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A sinistra: pardule fresche,<br />
formaggelle di ricotta<br />
della Sardegna<br />
(photo © Alessio Orrù –<br />
stock.adobe.com).<br />
All’arrivo della stagione più<br />
mite si deve la disponibilità<br />
di certi ingredienti come la<br />
ricotta, ma alla fine della<br />
Quaresima è dovuto anche il desiderio<br />
di maggiori lussi a tavola, compresi dolci<br />
di più fine pasticceria. Ogni regione in<br />
Italia vanta uno o più specialità dolciarie<br />
prettamente dedicate alla Pasqua, così<br />
come se ne contano di innumerevoli, di<br />
origine pagana o cristiana, da Nord<br />
a Sud, per ogni ricorrenza e per ogni<br />
santo.<br />
Sebbene si sia persa la stagionalità<br />
delle preparazioni, poiché oggi<br />
moltissimi piatti vengono realizzati in<br />
ogni periodo, senza soluzione di continuità<br />
e senza rispetto dei tempi della<br />
tradizione, numerosi dolci possono<br />
essere ricondotti al periodo pasquale<br />
in maniera inequivocabile, alcuni dei<br />
quali apprezzati e divenuti famosi in<br />
tutto il Paese.<br />
La Gubana friulana, la Ciambella<br />
ferrarese, la Torta di riso di Massa Carrara,<br />
la Ciaramicola umbra, i Recresciuti<br />
laziali, il Pucellato dolce campano, sono<br />
solo alcuni esempi.<br />
In Sardegna, ad esempio, Pasqua<br />
significa soprattutto Pardulas o Casadinas,<br />
come vengono chiamate in alcune<br />
zone e poi erroneamente tradotte in<br />
italiano con il nome di “formaggella”. Si<br />
tratta infatti di piccole tortine di pasta con<br />
ripieno di ricotta o formaggio, zucchero,<br />
uova e aromi, nel Sud Sardegna anche<br />
zafferano, nel Nord uvetta.<br />
Qui, come in molte altre regioni, è<br />
tradizione preparare anche il pane con<br />
l’uovo, una pasta più o meno decorata<br />
con all’interno un uovo di gallina.<br />
Una specialità che si può ricondurre<br />
anche a tante altre zone del Belpaese e<br />
che, di volta in volta, prende la forma<br />
di una colomba, di una torta, di un cestino,<br />
di una brioche, di una gallinella,<br />
oppure è attorniata da vere e proprie<br />
decorazioni artistiche con tanto di fiori,<br />
disegni e altorilievi.<br />
Si tratta, tuttavia, di produzioni<br />
prettamente domestiche o artigianali,<br />
persino difficili da trovare in commercio.<br />
E per stare in tema di specialità ottime<br />
da gustare, ma anche molto belle da vedere,<br />
ecco l’Agnello pasquale siciliano,<br />
dolce tipico del comune di Favara (AG),<br />
ma presente con delle varianti anche<br />
nel resto dell’isola. Quello del comune<br />
agrigentino è particolarmente ricco<br />
e raffinato, essendo costituito da una<br />
pasta reale con ripieno di pistacchio.<br />
La classica decorazione è di zucchero<br />
fondente che copre l’intero agnello,<br />
tranne testa e collo, per un risultato di<br />
grande fascino e di forte significato<br />
simbolico.<br />
Lo è senz’altro anche la Pastiera<br />
napoletana, altro dolce tipicamente<br />
pasquale, che viene oramai consumato<br />
tutto l’anno. Su questa specialità le<br />
leggende che ne ripercorrono le origini<br />
si sprecano. Per taluni nascerebbe dal<br />
culto della sirena PARTENOPE; secondo<br />
un’altra più realistica ipotesi alcuni pescatori,<br />
rimasti in balia delle onde per<br />
un giorno e una notte, dichiararono di<br />
essere sopravvissuti grazie alla “pasta<br />
di ieri”, fatta con ricotta, uova, grano<br />
e aromi.<br />
Altri più semplicemente ritengono<br />
che furono le suore del convento di<br />
San Gregorio Armeno ad inventarla,<br />
mescolando gli ingredienti simbolo<br />
della resurrezione coi fiori d’arancio<br />
del giardino, sebbene la ricchezza<br />
degli ingredienti e la complessità dei<br />
gusti sembrerebbero invece ricondurre<br />
alla cucina di corte.<br />
Farina, simbolo di nutrizione; ricotta,<br />
simbolo di abbondanza; uova,<br />
che richiamano la fertilità; grano cotto<br />
nel latte, come la fusione del mondo<br />
animale con quello vegetale, i fiori<br />
d’arancio e i canditi sono alla base di<br />
questo dolce.<br />
Molti gli aneddoti attorno alla<br />
pastiera: si narra addirittura che MARIA<br />
TERESA D’ASBURGO, soprannominata la<br />
Regina che non sorride mai, cedendo<br />
alle insistenze del marito, re FERDINANDO<br />
II DI BORBONE, non poté far a meno di<br />
gioire nell’addentarne una fetta.<br />
<strong>Premiata</strong> <strong>Salumeria</strong> <strong>Italiana</strong>, 2/20 123