claudio citossi - Confindustria Udine

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Associazione formazione Da non perdere Work Life Bilance (WLB) Per WLB si intende l’equilibrio raggiunto tra le energie che dedichiamo agli impegni professionali e quelle dedicate alla propria vita privata. Spesso in contraddizione tra di loro, la sfera personale e quella lavorativa costringono le persone a sacrifici, a rinunce, a compromessi per coniugare gli impegni professionali con la cura di sé e dei propri affetti. Il balance tra queste due dimensioni fondamentali è il risultato di una condizione di benessere professionale che, nei contesti aziendali, deve essere progettata tanto a livello organizzativo che personale. Il corso trasferisce indicazioni per la realizzazione del WLB a livello dell’organizzazione del lavoro e un approccio di self coaching rivolto a ciascuno dei partecipanti per creare una visione coerente dei propri ambiti di vita e mantenere il controllo consapevole delle proprie risorse psicologiche ed emotive. Il corso si rivolge a Manager e responsabili impegnati in ruoli di gestione e di motivazione di team di collaboratori. Per ulteriori informazioni è a disposizione la sig.ra Alessandra Cicero dell’Area Formazione (tel. 0432276203 – fax 0432276242 e-mail cicero@confindustria.ud.it). Alcune partecipanti al percorso formativo Il marketing relazionale (foto Gasperi) 40 ottobre 11 Corsi di formazione Confindustria Udine seTTemBre 2011 Acquisti 12 ottobre Il marketing d’acquisto: strumento indispensabile per cogliere tutte le opportunità offerte dai mercati di fornitura e contenere i costi 17 ottobre International Buyer Commercio estero 10 ottobre Garanzie internazionali e stand by letter of credit direttive Comunitarie 25 ottobre Direttiva Macchine (2006/42/CE) informatica 19 ottobre Gestione di contatti e posta elettronica in MS Outlook 2007 management 10 ottobre Ridurre errori, scarti, sprechi “MUDA” nei processi aziendali 11 e 17 ottobre Project Management: la gestione del gruppo di lavoro come chiave del successo 19 e 25 ottobre La comunicazione interpersonale per manager: tattiche e strategie di eccellenza 21 e 28 ottobre Work life balance Qualità 3, 4 e 5 ottobre Auditor interni di sistemi di gestione qualità sicurezza 3 ottobre I rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza – aggiornamento 3 e 5 ottobre I rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza – aggiornamento 5 ottobre I rappresentanti dei lavoratori per la sicurezza 10 ottobre Formatori antincendio 13 ottobre Addetti antincendio in attività a rischio medio 24 ottobre Sicurezza sul lavoro – Formazione per dirigenti e preposti (D.Lgs 81/08 – art. 37 – comma 7) vendite 13 ottobre Il post vendita come fonte di business percorsi finanziabili fondimpresa economica da concordare Sviluppo di competenze nella gestione economico-finanziaria dell’azienda Lingue straniere da concordare English at work da concordare Le francais des affaires da concordare Deutsch am arbeitsplatz management Da concordare Percorso di coaching manageriale – Coaching Room
Il nostro Paese negli ultimi cinque anni ha perso quasi 64 mila giovani imprenditori under 30. In particolare, il Nordest è l’area in Italia in cui il fenomeno è più allarmante, con il Friuli Venezia Giulia secondo in questa speciale classifica dietro alla “maglia nera” nazionale, rappresentata dall’Emilia Romagna. E ancora: oggi la nostra regione è quella con la più bassa percentuale di imprenditori sotto i 30 anni sul numero di imprenditori totali con una quota pari al 4 per cento sul tessuto complessivo. I dati diffusi da Datagiovani sul tema dell’imprenditoria giovanile non lascia spazio a interpretazioni di sorta e mette con le spalle al muro le dinamiche economiche e politiche della nostra regione, tuttavia ritengo sia fondamentale leggere con attenzione questi numeri e sviscerare alcuni aspetti che probabilmente non sono stati presi in esame. Fra questi, uno su tutti: i dati presentati dall’indagine sono meramente quantitativi e non tengono conto di un altro fattore di primaria importanza nel valutare la bontà dell’approccio dei giovani imprenditori del Friuli Venezia Giulia. Mi riferisco ai dati inerenti la mortalità delle imprese, e credo Associazione Gruppo Giovani Imprenditori Confindustria Udine L’italia torni ad essere un paese per giovani di Enrico Accettola presidente del gruppo Giovani Imprenditori di Confindustria Udine che, se andassimo a fondo in questa analisi, scopriremmo che la maggiore prudenza dei giovani imprenditori friulani fa rima con la possibilità di costruire imprese più solide e durature nel tempo rispetto ai giovani colleghi provenienti da altre regioni italiane, dove mettersi in proprio e avviare un’attività spesso è una sorta di ancora di salvezza per trovare un’alternativa alla precarietà o, peggio, alla disoccupazione. Dall’altro lato, tuttavia, è bene sottolineare che la scarsa propensione al rischio può diventare un evidente limite. Eccessiva saggezza e consapevolezza, soprattutto in giovane età, possono costituire un importante freno agli entusiasmi: senza un pizzico di incoscienza tante grandi imprese che hanno fatto, e che ancora oggi continuano a fare la storia del Friuli Venezia Giulia, probabilmente non sarebbero mai esistite. Oltre a questi fattori emozionali, non vanno dimenticati altri aspetti più oggettivi come quelli relativi, ad esempio, all’enorme difficoltà di accesso al credito da parte di un under 30 e al tema della scolarizzazione. Nella nostra regione il tasso di studenti Enrico Accettola laureati è infatti molto elevato e, oggi, un ragazzo arriva sul mondo del lavoro alla soglia dei 30 anni: è chiaro, dunque, che anche per ragioni anagrafiche una figura junior può essere fortemente penalizzata rispetto ai colleghi esteri. Il sogno per un giovane, secondo quanto si evince dall’indagine, è il posto fisso. Ma siamo sicuri che costituisca una strada più sicura e soddisfacente? Parrebbe di no, stando al fenomeno della fuga dei giovani cervelli, che sta assumendo dei numeri davvero esorbitanti se si considera che la pattuglia dei giovani emigranti italiani ha raggiunto quota 60 mila all’anno, con un trend che non riguarda più solo i ricercatori e le figure manageriali, ma comprende oramai categorie professionali trasversali. Ricette pronte all’uso per invertire questo fenomeno non esistono, tuttavia è necessario partire da due parole chiave come meritocrazia e investimenti, fondamentali per rendere competitivo il sistema Italia e dare speranze per il futuro alle nuove generazioni. Tornando all’indagine di Datagiovani, a mio avviso lo studio evidenzia un altro limite, ovvero quello connesso alla difficoltà di avviare un ricambio generazionale all’interno delle aziende. Questo è un problema che reputo tutto italiano, dal momento che nel nostro Paese si fa molta fatica a dare credibilità e responsabilità a un under 30. Si tratta di un problema che traspare in ogni campo, dal mondo economico fino al caso più lampante, ovvero quello della politica. Da imprenditore di prima generazione, che ha avviato il suo percorso professionale ben al di sotto dei 30 anni, non posso che confermare in prima persona le difficoltà a imporsi per un giovane. Sulla base della mia esperienza, oltre che da presidente del GGI di Udine, non posso che spronare i giovani a mettersi in gioco, a costruire con tenacia, serietà e grande senso di responsabilità il proprio avvenire e quello dell’Italia. Perchè il futuro del nostro Paese è nelle loro mani. ottobre 11 41
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