più di coloro che si<br />
sono fatti grosse studiate su differenti<br />
manuali per approfondire<br />
tutto lo scibile giuridico.<br />
Il rito penale l’hai imparato<br />
mentre si celebrava, andando<br />
allo sbaraglio. Le tue prime eccezioni<br />
sono state risibili e ben<br />
poco fondate, ma col tempo hai<br />
aggiustato il tiro.<br />
Subito dopo il giuramento hai<br />
aperto il tuo studio, tutto da<br />
solo; o meglio, hai iniziato la<br />
professione in quella stanzetta<br />
in uno studio di commercialisti<br />
che affittavi per pochi euro al<br />
mese.<br />
Per racimolare un po’ di lavoro<br />
in più hai fatto il corso come<br />
difensore di ufficio e ora sei<br />
iscritto nelle liste.<br />
Bene! C’è da esserne orgogliosi<br />
oggi che ti hanno chiamato per<br />
la convalida di un arresto e non<br />
hai la minima idea di quello<br />
che ti aspetta. È la prima volta<br />
che partecipi ad un’udienza di<br />
convalida e non hai la minima<br />
idea di quel che, tra meno di<br />
un’ora, avverrà dinanzi ai tuoi<br />
occhi inesperti.<br />
Sei arrivato in tribunale molto<br />
prima dell’orario di inizio.<br />
Sei stato in procura a controllare<br />
il fascicolo e ci hai capito<br />
ben poco. Hai scarabocchiato<br />
su un foglio il reato contestato<br />
alla tua assistita, una cittadina<br />
cinese dal nome impronunciabile,<br />
la data e l’ora in cui è avvenuto<br />
l’arresto, il luogo di detenzione<br />
nelle ore antecedenti<br />
all’udienza e poco altro.<br />
Ora, nell’aula ancora buia, fai<br />
ricerche, con un vecchio portatile,<br />
nella banca dati super<br />
economica che ti sei potuto<br />
permettere fino ad oggi, senza<br />
avere nemmeno le idee troppo<br />
chiare su quello che stai cercando.<br />
Il comportamento contestato<br />
alla cinese in questione, che<br />
prevede l’arresto in flagranza<br />
e che è punito con il carcere,<br />
consiste nell’essere rientrata<br />
nel territorio italiano, nonostante<br />
l’ordine del questore con<br />
cui era stata allontanata perché<br />
irregolare.<br />
In atti sembra esserci la prova<br />
di tutto.<br />
L’ordine del questore e l’attestazione<br />
circa l’accompagnamento<br />
alla frontiera della cittadina<br />
straniera, la prima volta<br />
che era stata trovata come irregolare<br />
sul suolo italiano, fanno<br />
bella mostra di sé nel fascicolo<br />
del pubblico ministero e dimostrano,<br />
inconfutabilmente, che<br />
il reato è stato commesso.<br />
E allora? Che diamine fare?<br />
Hai una gran voglia di essere<br />
altrove quando si accendono<br />
le luci dell’aula ed un giovane<br />
cancelliere donna, dall’aria<br />
svogliata, prende la sua posizione<br />
a fianco del banco del<br />
giudice ed inizia stancamente<br />
a tirar fuori verbali e penne<br />
da una consunta borsa di pelle<br />
nera.<br />
Dopo pochi interminabili minuti,<br />
in cui le tue ricerche sulla<br />
banca dati diventano sempre<br />
più affannose e disperate, viene<br />
accompagnata in aula, da<br />
quattro robusti carabinieri,<br />
una ragazza cinese piangente,<br />
con i polsi stretti in delle inutili<br />
manette. È evidente che la poverina<br />
non tenterebbe la fuga<br />
nemmeno se fosse venuta in<br />
udienza con la propria auto!<br />
La ragazza viene posizionata<br />
in una gabbietta a margine<br />
dell’aula e liberata dai ferri ai<br />
polsi.<br />
Non hai un interprete: non puoi<br />
permettertelo e quello incaricato<br />
dal tribunale non è ancora<br />
arrivato.<br />
Fai cenno alla poveretta, cercando<br />
di farle intendere che sei<br />
il suo difensore.<br />
Non capisce, vede solo un tizio<br />
incravattato che cerca di attirare<br />
la sua attenzione. Non può<br />
fidarsi di te. Altri tizi, incravattati<br />
e in divisa, l’hanno privata<br />
della libertà: l’hanno chiusa<br />
in una gabbia come un animale<br />
e trascinata da una gabbia<br />
all’altra da venti ore a questa<br />
parte.<br />
Abbassa la testa e il suo pianto<br />
diventa un singhiozzo isterico e<br />
soffocato.<br />
L’agnello si avvicina all’altare.<br />
Procede a orecchie basse.<br />
Arriva il magistrato. Una bella<br />
donna sulla cinquantina elegante,<br />
con appena un po’ di<br />
trucco sugli occhi.<br />
Si posiziona al centro del suo<br />
banco e inizia a scartabellare<br />
il fascicolo che ha dinanzi con<br />
aria annoiata.<br />
Neanche uno sguardo alla fanciulla<br />
in lacrime. Gli occhi di<br />
chi deve giudicare si limitano<br />
alla carta e non si spostano mai<br />
ad osservare l’involucro della<br />
sofferenza, lo spirito afflitto oltre<br />
le sbarre.<br />
È una difesa! Forse un’auto imposizione<br />
che serve al Giudice<br />
per rimanere terzo e neutrale.<br />
Mentre tutto intorno magistrati,<br />
cancelliere ed agenti di polizia<br />
giudiziaria si stanno spazientendo<br />
per il ritardo dell’interprete,<br />
tu, continuando la tua<br />
caccia sul portatile da quattro<br />
ANNO II • NUMERO III • marzo-aprile 2019 www.jollyrogerflag.it • facebook.com/gojollyroger<br />
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