Vie&Trasporti n. 831 luglio 2019

VIAGGI
Pericolo canguri
Stanno calando le tenebre. Mentre un
guidatore esperto è in grado di percepire
eventuali esplosioni dei pneumatici
dei rimorchi dal modo in cui si comporta
il veicolo, un ‘novizio’ in queste
condizioni ha poche possibilità di accorgersene.
Ma a rendere la guida notturna
nell'entroterra particolarmente
pericolosa sono gli animali. I canguri
che durante il giorno sostavano all'ombra
degli alberi, ora sembrano aver preso
vita. I fari ne illuminano a centinaia
ai margini della strada. “Sono attratti
dalle luce – sottolinea il mio accompagnatore
- la tentazione è quella di frenare
o tentare di aggirarli, ma entrambe
le azioni possono avere conseguenze
disastrose. L'unica cosa che un driver
può fare è diminuire leggermente la velocità,
suonare il clacson elettronico e
abbassare il raggio luminoso perché le
fonti luminose tendono a congelarli sul
posto. Peggio ancora, creano un'ombra
che il canguro ritiene essere un altro animale
in procinto di attaccarlo e lo porta
a correre proprio in direzione del truck.
Naturalmente nessun driver vuole ucciderli
intenzionalmente, ma quando si
hanno dietro 50 metri e si trasportano
120 tonnellate le frenate di emergenza
sono impossibili”.
In passato questi convogli avevano distanze
di arresto simili a quelle dei treni
su rotaia ma le cose sono migliorate
notevolmente negli ultimi anni.
Secondo Manton, una tipica combinazione
da 43 tonnellate si ferma a 170
metri quando viaggia a 90 km /h, un
treno stradale da 120 tonnellate necessita
di 250-300 metri.
Ci sono carcasse di canguri lungo tutta
la strada. Una carneficina incredibile
se si pensa al ridotto numero di veicoli
che transita da qui stasera. Cerchiamo
di non investire quelli morti, la gabbia
toracica potrebbe forare i pneumatici.
I dingo e i gatti selvatici stanno iniziando
il loro pasto serale. "Le rollbar - sostiene
Manton - sono parte del cerchio
della vita. Uccidono i canguri, che nutrono
i coyote, gli uccelli, i dingo e i gatti
selvatici". Nei suoi 30 anni alla guida di
roadtrain, Manton ha avuto incontri
ravvicinati con ogni tipo di animale.
"La cosa peggiore è stato uno sciame di
api - ricorda – sembrava mi stessero
colpendo con un’arma da fuoco. Ho
azionato i tergicristalli ma la situazione
è peggiorata visto erano piene di miele.
Non potevo più vedere nulla".
Ci fermiamo in un caffè a Morven dove
c’è un parcheggio che ha le dimensioni
di un piccolo paese e qui tiriamo le
somme. Una combinazione come questa
potrebbe funzionare nel Vecchio
Continente? Certo che no, ma la prima
che abbiamo testato sì. È maneggevole,
sicura, produttiva per le aziende e
riduce l’impatto sull’ambiente. Non
sono l’unico a pensarla così.
"Questo è ciò che servirebbe al tuo paese
- sottolinea Manton, che ha visitato
il Regno Unito – con il sistema autostradale
migliore del nostro e punti di interscambio
nei pressi delle uscite per voi
sarebbe facile ottenere il massimo in
termini logistici”.
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N. 831 luglio 2019 - 43