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Jolly Roger_02_03

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on writing<br />

on writing<br />

i “pericoli” del legal thriller<br />

Esperienza forense & bucce di banana<br />

di Wladimiro Borchi<br />

Wladimiro Borchi si prende una meritata pausa dalla rubrica “Lex dure Lex”, ma non ci<br />

abbandona. Ecco infatti il primo di una serie di articoli nei quali in nostro Principe del Foro<br />

preferito elargisce una serie di utilissimi consigli per coloro che hanno la necessità di un’ambientazione<br />

legalese nel proprio romanzo, ma vorrebbero evitare di scivolare sulla proverbiale<br />

buccia di banana che è sempre in agguato. Buona lettura.<br />

L’UDIENZA<br />

DI CONVALIDA<br />

Per tentare di non annoiarvi,<br />

questa volta ho deciso di iniziare<br />

con l’estratto di un legalthriller<br />

scritto da uno dei più<br />

ignoti scrittori italiani, che racconta,<br />

appunto, un’udienza di<br />

convalida dall’inizio alla fine.<br />

“«Per insegnare a un bambino<br />

a stare a galla bisogna avere il<br />

coraggio di buttarlo in mare!»<br />

Te lo ripeteva il tuo dominus<br />

tutte le volte in cui pretendeva<br />

da te coraggio e determinazione.<br />

Tutte le volte in cui ti lanciava<br />

in pasto agli squali. Hai<br />

imparato così, senza fare grossi<br />

ripassi di interi manuali di diritto,<br />

ma affrontando ogni singolo<br />

processo come se fosse la<br />

prima volta che sentivi parlare<br />

di quell’argomento.<br />

Non hai mai studiato per il piacere<br />

di sapere, di conoscere.<br />

Hai sempre soltanto studiato<br />

quel singolo argomento per<br />

avere gli strumenti che ti sarebbero<br />

serviti ad affrontare quella<br />

difesa. Col tempo hai imparato<br />

molto, forse più di coloro che si<br />

sono fatti grosse studiate su differenti<br />

manuali per approfondire<br />

tutto lo scibile giuridico.<br />

Il rito penale l’hai imparato<br />

mentre si celebrava, andando<br />

allo sbaraglio. Le tue prime eccezioni<br />

sono state risibili e ben<br />

poco fondate, ma col tempo hai<br />

aggiustato il tiro.<br />

Subito dopo il giuramento hai<br />

aperto il tuo studio, tutto da<br />

solo; o meglio, hai iniziato la<br />

professione in quella stanzetta<br />

in uno studio di commercialisti<br />

che affittavi per pochi euro al<br />

mese.<br />

Per racimolare un po’ di lavoro<br />

in più hai fatto il corso come<br />

difensore di ufficio e ora sei<br />

iscritto nelle liste.<br />

Bene! C’è da esserne orgogliosi<br />

oggi che ti hanno chiamato per<br />

la convalida di un arresto e non<br />

hai la minima idea di quello<br />

che ti aspetta. È la prima volta<br />

che partecipi ad un’udienza di<br />

convalida e non hai la minima<br />

idea di quel che, tra meno di<br />

un’ora, avverrà dinanzi ai tuoi<br />

occhi inesperti.<br />

Sei arrivato in tribunale molto<br />

prima dell’orario di inizio.<br />

Sei stato in procura a controllare<br />

il fascicolo e ci hai capito<br />

ben poco. Hai scarabocchiato<br />

su un foglio il reato contestato<br />

alla tua assistita, una cittadina<br />

cinese dal nome impronunciabile,<br />

la data e l’ora in cui è avvenuto<br />

l’arresto, il luogo di detenzione<br />

nelle ore antecedenti<br />

all’udienza e poco altro.<br />

Ora, nell’aula ancora buia, fai<br />

ricerche, con un vecchio portatile,<br />

nella banca dati super<br />

economica che ti sei potuto<br />

permettere fino ad oggi, senza<br />

