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Copertina - Enpam

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AFGHANISTANMedici giustiziati,erano cristianiNuova tragedia in Afghanistan. Sono stati trucidati in otto più dueinterpreti. S’è salvato l’autista che leggeva versetti del Corano.Curavano gli occhi malati di bambini, donne e anzianidi quel mondo sempre più lontanodi Giuliano CrisalliUna qualunque giornatadi agosto in un“punto” dell’Afghanistan.Scariche di kalashnikov.Urla. E poi, silenzio.Sdraiati scompostamentesul terreno dieci cadaverisporchi di sangue.Poco più in là un uomo,con il turbante, recita versettidel Corano.Subito dopo un comunicato:“Abbiamo giustiziatodei missionari cristiani”.È vero, nelle tasche dellegiacche a vento le vittimetenevano la Bibbia, ma nelleborse appese al collo chegli assassini non hannoaperto, c’erano strumentichirurgici, flaconi di disinfettante,antibiotici, garze,siringhe e bende. Erano ottooccidentali, cinque uominie una donna americani,più una tedesca e uninglese e due interpreti afghani.L’autista ha salvatola pelle perché stava pregando.Così dicono.Da anni il gruppo andava acurare bambini e adulti congli occhi malati. FacevanoIl dottor Tom Littletutti parte di un’organizzazioneinternazionale, l’InternationalAssistance Mission(Iam) che comprendemedici, dentisti, oftalmologi,infermieri. Gente che èriuscita a far nascere quattroospedali per curare e aiutarebambini, donne e vecchiammalati.“Facevano parte di un’organizzazioneinternazionale che comprendemedici, dentisti, oftalmologi e infermieri“Otto poveri cristiani che datempo, fatta la pace con laparola “pericolo”, avevanoregalato spiragli di luce acentinaia e centinaia di infelici.Ad imbracciare i mitragliatoricontro di lorouomini, come ha raccontatoil superstite graziato,con “lunghe barbe rosse elo sguardo pieno di odio”.Il capo del gruppo era ildottor Tom Little, un americanoche andò in Afghanistanper la prima voltanel 1979, alla vigilia dell’invasionesovietica.Little avrebbe potuto viverenell’agiatezza nella suaNew York invece, aiutatodalla moglie Libby, avevascelto di curare i deboli diquel mondo lontano pienodi insidie. Una compagna,la moglie, che spesso il dottorTom portava con se insiemealle tre figlie che dovevanoimparare a volerbene a chi soffre. Questavolta no.Le ha lasciate sole mentrelui continuava a spostarsida una località ad un’altra,da una montagna ad un’aridapianura, percorrendostrade quasi impraticabiliinsieme ai colleghi, tutti specialistiin varie branche dellamedicina. Più un’infermierapacifista.Nei momenti di stanchezzain questo lungo peregrinare,leggevano a turnobrani della Bibbia.Le loro voci flebili sono diventateun’unica voce cheoggi rimbomba e continueràa rimbombare in tutto ilmondo anche in quella parte“civile” che, per paura,continua a vivere e a prosperarein un silenzio imbarazzatoe imbarazzante.Tanti medici, in questi ultimianni, sono morti neiterritori in fiamme mai, però,giustiziati e, subito dopo,“celebrati”, come missionari,dai loro assassini.Trucidati. Non hannochiesto pietà. Si sono accontentatidi alzare gli occhial cielo prima che arrivassela morte. E li chiamanoeroi.Onore a questi medici. •8 - 201037

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