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claudio citossi - Confindustria Udine

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orizzonti<br />

obiettivo Austria<br />

Qui la crisi<br />

è forse alle spalle<br />

Assindustria carinziana: il presidente Otmar Petschnig<br />

e la direttrice Claudia Mischensky<br />

Crisi? In Austria si avverte, ma non come<br />

in Italia. Non soltanto nei conti dello Stato,<br />

che si presentano ancora in deficit e con<br />

un debito pubblico in crescita, ma senza<br />

l’emergenza registratasi nel nostro Paese.<br />

Anche nell’economia privata il peggio<br />

sembra superato, pur permanendo elevato<br />

– elevato relativamente agli standard austriaci<br />

– il numero dei disoccupati e delle<br />

famiglie in difficoltà.<br />

L’analisi dell’andamento industriale in<br />

Carinzia, presentata il mese scorso dall’Associazione<br />

industriali del Land, conferma<br />

questa impressione. Ricordiamo che già<br />

a fine 2010 il settore produttivo austriaco<br />

aveva registrato una forte ripresa, grazie<br />

soprattutto all’export (in particolare verso<br />

il mercato tedesco), più che alla domanda<br />

interna. Nel secondo trimestre di quest’anno<br />

– sono gli ultimi dati disponibili, illustrati<br />

da presidente degli industriali carinziani<br />

Otmar Petschnig – questa crescita in<br />

Carinzia si è indebolita, fermandosi tuttavia<br />

su un alto livello di produzione.<br />

Il saldo nel campo delle commesse (differenza<br />

tra nuovi ordini e ordini disdetti) presenta<br />

una crescita del 52%, cui corrisponde<br />

peraltro una crescita della produzione<br />

soltanto del 5%. Petschnig valuta tuttavia<br />

con soddisfazione il fatto che dal 41% delle<br />

imprese i rendimenti siano stati valutati<br />

buoni e soltanto dal 7% di segno contrario.<br />

Buoni rendimenti si traducono in investimenti<br />

e in crescita del settore produttivo<br />

48 ottobre 11<br />

carinziano nel suo complesso. L’analisi di<br />

Otmar Petschnig si basa su un’indagine<br />

svolta tra 54 aziende carinziane. Si tratta<br />

di un test significativo, perché le imprese<br />

consultate occupano 16.893 dipendenti.<br />

Crescita della produzione, ma non crescita<br />

dell’occupazione. Il 78% degli intervistati<br />

intendono lasciare invariato il numero dei<br />

loro dipendenti: nessun licenziamento, ma<br />

anche nessuna assunzione. Il mercato del<br />

lavoro in Carinzia registrava a fine giugno<br />

5.268 disoccupati e 1.080 posti scoperti<br />

nelle aziende. Il numero dei primi era calato<br />

di 157 unità, mentre i secondi erano<br />

aumentati di 158. Un fenomeno tipico, per<br />

il quale Petschnig ha una risposta chiara:<br />

domanda e offerta di lavoro non sono<br />

compatibili tra di loro.<br />

Già nella fase più acuta della crisi oltre la<br />

metà dei dirigenti di azienda in Carinzia<br />

avevano indicato che la maggiore sfida<br />

degli anni futuri sarà la difficoltà di reperire<br />

manodopera specializzata. La ricerca del<br />

cosiddetto “capitale umano” tenderà a farsi<br />

più acuta. Il mercato del lavoro si dividerà<br />

in due parti: da una parte i lavoratori che<br />

hanno sbagliato qualificazione e che non<br />

troveranno mai chi li assuma; dall’altra<br />

parte quelli che hanno scelto la strada<br />

giusta e per accaparrarsi i quali le aziende<br />

si azzufferanno. Il problema riguarda, senza<br />

distinzione, tutti i settori produttivi. Quello<br />

della formazione professionale e della consultazione<br />

nella formazione professionale<br />

è un chiodo fisso di Petschnig, che da anni<br />

si batte perché a tutti i livelli, dalle scuole<br />

superiori all’università, si indirizzino gli studenti<br />

verso corsi che tengano conto delle<br />

esigenze del mercato del lavoro.<br />

Dati interessanti e confortevoli sono stati<br />

riferiti da Claudia Mischensky, direttrice<br />

dell’Associazione industriali carinziana,<br />

in relazione alle nove aziende leader del<br />

Land. Secondo un recente studio dell’Istituto<br />

di scienze industriali (Iwi) la loro attività<br />

avrebbe ripercussioni positive sull’intera<br />

regione. Da questo punto di vista non conta<br />

nulla che le aziende considerate siano<br />

di proprietà austriaca o straniera (l’Infineon<br />

di Villach, per esempio, appartiene alla<br />

Siemens tedesca), importa che sia carinziana<br />

la sede di pianificazione dell’attività e<br />

quella fiscale.<br />

Lo studio rileva che ciascuna delle grandi<br />

aziende carinziane prese in considerazione<br />

garantisce l’occupazione in 850 altre medie<br />

e piccole aziende. Complessivamente<br />

queste nove aziende leader generano<br />

una produzione nell’ordine di 9,1 miliardi<br />

di euro, una creazione di valore di 3,49<br />

miliardi e 28.300 posti di lavoro (i dati si<br />

riferiscono al 2009 e vanno considerati<br />

tenendo conto delle dimensioni demografiche<br />

dell’Austria, con 8 milioni 361 mila<br />

abitanti, di cui 559.000 in Carinzia).<br />

Quanto di questo fenomeno si riverbera<br />

in Carinzia? Oltre la metà della produzione<br />

(4,67 miliardi), una creazione di valore di<br />

1,65 miliardi, 13.700 posti di lavoro. Le<br />

aziende considerate dunque – per usare<br />

le parole di Claudia Mischensky – hanno<br />

la funzione di “motore dell’economia” e di<br />

“locomotiva congiunturale”. Lo si evince<br />

anche da un altro punto di vista. Le stesse<br />

aziende hanno investito complessivamente<br />

quasi 800 milioni di euro anche negli<br />

anni della crisi, quando altri tiravano i remi<br />

in barca, spendendo 221 milioni in ricerca<br />

e sviluppo, indispensabili per qualsiasi<br />

azienda che voglia avere un futuro.<br />

Non trascurabile l’apporto sul piano fiscale:<br />

394 milioni di euro versati a vario titolo<br />

di imposta, più 319 milioni in contributi<br />

sociali.<br />

Marco Di Blas<br />

Le nuove aziende leader carinziane<br />

sono, in ordine alfabetico: Chemson<br />

Polymer Additive, FunderMax, Hirsch<br />

Armbänder, Infineon Technologies<br />

Austria, Kelag, Mahle Filtersysteme<br />

Austria, Strabag, SW Umwelttechnik<br />

Stoiser & Wolschner, Treubacher<br />

Industrie.

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