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claudio citossi - Confindustria Udine

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30mila metri quadri, 20mila dei quali coperti<br />

da infrastrutture, lavorando ogni mese<br />

3mila tonnellate di metallo e dando lavoro<br />

a 150 dipendenti fra interni e dell’indotto.<br />

L’azienda dei fratelli Citossi, dispone infatti<br />

di 10 impianti di taglio laser fino a 6000<br />

watt di potenza; di sei impianti di punzonatura<br />

automatizzata con carico e scarico<br />

e cesoiatura, pannellatrice automatica e<br />

25 presse piegatrici. Il tutto supportato da<br />

impianti specifici per la realizzazioni di lavorazioni<br />

di complemento. Fondamentale<br />

inoltre tutto il sistema non solo di monitoraggio<br />

della produzione, ma di controllo di<br />

qualità realizzato con impianti di controllo<br />

ottico e laser che garantiscono la misurazione<br />

in micron.<br />

I settori di destinazione sono i più diversi:<br />

dai componenti speciali per centrali idroelettriche,<br />

a macchinari per l’agricoltura,<br />

dal settore alimentare all’arredamento , dal<br />

condizionamento alla refrigerazione (solo<br />

per citarne alcuni) e la clientela è sparsa<br />

in molte parti del mondo dal Sud Africa, al<br />

Nepal, dalla Turchia all’India, dall’Uganda<br />

alla Cina, dove recentemente l’azienda ha<br />

vinto un’importante gara d’appalto, battendo<br />

concorrenti cinesi.<br />

Nel 2011 con un fatturato in crescita, l’Aussafer<br />

Due sta effettuando importanti investimenti<br />

che la stanno portando sempre<br />

più all’avanguardia della tecnica nel settore<br />

grazie a 3 nuovissimi impianti laser dotati<br />

di scarico e carico automatico con robot<br />

di gestione pezzi, una punzonatrice automatica<br />

elettrica con cesoiatura incorporata<br />

(prima in Italia), quattro nuove presse piegatrici<br />

alle quali si aggiungono l’acquisto di<br />

un nuovo fabbricato di 4500m2 costruito<br />

su terreno di 12000m2.<br />

Nel frattempo l’azienda, da sempre attenta<br />

alla sostenibilità eco-ambientale, ha<br />

dotato tutti i suoi fabbricati di impianto<br />

fotovoltaico che produce un totale di 1700<br />

Kw, pari circa al 40% del suo consumo di<br />

energia elettrica.<br />

Realtà Industriale ha incontrato Claudio<br />

Citossi, per parlare della crescita della sua<br />

azienda e conoscere il suo punto di vista<br />

sui problemi e le prospettive dell’economia<br />

italiana e regionale.<br />

Claudio Citossi, come mai continuate<br />

a investire in Italia?<br />

Investiamo qui, perchè siamo già insediati<br />

qui. Se dovessimo ricominciare da capo,<br />

probabilmente penseremmo ad avviare<br />

l’attività altrove. Senza dubbio, infatti, l’avvio<br />

oggi di nuove attività imprenditoriali è<br />

frenata se non addirittura impedita da tutti<br />

i condizionamenti negativi che caratteriz-<br />

zano il sistema Italia, vale a dire instabilità<br />

politica, elevato livello costo del lavoro sul<br />

fronte degli oneri accessori, inefficienza<br />

del reparto infrastrutturale e grave incertezza<br />

dal punto di vista dei servizi pubblici.<br />

Tuttavia per quanto ci riguarda, la negatività<br />

derivante da questi condizionamenti<br />

sistemici, è stata smorzata puntando,<br />

a compensazione, su una forte spinta<br />

nell’innovazione produttiva e nello sviluppo<br />

di sempre più nuove tecnologie, al punto<br />

tale che, nonostante le gravi difficoltà in<br />

cui versa il sistema economico e il comparto<br />

manifatturiero in particolare, la nostra<br />

azienda quest’anno ha realizzato notevoli<br />

investimenti, nella convinzione che solo<br />

così sarà possibile superare la crisi generale<br />

riuscendo ad uscire ancor più forti alla<br />

fine di questo ciclo.<br />

Investimenti che dovrebbero portare<br />

prossimamente anche a una<br />

decina di nuove assunzioni: la ricerca<br />

del personale è difficile? Cosa<br />

si potrebbe fare per migliorare il<br />

rapporto fra industria, mondo della<br />

scuola e dell’università?<br />

La ricerca e la conseguente individuazione<br />

di personale adatto al nostro tipo di produzione<br />

non è facile perché sulle difficoltà<br />

di ordine giuridico normativo derivante da<br />

un sistema di relazioni industriali in via di<br />

faticoso aggiornamento, si somma una generale<br />

limitazione e comunque non sufficiente<br />

propensione per l’istruzione tecnica<br />

con una mirata specializzazione.<br />

A giovani che si prestano a scegliere il<br />

proprio indirizzo scolastico andrebbe indicata<br />

con più decisione questa strada<br />

economia<br />

intervista<br />

come quella in grado di fornire per il futuro<br />

le maggiori prospettive occupazionali. In<br />

considerazione di ciò quindi è necessario<br />

una maggiore integrazione tra scuola e<br />

produzione da effettuarsi mediante stages<br />

e scambi formativi e informativi fra istituti<br />

scolastici comprensivi dell’università e<br />

mondo del lavoro.<br />

Le scuole tecniche di oggi danno<br />

una preparazione sufficiente ai futuri<br />

lavoratori?<br />

Non proprio. C’è ancora un stacco notevole<br />

fra mondo della scuola e mondo del<br />

lavoro. Inoltre ci sarebbe bisogno di un<br />

recupero della disciplina e in tal senso anche<br />

le famiglie dovrebbero recuperare un<br />

certo rigore rispetto al senso del dovere.<br />

Speriamo che l’introduzione dei nuovi Licei<br />

tecnici possano dare un aiuto in tal senso...<br />

lo vedremo fra cinque anni.<br />

Qual è il segreto della vostra crescita?<br />

Il fatto di avere un’azienda ben capitalizzata<br />

e con una struttura finanziaria solida<br />

che ci consente di investire anche in un<br />

momento di crisi generale; la capacità di<br />

soddisfare i clienti più esigenti, anche per<br />

commesse relativamente piccole, grazie<br />

all’utilizzo delle tecnologie più avanzate e<br />

di personale altamente specializzato; l’abitudine<br />

a utilizzare sempre l’assicurazione<br />

del credito per contenere il più possibile il<br />

rischio dei mancati pagamenti.<br />

<strong>Confindustria</strong> cosa può fare di più o<br />

di meglio per agevolare la vita delle<br />

imprese?<br />

ottobre 11 9

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