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Previdenza

Copertina - Enpam

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PREVIDENZAtervenire, anche, in questosettore, per cercare di ridurreil debito pubblicoaccumulato in tanti annidi allegra finanza.I primi interventi furonoabbastanza timidi. Pochemodifiche riguardanti soprattuttogli anni di contribuzioneutili al pensionamentoe qualche riduzionedegli importi pensionistici.Ma non bastarono.Fu necessario interveniresul sistema informa strutturale.E la riforma, che porta ilnome dell’allora Presidentedel Consiglio, Dini, nel1995 pose in essere uncambiamento sostanzialedel trattamento pensionistico.Dal sistema di calcoloprevidenziale basato sull’importodell’ultimo stipendioin godimento almomento dell’uscita (sistemaretributivo) si è passatiad un sistema di calcolo,molto meno favorevole,basato sui contributiversati in tutta la vita lavorativa,modicamente integratidagli interessi maturatinel tempo, e da cui siricava la pensione medianteun coefficiente di rendimentovariabile in relazioneall’età del richiedente.Un vero e proprio interessebancario sulla base diquanto raccolto nel tempo.Ma poiché la legge preservadal calcolo contributivocoloro che al 31 dicembre1995 potessero vantare al-meno 18 anni di contributi,l’effetto del nuovo e riduttivostrumento previdenzialeè stato, di fatto,spostato nel tempo. Ciò haobbligato il legislatore,sempre alla ricerca di risparmi,ad intervenire, quasiogni due anni, per modificare,in peggio, i requisitiper il pensionamento,con l’obiettivo di allontanareil dipendente dall’uscitadal lavoro, ovveroriducendo il quantum dellapensione.Ma per i medici, in particolarequelli dipendentidalle aziende sanitarie, ilvero trauma è stato ed èrappresentato dalla perditadi individualità economicadella propria Cassa diriferimento.La CPS, inglobata nel nuovoistituto previdenzialeper i pubblici dipendentiInpdap, ha perso, via via,tutte le sue riserve, utilizzateper ripianare i debitidelle Casse di altri dipendentipubblici, le sue proprietàimmobiliari, vendutesottocosto, e quindi lasua autonomia economicache avrebbe potuto garantire,per un ampio futuro,la categoria.L’Inpdap è caduto, da qualcheanno, in una situazionedeficitaria, da poter definirestrutturale, e per il futuronon si può pensare chead un intervento diretto delloStato attraverso la fiscalitàgenerale.I sanitari tendono a lavorarepiù a lungo di altre categoriedi lavoratori““Un quadro piuttosto cupoche si correla ad un quadronon meno chiaro delle condizionilegislative espressedi continuo a modifica delleprecedenti e che dannoa tutta la categoria medicala forte sensazione di precarietà.Da un innalzamentoimmediato degli annidi contribuzione necessariper il pensionamentod’anzianità (in una notte,quella del 31 dicembre1995, dai circa 25 anni primarichiesti si è passati aduna contribuzione di almeno35 anni) ad una seriedi modifiche in crescendodell’età anagraficaminima con l’introduzionedelle “quote” determinatedalla sommatoria fra annidi contribuzione ed etàanagrafica, attestando, quest’ultima,però, intorno ai60 anni, all’ultima invenzionedella “finestra mobile”,che impone di rimanerein servizio 12 mesi in piùdal momento della maturazionedel diritto, e il cuitempo verrà spostato sistematicamentein avanti correlatocome sarà, dal 2015,all’incremento della speranzadi vita.E che dire delle dottoresseil cui pensionamento divecchiaia, prima raggiungibilecon sessanta anni d’età,viene spostato dal 2012 addiritturaai 65 anni!Cosa si può, allora, pensareche possa ancora accaderein questo settore cosìdelicato.(segue a pag. 10)8 - 20109

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