claudio citossi - Confindustria Udine

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economia intervista CLAUdio CiTossi il friuli venezia giulia può indicare al paese un strada di efficienza e serietà amministrativa Claudio Citossi (foto Benedetta Folena, anche nelle pagine successive) 8 ottobre 11 In un panorama economico-industriale che non induce a grande ottimismo, con molte aziende ancora in sofferenza, una crisi che sembra non finire e un mercato del lavoro in crescente tensione a causa dell’avvicinarsi della fine degli ammortizzatori sociali, ci sono tuttavia aziende che crescono sui mercati, investono e assumono. Aziende non solo fortunate, ma guidate con lungimiranza da chi ha saputo “far musina” durante i periodi di vacche grasse e oggi si affaccia alla competizione nazionale e internazionale, potendo contare su una buona capitalizzazione, avendo la possibilità di navigare al meglio nel mare tempestoso del mercato e avendo la capacità di investire per crescere mentre molti loro concorrenti arrancano nella speranza di sopravvivere. Un esempio significativo di questo tipo di imprese è l’Aussafer Due di San Giorgio di Nogaro guidata dai fratelli Claudio e Luisa Citossi che è una delle principali realtà italiane nel settore della lavorazione della lamiera conto terzi. Azienda familiare, in piena regola, l’Aussafer Due fu fondata da Giorgio Citossi e Norina Sguassero genitori degli attuali titolari e dopo la prematura scomparsa del padre fu guidata con saggezza e piglio imprenditoriale da Norina Sguassero fino all’ingresso della seconda generazione in azienda sul finire degli anni ‘80 del secolo scorso. Claudio e Luisa Citossi hanno dato una spinta decisiva verso la forte crescita grazie a una strategia che punta su un mix appropriato di tecnologia avanzata, automazione, organizzazione aziendale e flessibilità. Personale altamente specializzato permette all’azienda di essere attiva 24 ore su 24, 7 giorni su 7, per poter rispondere in modo coordinato alle sollecitazioni del mercato. Oggi, Aussafer Due, azienda costantemente orientata alla qualità che lavora su commessa realizzando lavorazioni di trasformazione dei metalli, occupa un’area di
30mila metri quadri, 20mila dei quali coperti da infrastrutture, lavorando ogni mese 3mila tonnellate di metallo e dando lavoro a 150 dipendenti fra interni e dell’indotto. L’azienda dei fratelli Citossi, dispone infatti di 10 impianti di taglio laser fino a 6000 watt di potenza; di sei impianti di punzonatura automatizzata con carico e scarico e cesoiatura, pannellatrice automatica e 25 presse piegatrici. Il tutto supportato da impianti specifici per la realizzazioni di lavorazioni di complemento. Fondamentale inoltre tutto il sistema non solo di monitoraggio della produzione, ma di controllo di qualità realizzato con impianti di controllo ottico e laser che garantiscono la misurazione in micron. I settori di destinazione sono i più diversi: dai componenti speciali per centrali idroelettriche, a macchinari per l’agricoltura, dal settore alimentare all’arredamento , dal condizionamento alla refrigerazione (solo per citarne alcuni) e la clientela è sparsa in molte parti del mondo dal Sud Africa, al Nepal, dalla Turchia all’India, dall’Uganda alla Cina, dove recentemente l’azienda ha vinto un’importante gara d’appalto, battendo concorrenti cinesi. Nel 2011 con un fatturato in crescita, l’Aussafer Due sta effettuando importanti investimenti che la stanno portando sempre più all’avanguardia della tecnica nel settore grazie a 3 nuovissimi impianti laser dotati di scarico e carico automatico con robot di gestione pezzi, una punzonatrice automatica elettrica con cesoiatura incorporata (prima in Italia), quattro nuove presse piegatrici alle quali si aggiungono l’acquisto di un nuovo fabbricato di 4500m2 costruito su terreno di 12000m2. Nel frattempo l’azienda, da sempre attenta alla sostenibilità eco-ambientale, ha dotato tutti i suoi fabbricati di impianto fotovoltaico che produce un totale di 1700 Kw, pari circa al 40% del suo consumo di energia elettrica. Realtà Industriale ha incontrato Claudio Citossi, per parlare della crescita della sua azienda e conoscere il suo punto di vista sui problemi e le prospettive dell’economia italiana e regionale. Claudio Citossi, come mai continuate a investire in Italia? Investiamo qui, perchè siamo già insediati qui. Se dovessimo ricominciare da capo, probabilmente penseremmo ad avviare l’attività altrove. Senza dubbio, infatti, l’avvio oggi di nuove attività imprenditoriali è frenata se non addirittura impedita da tutti i condizionamenti negativi che caratteriz- zano il sistema Italia, vale a dire instabilità politica, elevato livello costo del lavoro sul fronte degli oneri accessori, inefficienza del reparto infrastrutturale e grave incertezza dal punto di vista dei servizi pubblici. Tuttavia per quanto ci riguarda, la negatività derivante da questi condizionamenti sistemici, è stata smorzata puntando, a compensazione, su una forte spinta nell’innovazione produttiva e nello sviluppo di sempre più nuove tecnologie, al punto tale che, nonostante le gravi difficoltà in cui versa il sistema economico e il comparto manifatturiero in particolare, la nostra azienda quest’anno ha realizzato notevoli investimenti, nella convinzione che solo così sarà possibile superare la crisi generale riuscendo ad uscire ancor più forti alla fine di questo ciclo. Investimenti che dovrebbero portare prossimamente anche a una decina di nuove assunzioni: la ricerca del personale è difficile? Cosa si potrebbe fare per migliorare il rapporto fra industria, mondo della scuola e dell’università? La ricerca e la conseguente individuazione di personale adatto al nostro tipo di produzione non è facile perché sulle difficoltà di ordine giuridico normativo derivante da un sistema di relazioni industriali in via di faticoso aggiornamento, si somma una generale limitazione e comunque non sufficiente propensione per l’istruzione tecnica con una mirata specializzazione. A giovani che si prestano a scegliere il proprio indirizzo scolastico andrebbe indicata con più decisione questa strada economia intervista come quella in grado di fornire per il futuro le maggiori prospettive occupazionali. In considerazione di ciò quindi è necessario una maggiore integrazione tra scuola e produzione da effettuarsi mediante stages e scambi formativi e informativi fra istituti scolastici comprensivi dell’università e mondo del lavoro. Le scuole tecniche di oggi danno una preparazione sufficiente ai futuri lavoratori? Non proprio. C’è ancora un stacco notevole fra mondo della scuola e mondo del lavoro. Inoltre ci sarebbe bisogno di un recupero della disciplina e in tal senso anche le famiglie dovrebbero recuperare un certo rigore rispetto al senso del dovere. Speriamo che l’introduzione dei nuovi Licei tecnici possano dare un aiuto in tal senso... lo vedremo fra cinque anni. Qual è il segreto della vostra crescita? Il fatto di avere un’azienda ben capitalizzata e con una struttura finanziaria solida che ci consente di investire anche in un momento di crisi generale; la capacità di soddisfare i clienti più esigenti, anche per commesse relativamente piccole, grazie all’utilizzo delle tecnologie più avanzate e di personale altamente specializzato; l’abitudine a utilizzare sempre l’assicurazione del credito per contenere il più possibile il rischio dei mancati pagamenti. <strong>Confindustria</strong> cosa può fare di più o di meglio per agevolare la vita delle imprese? ottobre 11 9
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