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acconti<br />
racconti<br />
Verso sera tutti volevano andare a dormire ma<br />
quel rumore non cessava. Copriva persino il<br />
rombo dei motori, perciò nessuno riuscì a prendere<br />
sonno.<br />
Andò avanti così per tre giorni e al terzo giorno<br />
gli abitanti erano talmente arrabbiati e non sopportavano<br />
più quello che era uno strazio per le<br />
loro orecchie.<br />
Ma a quel punto, così come era arrivata, quella<br />
folla festosa e colorata se ne andò e sparì.<br />
Tutti si rilassarono e andarono finalmente a dormire<br />
sereni. O almeno, così pensavano.<br />
Quando infatti ricominciarono a rombare i motori,<br />
le loro orecchie, anziché goderne, rimasero<br />
turbate. Allora qualcuno, senza troppo riflettere,<br />
iniziò ad agitare e sbattere ogni oggetto che si<br />
trovava davanti, pentole e coperchi, scope e secchi<br />
della spazzatura, qualcuno faceva tintinnare<br />
i bracciali e collane, altri tamburellavano le dita<br />
sul legno del tavolo.<br />
Ma la sorpresa più grande, fu che a un certo punto,<br />
forse per un innato e sconosciuto bisogno ancestrale,<br />
o per qualche ricordo lontano, una voce<br />
si levò in mezzo al frastuono pronunciando parole<br />
in quella che risuonò come una canzone<br />
Nel paese dei rumori<br />
la musica era stata dimenticata<br />
nel paese dei rumori<br />
la musica è tornata<br />
La bimba lo sente.<br />
«Papà, che succede?»<br />
«Resta dove sei? Non ti muovere.»<br />
Marco si asciuga le mani, alle coperte.<br />
«È fuori in giardino!»<br />
L’improvvisa voce di Luna, lo fa sussultare.<br />
D’istinto guarda fuori dalla finestra e vede, giù<br />
in basso, la sorellina attraversarne tutta la lunghezza,<br />
con indosso solo il pigiama.<br />
Si precipita giù dalle scale: «Luna, chiuditi a<br />
chiave in camera. Non aprire a nessuno!»<br />
L’uomo fa due giri del giardino attorno alla casa,<br />
illuminato dalla sola luce della luna, ma la bambina<br />
sembra essersi, ancora una volta, volatilizzata.<br />
Deve tornare dentro, prendere lo smartphone<br />
dalla borsa e chiamare la polizia.<br />
È di nuovo nell’ingresso quando la martellata lo<br />
colpisce: proprio al centro della nuca, mentre è<br />
chinato a cercare il telefonino. La penna affilata<br />
si conficca nel cervelletto al primo colpo, come<br />
una forchetta nella sfoglia croccante.<br />
Il suo corpo è squassato da una manciata di violente<br />
convulsioni, che imbrattano di sangue le<br />
pareti dell’ingresso, poi resta a terra immobile.<br />
«Posso uscire, adesso?»<br />
Luna apre la porta dello sgabuzzino.<br />
«Certo, Lisa, ma non ti far vedere, papà ti sta ancora<br />
cercando in giardino. Lo scherzo è andato<br />
alla grande. Vai in cucina, ci meritiamo proprio<br />
una tazza di latte con i biscotti.»<br />
La piccola volta le spalle alla maggiore che, sorridendo<br />
sotto gli occhi di vetro, solleva ancora<br />
una volta il martello.<br />
«Papà, corri!»<br />
Marco, dopo una serata di calcetto, pizza e birra<br />
con gli amici, viene accolto da quell’urlo, al proprio<br />
rientro a casa.<br />
È la voce della maggiore, Luna, che lo chiama<br />
dal piano di sopra.<br />
Il grido suona carico di terrore, quasi soffocato.<br />
L’uomo scatta, col soprabito ancora indosso, abbandonando<br />
la borsa sul pavimento dell’ingresso.<br />
Gli scalini gli scorrono dinanzi agli occhi nella<br />
penombra, come in un film a doppia velocità.<br />
«Che succede, tesoro? Papà è qui. Non aver paura.»<br />
Quando la porta della camera viene spalancata,<br />
la piccola è seduta nel proprio letto, al buio.<br />
Il click dell’interruttore suona a vuoto sotto la<br />
sua mano.<br />
«Non c’è corrente, papà. Ho paura. L’hanno presa.»<br />
Lo stomaco dell’uomo si contorce e le gambe<br />
quasi cedono, quando vede l’altro lettino sfatto<br />
Casa dolce casa<br />
di Wladimiro Borchi<br />
e vuoto.<br />
«Chi hanno preso? Chi è stato?» riesce solo a gridare,<br />
mentre il cuore accelera di quattro volte.<br />
«Lisa, papà! L’ha presa l’uomo nero.»<br />
L’unica cosa che gli viene in mente è di lasciare<br />
la moglie con Luna e precipitarsi fuori a cercarla.<br />
«Amore, non ti muovere, aspetta solo un minuto!»<br />
Nel buio percorre il corridoio al contrario, fino<br />
alla sua camera.<br />
«Patrizia, svegliati, non c’è corrente, Lisa è sparita.»<br />
grida alla donna immobile nel letto.<br />
Si avvicina per scuoterla, dopo aver maledetto il<br />
suo sonno pesante.<br />
Gli basta toccarla e la testa si piega oltre cuscino,<br />
rilasciando a terra qualcosa di viscido che sciaborda<br />
tra i suo piedi con un tonfo umido.<br />
«Patrizia! Patrizia!» il suo urlo manda in mille<br />
pezzi il silenzio, quando la mano si posa sul foro,<br />
largo come un pugno, al centro della fronte della<br />
moglie.<br />
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