claudio citossi - Confindustria Udine
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Associazione<br />
edilizia<br />
La crisi del comparto edile.<br />
I fattori sui quali riflettere<br />
secondo Ugo frATA<br />
Ugo Frata<br />
(foto Gasperi)<br />
Qual è il dato più significativo per il<br />
comparto edile in regione?<br />
E’ il numero di ore lavorate che nel luglio<br />
2011 in provincia di <strong>Udine</strong>, in base a<br />
quanto risulta dalle iscrizioni Cassa Edile,<br />
erano 712.831. Un dato che, se paragonato<br />
al passato, si commenta da solo visto che<br />
nel luglio 2010 le ore erano 798.153, nel<br />
luglio 2009 erano 918.195 e nel luglio<br />
2008 erano addirittura 984.388. In pratica<br />
La crisi non ha risparmiato nessuno,<br />
neppure il settore delle costruzioni.<br />
Il comparto dell’intero Friuli Venezia<br />
Giulia lamenta da tempo la mancanza<br />
generalizzata di lavoro e pure il<br />
brusco calo degli appalti pubblici. Il<br />
risultato? Cantieri fermi e inutilizzo della<br />
manodopera, due fattori che non fanno<br />
altro che aggravare una situazione già<br />
estremamente critica. Il settore edile<br />
infatti, come se non bastasse, soffre anche<br />
a causa di un’eccessiva polverizzazione<br />
delle realtà che lo compongono che si<br />
trovano a dover compiere sforzi enormi<br />
per crescere e specializzarsi. E in un<br />
mercato così complesso trovarsi una<br />
nicchia è di vitale importanza non solo<br />
per la sopravvivenza ma anche per lo<br />
sviluppo. Per questo motivo l’attenzione, di<br />
recente, si è spostata sui contratti di rete,<br />
capaci di accrescere capacità innovativa<br />
e competitività mettendo insieme le<br />
imprese di minori dimensioni. “In tempi<br />
di disagio come quelli che stiamo<br />
vivendo con grande preoccupazione<br />
per le sorti dell’edilizia – spiega Ugo<br />
Frata, presidente dei costruttori friulani<br />
aderenti a <strong>Confindustria</strong> <strong>Udine</strong> - le Stazioni<br />
36 ottobre 11<br />
tra il luglio 2009 ed il valore attuale vi è<br />
stata una contrazione del numero di ore<br />
lavorate pari al 22%.<br />
Quali sono le principali<br />
problematiche?<br />
Gli Enti Pubblici non mandano in gara<br />
nuovi lavori a causa delle difficoltà<br />
finanziarie accentuate dal patto di<br />
stabilità ed i lavori già appaltati spesso<br />
subiscono ritardi nei pagamenti per le<br />
medesime cause. Inoltre ci sono anche<br />
difficoltà nell’attuare le nuove regole<br />
come, ad esempio, il divieto per le<br />
Stazioni Appaltanti di accettare ribassi<br />
sul costo della manodopera, visto che<br />
le amministrazioni non sono in grado<br />
di valutarlo, e il fatto che le poche<br />
gare emesse scontano un eccessivo<br />
affollamento e in conseguenza eccessivi<br />
ribassi. Per i privati, invece, le difficoltà<br />
sono legate alla crisi generale che ha<br />
La ripresa mancata<br />
appaltanti della regione dovrebbero fare<br />
quadrato nell’avviare procedure che<br />
favoriscano l’economia e l’occupazione<br />
locale, mettendo in atto gli strumenti<br />
normativi di cui la Regione Friuli Venezia<br />
Giulia si è dotata e di cui lo stesso<br />
Governo nazionale ha in certe occasioni<br />
preso spunto”. L’acuirsi della crisi genera<br />
un accentuato nervosismo non solo sui<br />
mercati finanziari ma anche nell’ambito<br />
dei lavori pubblici, falsando le basi di<br />
partenza ed accentuando fenomeni che<br />
innescano meccanismi di concorrenza<br />
sleale (ribassi eccessivi che portano al<br />
lavoro nero e alla scarsa sicurezza e qualità<br />
dell’opera) a danno totale delle imprese<br />
organizzate che non possono scendere<br />
al di sotto di una determinata soglia di<br />
economicità. In aggiunta a ciò, secondo<br />
Frata le Stazioni appaltanti operano scelte<br />
a volte criticabili nell’escludere dalle<br />
competizioni imprese friulane per dubbie<br />
interpretazioni dei bandi di gara e delle<br />
lettere d’invito, contrarie alla normativa<br />
regionale di riferimento. “Accade –<br />
significativamente ridotto la domanda<br />
di nuovi alloggi e di nuove iniziative<br />
immobiliari, anche le ristrutturazioni e le<br />
riqualificazioni.<br />
Qual è l’ambito in maggiore<br />
difficoltà?<br />
Sicuramente il settore privato ma anche il<br />
pubblico segue a ruota.<br />
L’eccessivo ribasso proposto dai<br />
concorrenti in gara può essere<br />
mitigato dai recenti provvedimenti<br />
varati dal Governo con il “decreto<br />
sviluppo”?<br />
Il decreto sviluppo, convertito con la<br />
legge 106 ha introdotto il principio che il<br />
costo della manodopera per l’esecuzione<br />
di un’opera pubblica non è soggetto a<br />
ribasso. Ciò dovrebbe senz’altro contribuire<br />
a mitigare l’incidenza del ribasso, ma il<br />
problema è che in queste fasi iniziali le<br />
Stazioni Appaltanti non sanno ancora<br />
come applicare tale principio. Al di là di<br />
tutto vige comunque il principio: i costi<br />
della sicurezza di esecuzione ed il costo<br />
della manodopera non sono soggetti a<br />
ribasso.<br />
Giada Bravo<br />
puntualizza Frata - che in un bando di gara<br />
proposto con procedura ristretta su 49<br />
richiedenti vengono escluse 27 aziende,<br />
molte delle quali friulane, con motivazioni<br />
per lo più analoghe determinate da una<br />
singolare interpretazione delle clausole<br />
di partecipazione, certamente non a<br />
favore della concorrenzialità”. Così il<br />
Presidente di Ance <strong>Udine</strong> lancia un appello<br />
ai responsabili dei vari procedimenti di<br />
gara chiedendo loro di operare sempre<br />
nell’interesse dell’Amministrazione e della<br />
collettività e ricordando che “qualunque<br />
possibilità di lavoro rappresenta<br />
un’occasione che le imprese edili friulane<br />
non possono lasciarsi sfuggire”. L’Ance<br />
<strong>Udine</strong> ha di recente avviato numerose<br />
segnalazioni circa presunte dubbie<br />
interpretazioni in sede di gara, offrendo<br />
alle imprese edili coinvolte consulenza ed<br />
assistenza legale. Per un appalto in corso<br />
l’Ance <strong>Udine</strong> si è persino rivolta all’Autorità<br />
di Vigilanza sui lavori pubblici segnalando il<br />
presunto illecito e invocando un intervento<br />
correttivo.