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Jolly Roger_02_03

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acconti<br />

racconti<br />

Verso sera tutti volevano andare a dormire ma<br />

quel rumore non cessava. Copriva persino il<br />

rombo dei motori, perciò nessuno riuscì a prendere<br />

sonno.<br />

Andò avanti così per tre giorni e al terzo giorno<br />

gli abitanti erano talmente arrabbiati e non sopportavano<br />

più quello che era uno strazio per le<br />

loro orecchie.<br />

Ma a quel punto, così come era arrivata, quella<br />

folla festosa e colorata se ne andò e sparì.<br />

Tutti si rilassarono e andarono finalmente a dormire<br />

sereni. O almeno, così pensavano.<br />

Quando infatti ricominciarono a rombare i motori,<br />

le loro orecchie, anziché goderne, rimasero<br />

turbate. Allora qualcuno, senza troppo riflettere,<br />

iniziò ad agitare e sbattere ogni oggetto che si<br />

trovava davanti, pentole e coperchi, scope e secchi<br />

della spazzatura, qualcuno faceva tintinnare<br />

i bracciali e collane, altri tamburellavano le dita<br />

sul legno del tavolo.<br />

Ma la sorpresa più grande, fu che a un certo punto,<br />

forse per un innato e sconosciuto bisogno ancestrale,<br />

o per qualche ricordo lontano, una voce<br />

si levò in mezzo al frastuono pronunciando parole<br />

in quella che risuonò come una canzone<br />

Nel paese dei rumori<br />

la musica era stata dimenticata<br />

nel paese dei rumori<br />

la musica è tornata<br />

La bimba lo sente.<br />

«Papà, che succede?»<br />

«Resta dove sei? Non ti muovere.»<br />

Marco si asciuga le mani, alle coperte.<br />

«È fuori in giardino!»<br />

L’improvvisa voce di Luna, lo fa sussultare.<br />

D’istinto guarda fuori dalla finestra e vede, giù<br />

in basso, la sorellina attraversarne tutta la lunghezza,<br />

con indosso solo il pigiama.<br />

Si precipita giù dalle scale: «Luna, chiuditi a<br />

chiave in camera. Non aprire a nessuno!»<br />

L’uomo fa due giri del giardino attorno alla casa,<br />

illuminato dalla sola luce della luna, ma la bambina<br />

sembra essersi, ancora una volta, volatilizzata.<br />

Deve tornare dentro, prendere lo smartphone<br />

dalla borsa e chiamare la polizia.<br />

È di nuovo nell’ingresso quando la martellata lo<br />

colpisce: proprio al centro della nuca, mentre è<br />

chinato a cercare il telefonino. La penna affilata<br />

si conficca nel cervelletto al primo colpo, come<br />

una forchetta nella sfoglia croccante.<br />

Il suo corpo è squassato da una manciata di violente<br />

convulsioni, che imbrattano di sangue le<br />

pareti dell’ingresso, poi resta a terra immobile.<br />

«Posso uscire, adesso?»<br />

Luna apre la porta dello sgabuzzino.<br />

«Certo, Lisa, ma non ti far vedere, papà ti sta ancora<br />

cercando in giardino. Lo scherzo è andato<br />

alla grande. Vai in cucina, ci meritiamo proprio<br />

una tazza di latte con i biscotti.»<br />

La piccola volta le spalle alla maggiore che, sorridendo<br />

sotto gli occhi di vetro, solleva ancora<br />

una volta il martello.<br />

«Papà, corri!»<br />

Marco, dopo una serata di calcetto, pizza e birra<br />

con gli amici, viene accolto da quell’urlo, al proprio<br />

rientro a casa.<br />

È la voce della maggiore, Luna, che lo chiama<br />

dal piano di sopra.<br />

Il grido suona carico di terrore, quasi soffocato.<br />

L’uomo scatta, col soprabito ancora indosso, abbandonando<br />

la borsa sul pavimento dell’ingresso.<br />

Gli scalini gli scorrono dinanzi agli occhi nella<br />

penombra, come in un film a doppia velocità.<br />

«Che succede, tesoro? Papà è qui. Non aver paura.»<br />

Quando la porta della camera viene spalancata,<br />

la piccola è seduta nel proprio letto, al buio.<br />

Il click dell’interruttore suona a vuoto sotto la<br />

sua mano.<br />

«Non c’è corrente, papà. Ho paura. L’hanno presa.»<br />

Lo stomaco dell’uomo si contorce e le gambe<br />

quasi cedono, quando vede l’altro lettino sfatto<br />

Casa dolce casa<br />

di Wladimiro Borchi<br />

e vuoto.<br />

«Chi hanno preso? Chi è stato?» riesce solo a gridare,<br />

mentre il cuore accelera di quattro volte.<br />

«Lisa, papà! L’ha presa l’uomo nero.»<br />

L’unica cosa che gli viene in mente è di lasciare<br />

la moglie con Luna e precipitarsi fuori a cercarla.<br />

«Amore, non ti muovere, aspetta solo un minuto!»<br />

Nel buio percorre il corridoio al contrario, fino<br />

alla sua camera.<br />

«Patrizia, svegliati, non c’è corrente, Lisa è sparita.»<br />

grida alla donna immobile nel letto.<br />

Si avvicina per scuoterla, dopo aver maledetto il<br />

suo sonno pesante.<br />

Gli basta toccarla e la testa si piega oltre cuscino,<br />

rilasciando a terra qualcosa di viscido che sciaborda<br />

tra i suo piedi con un tonfo umido.<br />

«Patrizia! Patrizia!» il suo urlo manda in mille<br />

pezzi il silenzio, quando la mano si posa sul foro,<br />

largo come un pugno, al centro della fronte della<br />

moglie.<br />

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