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on writing<br />
RUBRICA<br />
soldi, trovi, su un sito internet,<br />
un commento a una legge, che<br />
ha riformato la norma con cui<br />
è stata introdotta la fattispecie<br />
di reato di cui è accusata la ragazzina<br />
piangente.<br />
Non è raro che accada nel tuo<br />
Paese. I governi tendono a durare<br />
poco, a succedersi gli uni<br />
agli altri senza riuscire a portare<br />
a compimento riforme organiche.<br />
Le norme penali nascono<br />
sempre più spesso con decreti<br />
legge dettati dall’euforia<br />
di qualche urgente necessità, di<br />
qualche fenomeno da contrastare<br />
nell’immediato. I decreti<br />
vengono convertiti e, quando<br />
ci si accorge di aver trascurato<br />
qualcosa, si fa un nuovo decreto<br />
per integrare il vecchio già<br />
divenuto legge.<br />
Nulla che ti possa interessare<br />
al momento.<br />
Scorri l’articolo e trovi un link<br />
alla legge, per come attualmente<br />
vigente a seguito delle modifiche<br />
apportate dai successivi<br />
atti normativi.<br />
Vai al link.<br />
Scorri il testo della legge, nella<br />
disperata ricerca di qualcosa<br />
da sostenere.<br />
Nel frattempo la voce della<br />
giudice che prorompe in un sospirato<br />
«Era l’ora» ti mette al<br />
corrente dell’arrivo dell’interprete.<br />
Alzi la testa.<br />
La ragazza in lacrime viene<br />
accompagnata al tuo fianco,<br />
l’interprete le spiega che sei il<br />
suo avvocato di ufficio e che ti<br />
occuperai della sua difesa. Ti<br />
guarda con occhi pieni di riconoscenza<br />
e prorompe in un<br />
pianto disperato, mentre ti si<br />
siede accanto.<br />
Non ha un buon odore: conseguenza<br />
di un giorno e una notte<br />
in cella di sicurezza con quegli<br />
stessi abiti addosso. Odore di<br />
umido, stantio e sudore. Odore<br />
di disperazione e paura.<br />
La giudice inizia con le domande<br />
di rito volte all’identificazione<br />
dell’imputata.<br />
La fanciulla prova a rispondere,<br />
ma le sue parole sono intervallate<br />
da pianto, la voce le si<br />
strozza in gola e quanto prova<br />
a dire non è comprensibile<br />
nemmeno all’interprete madre<br />
lingua cinese.<br />
L’agnello è sull’altare, bela la<br />
sua litania.<br />
Il giudice la incalza:<br />
«Signora, deve calmarsi, altrimenti<br />
non riusciamo a capire<br />
quello che dice!»<br />
Tu quasi non senti, concentrato<br />
come sei a confrontare i<br />
dati in tuo possesso, scarabocchiati<br />
quella stessa mattina dal<br />
fascicolo del P.M., con il testo<br />
integrale della norma di legge<br />
rinvenuta sul web.<br />
L’interprete traduce quanto<br />
detto dal magistrato in lingua<br />
comprensibile all’imputata.<br />
Le parole della Giudice sembra<br />
abbiano sortito esattamente<br />
l’effetto opposto: la cinese comincia<br />
a singhiozzare in maniera<br />
ancora più disperata.<br />
«Signora anche e soprattutto<br />
nel suo interesse, se lei non si<br />
calma non possiamo verbalizzare<br />
quanto ci dice.»<br />
Di sottofondo ancora una traduzione<br />
simultanea in una lingua<br />
fatta di suoni assai lontani<br />
da quelli che sei abituato<br />
a sentire, mentre i tuoi occhi<br />
scannerizzano disperati il testo<br />
della legge alla ricerca di un<br />
appiglio a cui arrampicare la<br />
tua difesa.<br />
La ragazza in lacrime comincia<br />
a urlare la sua disperazione,<br />
nello stupore generale.<br />
La Giudice si spazientisce, batte<br />
la mano aperta sul banco:<br />
«Signora, se lei insiste io non<br />
posso celebrare il rito. Siamo<br />
tutti qui per celebrare il rito!<br />
Vede, io, il cancelliere, l’avvocato,<br />
il pubblico ministero, i<br />
carabinieri, siamo tutti qui per<br />
questo e se lei insiste con tale<br />
comportamento il rito non può<br />
essere celebrato!»<br />
Il sacerdote urla, chiede altri<br />
lamenti, prima che la lama possa<br />
essere affondata.<br />
Terminato il sacrificio, le interiora<br />
della vittima verranno<br />
esibite al popolo.<br />
Al termine del rito ogni debito<br />
sarà saldato.<br />
Scossa dalle urla della Giudice<br />
la fanciulla inaspettatamente si<br />
calma.<br />
Il rito può essere celebrato.<br />
Un attimo prima che sia il tuo<br />
turno per parlare, la mano caritatevole<br />
del Sommo Giudice<br />
che è nei cieli, porta con violenza<br />
i tuoi occhi a confrontare<br />
la data in cui si sarebbe perfezionata<br />
la condotta riprovevole<br />
della cinese piangente, con la<br />
data in cui la nuova fattispecie<br />
è entrata in vigore.<br />
«… stante quanto sopra, questa<br />
difesa chiede che l’imputata<br />
venga assolta ai sensi dell’art.<br />
530, comma I, c.p.p., perché il<br />
fatto contestato, alla data della<br />
sua commissione, non era previsto<br />
dalla legge come reato.»<br />
La Giudice assolve.<br />
Il traduttore lo riporta all’imputata.<br />
La cinese riprende a piangere e<br />
ti abbraccia: odore di cantina<br />
umida, di stantio e sudore.<br />
Resisti. Sorridi. Te ne vai.<br />
Il rito è stato celebrato e, per<br />
una volta, l’agnello è salvo!”<br />
L’estratto contiene un piccolo<br />
scarto logico, per motivi di ritmo.<br />
Per il resto corrisponde in<br />
maniera abbastanza puntuale a<br />
quel che avviene di solito.<br />
Si tratta di un’udienza in camera<br />
a cui deve necessariamente<br />
partecipare un difensore,<br />
se l’arrestato o il fermato ne è<br />
privo, ne viene nominato uno<br />
d’ufficio.<br />
L’udienza di convalida in realtà<br />
inizia con una relazione fatta<br />
oralmente al giudice da parte<br />
del personale di polizia giudiziaria<br />
che ha provveduto al fermo<br />
e all’arresto.<br />
Successivamente il Giudice interroga<br />
la persona arrestata o<br />
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ANNO II • NUMERO III • marzo-aprile 2019<br />
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