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2024_3-TRATTORI

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PROTESTA<br />

mercato internazionale. C’è<br />

stato un crollo dei prezzi veramente<br />

importante, basti pensare<br />

che il grano tenero che nel<br />

2023 valeva 380 euro a tonnellata<br />

oggi ne vale 220».<br />

«Oltre a questo - continua<br />

Frascarelli - il 2023 ha presentato<br />

un andamento climatico<br />

pessimo con cali di rese importanti<br />

in diversi settori: cereali e<br />

altre commodity, uva per peronospora<br />

causata da eccesso di<br />

pioggia, ulivo per la mancata<br />

allegagione (sempre per eccesso<br />

di pioggia) e nella frutta per<br />

effetto gelo».<br />

«Terzo la struttura dei costi<br />

di produzione: alti all’inizio<br />

2023, abbassatisi poi nel corso<br />

dell’anno, ma molto elevati<br />

all’inizio della campagna<br />

agraria».<br />

La fotografia<br />

Le aziende agricole italiane<br />

nel 2020<br />

Età dei capi d’azienda<br />

240.691<br />

Over 75 anni<br />

409.361<br />

60-74 anni<br />

FONTE: Istat<br />

1.130.528<br />

Totale<br />

25.322<br />

Under 29 anni<br />

129.985<br />

30-44 anni<br />

328.169<br />

45-59 anni<br />

Forma giuridica<br />

Individuale o familiare<br />

Società di persone<br />

Società di capitali<br />

Cooperativa<br />

Proprietà collettiva<br />

Altra forma<br />

1.133.023<br />

Totale<br />

1.059.204<br />

54.927<br />

11.011<br />

3.160<br />

2.495<br />

2.226<br />

In Italia i cortei sono in<br />

larga parte spontanei.<br />

Le organizzazioni di<br />

categoria non solo<br />

sono tenute ai margini,<br />

ma aspramente<br />

criticate dalla piazza.<br />

I punti salienti della<br />

protesta variano a<br />

seconda dei territori,<br />

del gruppo di<br />

appartenenza, delle<br />

idee politiche del<br />

singolo agricoltore. Ma<br />

ci sono alcuni punti in<br />

comune.<br />

«È ovvio constatare come ci siano<br />

interessi contrastanti, se si finanziano<br />

le piccolissime imprese si rischiano di<br />

mantenere in vita imprese improduttive,<br />

incapaci di compiere quegli<br />

investimenti necessari a essere efficienti<br />

anche dal punto di vista ambientale»<br />

Prezzi bassi, costi alti<br />

Quindi: prezzi bassi, rese basse<br />

e costi alti il che si traduce<br />

in redditi compromessi. Su<br />

questo scenario si aggiunge<br />

l’entrata in vigore della nuova<br />

PAC (<strong>2024</strong>) che, non solo,<br />

come ogni novità comporta<br />

incertezze, ma, in particolare,<br />

impone più impegni ambientali<br />

e vincoli agli agricoltori<br />

che lamentano aggravi amministrativi<br />

e requisiti ambientali<br />

più stringenti.<br />

Quarto punto, citato da Frascarelli,<br />

l’iniqua distribuzione<br />

del valore lungo la filiera, un<br />

fattore strutturale che nasce<br />

con il moderno sistema agroalimentare<br />

con un consumatore<br />

a caccia di nuovi servizi e nuove<br />

offerte, con prodotti sempre<br />

più ricercati, ma sempre meno<br />

legati al loro valore intrinseco.<br />

Su queste considerazioni si<br />

innestano una serie di osservazioni<br />

che vale la pena riportare<br />

e che vogliono evidenziare<br />

quanto la situazione sia complessa<br />

e difficile da rappresen-<br />

«In pratica riassumendo possiamo dire<br />

di essere in mezzo a una tempesta<br />

perfetta, che vede concorrere fattori<br />

strutturali e congiunturali sullo sfondo<br />

di una trasformazione spinta delle<br />

nuove tecnologie e della questione<br />

ambientale»<br />

tare, figuriamoci da governare.<br />

Il prezzo di alcune commodities<br />

basso è un problema<br />

per alcuni, ma è uno strumento<br />

competitivo per altri (si pensi<br />

agli allevatori); la questione<br />

dei dazi si ripropone ciclicamente<br />

e va inserita in un contesto<br />

in cui l’Italia è un Paese<br />

esportatore, mentre la questione<br />

della reciprocità delle norme<br />

sociali e ambientali, secondo<br />

Frascarelli «in buona parte<br />

viene rispettato, non sempre e<br />

non ovunque, ma si è fatto e si<br />

fa molto, ma non è un fattore<br />

nuovo, così come l’iniqua distribuzione<br />

del valore aggiunto<br />

lungo la filiera… sono problemi<br />

strutturali non di facile<br />

soluzione».<br />

«Vedo - conclude - un desiderio<br />

di protestare, di esprimersi<br />

visto che i canali tradizionali<br />

non sono stati capaci di<br />

ascoltare questo disagio, molte<br />

proteste non sono rivolte verso<br />

il governo italiano, ma contro<br />

la PAC e l’UE, ma non tengono<br />

conto che quest’ultima è il risultato<br />

di una discussione che è<br />

durata dal 2017 al 2022. Mol-<br />

La tempesta perfetta<br />

In pratica riassumendo possiamo<br />

dire di essere in mezzo<br />

a una tempesta perfetta, che<br />

vede concorrere fattori strutturali<br />

e congiunturali sullo<br />

sfondo di una trasformazione<br />

spinta dalle nuove tecnologie e<br />

dalla questione ambientale.<br />

Bisogna coltivare di più e<br />

meglio consumando meno acqua,<br />

utilizzando meno fertilizzanti<br />

e meno pesticidi, producendo<br />

di più a prezzi inferiori,<br />

salvaguardando la biodiversità<br />

e rigenerando il terreno. La<br />

PAC deve proteggere i piccoli<br />

agricoltori e le produzioni<br />

originali, facendo in modo che<br />

non siano elitarie, deve prota<br />

parte della società richiede<br />

che gli agricoltori prestino più<br />

attenzione all’ambiente alle<br />

modalità di allevamento (con<br />

meno antibiotici e meno pesticidi/fertilizzanti)<br />

e la PAC rappresenta<br />

il punto di equilibrio<br />

tra le esigenze degli agricoltori<br />

e della società. Bisogna tener<br />

conto che le politiche non<br />

le scrivono solo gli agricoltori,<br />

ma insieme tutti i cittadini<br />

europei. Il green deal europeo<br />

riguarda tutti, agricoltura edilizia,<br />

energia automotive, trasporti,<br />

industria».<br />

muovere le nuove tecnologie<br />

rendendole alla portata di tutti<br />

e contemporaneamente non<br />

penalizzare i produttori extra<br />

EU. Insomma tutti vogliono<br />

tutto e nessuno vuole rinunciare<br />

a qualcosa.<br />

È ovvio constatare come ci<br />

siano interessi contrastanti, se<br />

si finanziano le piccolissime<br />

imprese si rischiano di mantenere<br />

in vita imprese improduttive,<br />

incapaci di compiere<br />

quegli investimenti necessari<br />

a essere efficienti anche dal<br />

punto di vista ambientale. Se<br />

invece non si finanziano si rischia<br />

di perdere la passione,<br />

la qualità estrema, si rischia di<br />

perdere la biodiversità cultu-<br />

16<br />

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