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Previdenza

Copertina - Enpam

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IL PERSONAGGIOCinquantuno anni al serviziodi Ippocrate: di cosa vaparticolarmente fiero nelsuo curriculum sanitario?Di un’operazione legata allaterza specializzazione,quella in Oncologia, che miconsentì di organizzare, nel1965, nell’Ospedale di Pesaro,un “Servizio per laprevenzione dei tumorifemminili” basato sul Paptest e sulla mammografia.Fu il primo screening dimassa, in Italia, realizzatoattraverso gli enti locali, primadella cosiddetta riformasanitaria dei primi anni settanta.L’intervento fu portatoavanti da una struttura- inesistente in natura -formata da Comune, Provinciae ospedale: qualcosache prefigurava la USL, ancoradi là da venire. Il messaggioera che la difesa dellasalute competeva alloStato, e per esso dalle suearticolazioni sul territorio.Sembra impossibile, ma alloraera un concetto rivoluzionario.Fu una grandeesperienza.Lei, uomo che frequentaabitualmente il mondo diEsculapio e quello del pentagramma,cosa pensa dell’applicazione(ed efficacia)terapeutica della musica?Non ho un’opinione precisa:la mia segretaria Alexia,esperta in naturopatia, ne samolto più di me e spesso miracconta cose interessanti.Quello che invece so percerto è che la bellezza trasfiguratadalla musica (maanche dalla poesia e dallearti visive) è un ingredientefondamentale della vita, chenon serve a niente, ma è indispensabile.Il suo primo incontro conRossini?A cinque anni, d’estate, coni miei genitori. Era il Barbieredi Siviglia, e ricordobenissimo che Don Basilio,nell’aria della calunnia, almomento del “colpo dicannon” mollava un pestonesul piede di Don Bartolo,che si metteva a saltellaredicendo ahi, ahi. Nelcorso della mia vita credodi aver rivisto questa gagalmeno un centinaio di volte.L’incontro col vero Rossini,quello che mi ha cambiatola vita, è invece avvenutoalla Scala di Milano,nel 1969, quando hoassistito (ancora) al Barbieredi Siviglia diretto daClaudio Abbado, nella primaedizione critica a curadi Alberto Zedda. Fuun’emozione travolgente:non avevo mai sentitoRossini eseguito così,cioè restituito a unatrasparenza, eleganzae leggerezza mozartiane.Fu in quella occasioneche ebbi la primaconfusa idea di unFestival, inevitabilmentepesarese, che siproponesse di restituireal mondo tutto ilLa riscoperta del Rossini drammaticoha restituito a tutti la sua veraimmagine: un autore assai poco latino,astratto, sperimentale, inafferrabileRossini sconosciuto, recuperatoalla lezione originale:qualcosa che potei trasformarein un progettoconcreto - il Rossini OperaFestival - qualche anno dopoattraverso il collegamentostrutturale con il lavoroscientifico della FondazioneRossini.Indubbiamente, il Genio diPesaro è tra i compositoripiù eseguiti e amati nelmondo. Qual è, secondo lei,la ragione di un così alto einossidabile gradimento?Fino a 30 anni fa, di Rossininel mondo si eseguivanopochissime opere oltre alBarbiere, donde l’equivocodi un autore maestro esclusivodell’opera buffa. La riscopertadel Rossini drammatico,avvenuta dai palcoscenicipesaresi, ha restituitoa tutti la sua vera immagine:quella di un autore assaipoco latino, astratto,sperimentale, inafferrabile.La ragione del suo crescentesuccesso, credo, sta nelfatto che un’epoca di grandiinquietudini riscopre unodei più enigmatici, affascinantie inquietanti dei grandimusicisti.Il duplice marchio (cromosomicoed artistico) Mariottisi riferisce a lei, storicosovrintendente del ROFe a suo figlio Michele Mariotti,giovane e affermatodirettore d’orchestra: ciòpuò anche calamitare pregiudizisommari e riduttivi.È successo?Per fortuna, no. C’è da direperò che, proprio perevitare la banale etichettadi “figlio di”, Michele hadeciso, d’accordo con noi,di intraprendere il suo percorsoprofessionale lontanoda Pesaro. In cinque annidi “esilio” ha poi costruito,con le sue sole forze,una carriera che lo haportato nei maggiori teatriinternazionali, fino allaScala. Così quest’anno èentrato al Festival limpidamentedalla porta principale,invitato e trattato comequalunque altro direttoredegno della ribalta pesarese.Tutto qui: alle voltesuccede.Suo figlio Michele ha31 anni e, combinazionefatale, il Festivalda lei fondato è allaXXXI edizione. Qualisono le sue aspettativeper il futuro comepadre e come sovrintendente?La carriera di Micheleè del tutto autonomarispetto al sovrintendentedel ROF; i mieisentimenti e le mieemozioni di padre appartengonoesclusivamentealla sfera privatae personale. •8 - 201055

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