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leStrade n. 1956 aprile 2024

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Le tecnologie per recuperare il GCB<br />

Alla norma UNI EN 13242 si collegano le norme<br />

UNI 11531-1 (con il recente aggiornamento del<br />

<strong>2024</strong>) e UNI 11531-2, per lo più usate nelle specifiche<br />

capitolari, che impongono limiti di impiego<br />

piuttosto restrittivi al contenuto di materiali bituminosi<br />

nei vari strati di una struttura stradale:<br />

1. ≤ 30% nell’Anticapillare (Ra30-),<br />

2. ≤ 30% nella Fondazione non legata (Ra30),<br />

3. ≤ 1% nella Base non legata (Ra1-)<br />

4. ≤ 30% nella Fondazione legata (Ra30-)<br />

5. ≤ 1% nella Base legata (Ra1-)<br />

Le modalità di reimpiego in questi casi, in cui il<br />

GCB si comporta sostanzialmente come un aggregato<br />

qualsiasi, sono piuttosto semplici e consistono<br />

sostanzialmente in una miscelazione in<br />

impianto dedicato o in sito, a temperatura ambiente,<br />

di inerti naturali, fresato e altri materiali<br />

da riciclo (se disponibili). In genere, in questo<br />

tipo di applicazioni, ad eccezione di situazioni<br />

particolari, non è previsto l’impiego di additivi<br />

specifici per permettere il riutilizzo di GCB.<br />

Alcune altre consuete applicazioni, che riguardano<br />

gli strati profondi, possono invece rientrare<br />

nelle categorie sopra descritte ma anche in quelle<br />

dei conglomerati bituminosi:<br />

6. Fondazioni stradali prodotte in impianto o in<br />

sito con Bitume schiumato;<br />

7. Fondazioni stradali o basi prodotte in impianto<br />

o in sito con Emulsione da riciclaggio.<br />

In questi casi in cui si parla di produzione a freddo<br />

(Cold Mix Asphalt), che non necessita di riscaldamento<br />

e dell’asciugatura del fresato, le Norme<br />

Tecniche di Capitolato prevedono percentuali di<br />

reimpiego di fresato fino al 100%.<br />

A prescindere che la miscelazione avvenga in impianto<br />

dedicato o in sito, tramite il cosiddetto treno<br />

di riciclaggio, il legante utilizzato dovrà essere<br />

a base di bitume e necessiterà di appositi additivi<br />

che ne permettano l’impiego con fresato a temperatura<br />

ambiente. Nello specifico i leganti utilizzati<br />

all’atto della miscelazione sono i seguenti:<br />

• emulsione bituminosa da riciclaggio: si tratta<br />

di una speciale emulsione cationica (acida)<br />

sovrastabilizzata realizzata con acqua, bitume<br />

(normale o modificato), emulsionanti specifici<br />

(tipo Iteracid ID/10) e additivi stabilizzanti<br />

(tipo Itertix BIO-L);<br />

• bitume schiumato: è ottenuto aggiungendo al<br />

bitume caldo modeste quantità d’acqua a tem-<br />

Figura 2. Riciclaggio<br />

a freddo con emulsione.<br />

Figura 3. Riparazione<br />

di dissesto con Iterlene<br />

ACF 1000 HP Green.<br />

peratura ambiente ad una determinata pressione<br />

(circa 2-3% sul peso del bitume) che,<br />

evaporando, forma la schiuma. Il bitume può<br />

essere additivato con speciali agenti schiumogeni<br />

(ad esempio Iterfoam Iter) che garantiscono<br />

un adeguato aumento di volume (circa<br />

pari a 15-20 volte), una corretta durata di<br />

schiumatura, tempi di mescolazione più lunghi<br />

ed un miglior ricoprimento dell’aggregato.<br />

Per quanto riguarda le superfici transitate dai<br />

mezzi, o comunque gli strati più superficiali della<br />

sovrastruttura stradale, assumono sempre<br />

più importanza alcune caratteristiche precise del<br />

GCB. È necessario considerare che il bitume, che<br />

compone il fresato e ricopre gli aggregati, subisce<br />

durante la sua vita in esercizio trasformazioni<br />

fisico-chimiche, per effetto di processi di ossidazione,<br />

che portano alla perdita delle originarie<br />

caratteristiche causando un aumento della sua<br />

viscosità, durezza e fragilità.<br />

La principale problematica legata all’impiego del<br />

GCB in miscele di conglomerato bituminoso di<br />

nuova realizzazione è l’elevato stato di ossidazione<br />

in cui si trova il bitume in esso contenuto.<br />

Tale stato ossidativo è causato dal duplice invecchiamento<br />

che subisce sia a partire dalle fasi di<br />

confezionamento e stesa (invecchiamento a breve<br />

termine – “Short Term Aging”), sia durante la<br />

vita in esercizio a causa dell’azione degli agenti<br />

atmosferici e dell’irraggiamento solare (invecchiamento<br />

a lungo termine – “Long Term Aging”).<br />

L’ossidazione produce una riduzione della matrice<br />

oleosa con conseguente modifica della viscosità<br />

rispetto alle condizioni originarie. Il bitume assume<br />

maggiore rigidezza e fragilità che, a basse<br />

temperature, può determinare problemi di fessurazione<br />

termica (“Thermal Cracking”), mentre<br />

alle temperature di produzione e stesa del<br />

conglomerato può presentare problemi di lavorabilità.<br />

Assumono quindi fondamentale importanza gli<br />

additivi “rigeneranti” (facenti parte della famiglia<br />

degli Additivi Chimici Funzionali – ACF) che,<br />

aggiunti alla miscela, permettono di ridurre la viscosità<br />

e rigidezza della stessa, con conseguente<br />

aumento significativo della percentuale di fresato<br />

reimpiegabile. Questi prodotti sono in grado<br />

di ripristinare le proprietà reologiche e chimiche<br />

del bitume invecchiato e vanno distinti dagli oli<br />

flussanti spesso spacciati come rigeneranti. La<br />

norma UNI 11837 all’appendice C specifica le<br />

procedure per la classificazione di un additivo rigenerante<br />

e antiossidante.<br />

Ciò premesso, descriviamo di seguito un altro<br />

esempio di asfalto prodotto a freddo con l’impiego<br />

del 100% di GCB che consiste nella tecnologia<br />

dell’Asfalto a freddo tappa-buche (Cold Patching<br />

Asphalt Mixture).<br />

Iterchimica propone quattro diverse tecnologie:<br />

8. Asfalto a freddo stoccabile per tempi brevi<br />

(circa 72 ore);<br />

9. Asfalto a freddo stoccabile per tempi lunghi<br />

(circa sei mesi);<br />

10. Asfalto a freddo tappa-buche tradizionale;<br />

11. Asfalto a freddo tappa-buche prestazionale.<br />

Per quanto riguarda il primo caso, Iterchimica ha<br />

messo a punto un additivo specifico, denominato<br />

Iterlene ACF 1000 HP Green, che rende possibile<br />

l’utilizzo del 100% di GCB. L’additivo possiede<br />

caratteristiche rigeneranti/antiossidanti, disper-<br />

Materiali&Tecnologie<br />

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<strong>leStrade</strong> 4/<strong>2024</strong><br />

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