2024_3-TRATTORI
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PROTESTA<br />
Dai campi<br />
alle piazze<br />
I cortei dei trattori hanno invaso tutta l’Europa.<br />
I motivi della protesta cambiano da Paese a<br />
Paese ma comune denominatore è la caduta<br />
del reddito. La scommessa ottimistica su una<br />
transizione ecologica ‘a basso costo’ è stata<br />
persa e gli agricoltori si sentono più ‘imputati’<br />
che protagonisti<br />
«Prezzi bassi, rese basse e costi<br />
alti il che si traduce in redditi<br />
compromessi. Su questo scenario<br />
si aggiunge l’entrata in vigore della<br />
nuova PAC (<strong>2024</strong>) che impone più<br />
impegni ambientali e vincoli agli<br />
agricoltori che lamentano aggravi<br />
amministrativi e requisiti ambientali<br />
più stringenti»<br />
Maneggiare la protesta<br />
degli agricoltori è piuttosto<br />
complesso, non<br />
solo perché rappresenta una<br />
questione delicata, ma anche<br />
perché cambia radicalmente a<br />
seconda del punto di vista da<br />
cui si osserva.<br />
Il punto di arrivo, anticipiamo<br />
il risultato di questo articolo<br />
è che non esistono risposte<br />
giuste o sbagliate, esiste solo<br />
la grande trasformazione che<br />
stiamo vivendo, che rappresenta<br />
una grande opportunità<br />
per molti, ma al contempo un<br />
enorme problema per molti<br />
altri. Un vero e proprio campo<br />
conteso nel quale tutti ci<br />
stiamo misurando ognuno con<br />
le proprie risorse e le proprie<br />
convinzioni; dallo scontro e<br />
dalla mediazione degli interessi<br />
nascerà una nuova realtà con<br />
nuovi equilibri, impossibili da<br />
prevedere oggi.<br />
E se oggi è il mondo agricolo<br />
a essere scosso, lo stesso<br />
sta accadendo, accadrà o è<br />
«La protesta, nata in Germania<br />
per l’abolizione degli incentivi<br />
sul gasolio agricolo è stata presto<br />
abbracciata dagli agricoltori europei,<br />
francesi, olandesi e belgi in primis,<br />
ognuno con proprie specifiche<br />
motivazioni. Se la causa comune è<br />
la perdita di reddito, non sembra a<br />
oggi esistere una precisa piattaforma<br />
rivendicativa»<br />
La protesta dei trattori<br />
sta interessando tutto<br />
il Vecchio Continente.<br />
Nel mirino degli<br />
agricoltori anche<br />
la Politica agricola<br />
comune (Pac) e il Green<br />
Deal che impongono<br />
vincoli ambientali più<br />
stringenti.<br />
accaduto in molti altri settori<br />
destinati a essere radicalmente<br />
trasformati, basti pensare, per<br />
restare in Italia, al settore automotive.<br />
Angelo Frascarelli presidente<br />
di Ismea fino al giugno<br />
2023 e Docente di Economia<br />
e Politica Agraria presso l’università<br />
di Perugia ha provato<br />
a delineare le ragioni delle<br />
proteste, facendo ben notare di<br />
come sia necessario: «distinguere<br />
tra motivazioni congiunturali<br />
e strutturali, tra temi che<br />
si possono affrontare nel breve<br />
periodo (basti pensare alla<br />
questione Irpef) e temi che si<br />
possono affrontare con azioni<br />
di lungo periodo» tenendo<br />
comunque presente che «l’agricoltura<br />
è sottoposta a cambiamento,<br />
l’incertezza normativa<br />
e sui mercati e la perdita<br />
di valore lungo la filiera sono<br />
i fattori che hanno scatenato la<br />
protesta».<br />
Le origini del dissenso<br />
La protesta, nata in Germania<br />
per l’abolizione degli incentivi<br />
sul gasolio agricolo, con una<br />
parziale marcia indietro del<br />
governo, è stata presto abbracciata<br />
dagli agricoltori europei,<br />
francesi, olandesi e belgi in<br />
primis, ognuno con proprie<br />
specifiche motivazioni (dalla<br />
richiesta di indennizzi più<br />
rapidi e sostanziosi in caso di<br />
calamità, all’opposizione per<br />
l’obbligo di diminuzione dei<br />
capi di allevamento, alla lotta<br />
contro l’importazione di prodotti<br />
da Paesi con standard inferiori).<br />
Se la causa comune è<br />
la perdita di reddito, non sembra<br />
a oggi esistere una precisa<br />
piattaforma rivendicativa e an-<br />
che i punti programmatici più<br />
volte pubblicati hanno diversi<br />
interlocutori.<br />
Il caso italiano in questo<br />
senso è significativo, dal momento<br />
in cui alcune questioni<br />
possono essere poste al governo<br />
(la questione Irpef) altre<br />
all’Europa (relativamente alla<br />
PAC e alla reciprocità della<br />
qualità delle produzioni), mentre<br />
alcune legate alla struttura<br />
organizzative del commercio<br />
mondiale (il valore aggiunto<br />
delle produzioni mal distribuito<br />
lungo la filiera) non hanno<br />
un interlocutore chiaro.<br />
«C’è una pressione a cui<br />
gli agricoltori sono sottoposti<br />
- spiega l’on. Paolo de Castro<br />
in una videointervista a Trattoriweb<br />
- perché il green deal, il<br />
farm to fork, tutte le decisioni<br />
della Commissione spingono<br />
verso un’accelerazione nella<br />
transizione ecologica, (rappresentano<br />
scelte compiute ndr.)<br />
nel momento più sbagliato<br />
perché noi avevamo già fatto<br />
una riforma della PAC entrata<br />
in vigore soltanto un anno<br />
fa, il 1° gennaio 2023 in cui<br />
la componente ambientale è<br />
significativamente aumentata,<br />
basti pensare agli ecoschemi.<br />
Abbiamo legato il 25% di tutti<br />
gli aiuti PAC ai comportamenti<br />
ecologici, ebbene, nel momento<br />
in cui gli agricoltori europei<br />
stanno applicando la nuova<br />
PAC con questi nuovi impegni<br />
ambientali la commissione ha<br />
messo sul tavolo almeno 4 proposte<br />
legislative che vanno ad<br />
accelerare questo percorso.»<br />
«Penso, - continua De Castro<br />
- al regolamento con il divieto<br />
di utilizzo di fitofarmaci, fino al<br />
50% di riduzione entro il 2030,<br />
penso alla direttiva emissioni<br />
industriali che aveva incluso<br />
le stalle paragonandole a<br />
una fabbrica, ma penso anche<br />
al regolamento sul ripristino<br />
della natura che ha dato una<br />
sensazione drammatica agli<br />
agricoltori - come se fino ad<br />
adesso gli agricoltori avessero<br />
distrutto la natura e quindi bisogna<br />
ripristinarla. Insomma<br />
gli agricoltori si sono sentiti<br />
sotto accusa, non protagonisti<br />
di questa transizione ecologica,<br />
ma imputati».<br />
Riassumendo il caso italiano<br />
Frascarelli propone 4 principali<br />
motivazioni che hanno<br />
portato a un calo del reddito da<br />
parte degli agricoltori e quindi<br />
alle proteste (anche se non di<br />
tutti, è bene sottolinearlo):<br />
«Il primo fattore è rappresentato<br />
dalla riduzione dei<br />
prezzi di alcuni prodotti, dei<br />
cereali e più in generale delle<br />
commodity che dipendono dal<br />
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