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Premiata Salumeria Italiana 2-2020

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Soppressata, salsiccia piccante e guanciale di Fiego – Fattoria Brigantesca.<br />

L’azienda nasce nel 2016, anche se<br />

la sua storia è più che centenaria. Era<br />

infatti il 1901 quando il sacerdote MICHE-<br />

LE TALARICO comprò per i fratelli ANNIBALE<br />

e GIOVANNI 100 ettari di terra ciascuno.<br />

I due fratelli capostipiti sposarono due<br />

sorelle, TOMMASINA e MARIA RIZZUTI, e la<br />

terra divenne la loro dote. Dal matrimonio<br />

di Giovanni nacquero EMANUELE ed<br />

ERCOLINO, che ereditarono il Fiego (“hjegu”,<br />

secondo la pronuncia locale), il cui<br />

nome non esiste sulle mappe ufficiali,<br />

che riportano invece il termine Fego,<br />

la cui etimologia è probabilmente da<br />

ricondurre a una variante dialettale della<br />

parola feudo.<br />

Anche il fiume che scorre nella<br />

proprietà si chiama Fego, le cui acque<br />

ancora oggi regalano piccole e saporite<br />

trote che assaggio a tavola insieme a<br />

Rosaria, nella casa di una sua dipendente<br />

e del marito di lei, accompagnata<br />

da ottime patate della Sila e ai primi<br />

salumi, frutto di una sperimentazione<br />

preliminare all’attività produttiva vera<br />

e propria.<br />

Un’impresa di 20 ettari, tra boschi<br />

di castagni, querce, ontani e noci, ma<br />

anche un antico frutteto di mele e ciliegie<br />

autoctone.<br />

Oltre alla parte dell’allevamento<br />

di suini Neri calabresi e ai locali di<br />

trasformazione e conservazione, questi<br />

appunto in corso d’opera.<br />

Nelle successive divisioni dei terreni<br />

tra gli eredi, il fondo originario<br />

perse la sua estensione e venne frammentato<br />

in appezzamenti più piccoli.<br />

Attraverso Giovanni, figlio di Ercolino,<br />

il Fiego arriva così alla quarta generazione.<br />

«Quando avevo cinque anni —<br />

ricorda la primogenita Rosaria — fui<br />

proprio io a estrarre davanti al notaio il<br />

bigliettino con la proprietà che toccava<br />

alla mia famiglia».<br />

Oggi, segno forse del destino, ha<br />

trasformato i suoi ettari nella Fattoria<br />

Brigantesca, tributo alla memoria degli<br />

antenati che con duro lavoro avevano<br />

trasformato la terra in un giardino e in<br />

un orto di prelibatezze.<br />

Da sempre le famiglie calabresi allevavano<br />

il “porco” per approvvigionarsi<br />

durante l’anno di tutta la gamma di<br />

prodotti alimentari e non che il suino<br />

poteva garantire. Fare gli insaccati era<br />

una vera e propria arte, intrinseca a<br />

questi luoghi. «Nei salumi non si usavano<br />

glutine, coloranti, derivati del latte,<br />

conservanti o altri additivi — racconta<br />

Rosaria — e anche noi vogliamo farli<br />

allo stesso modo: carne di maiale nero<br />

di Calabria e cunserva di peperoni e<br />

sale. Tutto qui».<br />

L’antica razza autoctona del suino<br />

Nero di Calabria rischiava l’estinzione<br />

perché meno redditizia dal punto di<br />

vista commerciale. Ma nell’impervio<br />

territorio calabrese era stata protetta<br />

dalla mescolanza con altri suini: più<br />

adattativi a qualsiasi terreno, essendo<br />

abituati al movimento, hanno sempre<br />

avuto un accrescimento più lento, garanzia<br />

di qualità della carne e di minore<br />

percentuale di grasso, fattori ideali per<br />

produrre salumi di qualità.<br />

Nel rispetto di questi valori i 60<br />

maiali neri dell’allevamento di Fiego<br />

vivono allo stato semibrado, grufolando<br />

liberi dentro un ampio recinto necessario<br />

per ragioni operative e sanitarie: con<br />

doppia recinzione, fisica ed elettrica,<br />

e alcune casette per il riparo.<br />

Nel recinto gli animali si alimentano<br />

con ghiande, castagne e mele cadute<br />

dagli alberi, ma anche con un’integrazione<br />

di patate fuori calibro, coltivate<br />

sempre in azienda, e di un pastone<br />

preparato con siero di latte e sfarinato<br />

di triticale (un cereale).<br />

A poca distanza dall’allevamento<br />

è presente un antico castagneto da<br />

frutto, mentre gli alberi chiusi nel recinto<br />

garantiscono la frescura agli animali<br />

durante i mesi estivi. Inoltre per il recupero<br />

dell’habitat i suini ruotano almeno<br />

due volte l’anno in due zone separate<br />

della proprietà.<br />

Dal punto di vista strutturale il progetto<br />

del “salumificio rurale artigiano”<br />

prevede la riconversione della vecchia<br />

stalla/fienile costruita dal nonno. Con<br />

l’obiettivo di produrre salumi calabresi<br />

tradizionali: capicollo, soppressata,<br />

pancetta, salsiccia dolce e piccante,<br />

guanciale, pancetta e ‘nduja, il tipico<br />

salume piccante spalmabile. Nessun<br />

additivo, a parte la cunserva a base di<br />

dolci peperoni rossi che rende i salumi<br />

unici nel colore e nel sapore.<br />

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<strong>Premiata</strong> <strong>Salumeria</strong> <strong>Italiana</strong>, 2/20

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