avere nemmeno le idee troppo<br />

chiare su quello che stai cercando.<br />

Il comportamento contestato<br />

alla cinese in questione, che<br />

prevede l’arresto in flagranza<br />

e che è punito con il carcere,<br />

consiste nell’essere rientrata<br />

nel territorio italiano, nonostante<br />

l’ordine del questore con<br />

cui era stata allontanata perché<br />

irregolare.<br />

In atti sembra esserci la prova<br />

di tutto.<br />

L’ordine del questore e l’attestazione<br />

circa l’accompagnamento<br />

alla frontiera della cittadina<br />

straniera, la prima volta<br />

che era stata trovata come irregolare<br />

sul suolo italiano, fanno<br />

bella mostra di sé nel fascicolo<br />

del pubblico ministero e dimostrano,<br />

inconfutabilmente, che<br />

il reato è stato commesso.<br />

E allora? Che diamine fare?<br />

Hai una gran voglia di essere<br />

altrove quando si accendono<br />

le luci dell’aula ed un giovane<br />

cancelliere donna, dall’aria<br />

svogliata, prende la sua posizione<br />

a fianco del banco del<br />

giudice ed inizia stancamente<br />

a tirar fuori verbali e penne<br />

da una consunta borsa di pelle<br />

nera.<br />

Dopo pochi interminabili minuti,<br />

in cui le tue ricerche sulla<br />

banca dati diventano sempre<br />

più affannose e disperate, viene<br />

accompagnata in aula, da<br />

quattro robusti carabinieri,<br />

una ragazza cinese piangente,<br />

con i polsi stretti in delle inutili<br />

manette. È evidente che la poverina<br />

non tenterebbe la fuga<br />

nemmeno se fosse venuta in<br />

udienza con la propria auto!<br />

La ragazza viene posizionata<br />

in una gabbietta a margine<br />

dell’aula e liberata dai ferri ai<br />

polsi.<br />

Non hai un interprete: non puoi<br />

permettertelo e quello incaricato<br />

dal tribunale non è ancora<br />

arrivato.<br />

Fai cenno alla poveretta, cercando<br />

di farle intendere che sei<br />

il suo difensore.<br />

Non capisce, vede solo un tizio<br />

incravattato che cerca di attirare<br />

la sua attenzione. Non può<br />

fidarsi di te. Altri tizi, incravattati<br />

e in divisa, l’hanno privata<br />

della libertà: l’hanno chiusa<br />

in una gabbia come un animale<br />

e trascinata da una gabbia<br />

all’altra da venti ore a questa<br />

parte.<br />

Abbassa la testa e il suo pianto<br />

diventa un singhiozzo isterico e<br />

soffocato.<br />

L’agnello si avvicina all’altare.<br />

Procede a orecchie basse.<br />

Arriva il magistrato. Una bella<br />

donna sulla cinquantina elegante,<br />

con appena un po’ di<br />

trucco sugli occhi.<br />

Si posiziona al centro del suo<br />

banco e inizia a scartabellare<br />

il fascicolo che ha dinanzi con<br />

aria annoiata.<br />

Neanche uno sguardo alla fanciulla<br />

in lacrime. Gli occhi di<br />

chi deve giudicare si limitano<br />

alla carta e non si spostano mai<br />

ad osservare l’involucro della<br />

sofferenza, lo spirito afflitto oltre<br />

le sbarre.<br />

È una difesa! Forse un’auto imposizione<br />

che serve al Giudice<br />

per rimanere terzo e neutrale.<br />

Mentre tutto intorno magistrati,<br />

cancelliere ed agenti di polizia<br />

giudiziaria si stanno spazientendo<br />

per il ritardo dell’interprete,<br />

tu, continuando la tua<br />

caccia sul portatile da quattro<br />

ANNO II • NUMERO III • marzo-aprile 2019 www.jollyrogerflag.it • facebook.com/gojollyroger<br />

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