L’INTERVISTA/3di Andrea SermontiCome è cambiata la sanitàin trentatré anni,da quando lei hainiziato la sua carriera?È cambiato molto nel saperemedico, e nella sanitàche di quel sapere e dell’eserciziodi quel sapere neè il contenitore. Sono cambiatele regole, sono mutatimolti valori. La fine dellamutualità, l’istituzionedel SSN nel ‘78, l’aziendalizzazionenel ‘92. Conl’ospedale, in particolare,sempre al centro di ogni polemicae scandalo, ma semprepunto fermo di riferimentoper i pazienti : 24 oresu 24 a disposizione di tutti,indistintamente. Ma il verocambiamento, direi epocale,è stato il sistema di finanziamentoper DRG.Giustamente l’accento andavaanche posto, e nellagiusta rilevanza, sugli aspettieconomici, sulla lotta aglisprechi e alle inefficienze,Cesare Catananti, direttore generaledel Policlinico Agostino Gemelli di Roma.Calabrese, 61 anni, laurea in medicinae successive specializzazioni in Cardiologiaed in Igiene. Autore di oltre 250pubblicazioni, di un “Trattato di Igienee Tecnica Ospedaliera” (Il Pensiero ScientificoEditore) e di un saggio su “Medicina: valorie interessi. Dichiarati e nascosti” (Vita ePensiero). Docente di Storia della Medicina,ha maturato una lunga esperienza all’esteronel campo della cooperazione medicaDirettore generale,al Gemelli è medicoma si è purtroppo esasperatoquesto aspetto senzadare una altrettanto giustaenfasi alla qualità della cura.Si sarà guadagnato inefficienza gestionale ma,temo, si è molto perso insolidarietà. E il tutto in uncontesto economico che,per molti versi, è una finzione.Le tariffe delle prestazionisono, in genere,assolutamente insufficientia coprire i costi di “produzione”e allora con ilmeccanismo del ripiano,sotto diverse forme, si copronoi disavanzi. E’ unarealtà nota a tutti gli addettiai lavori, ma si continuacosì …Siamo ancora il migliorServizio Sanitario, comericonoscono anche all’estero?GEMELLI, OSPEDALE “FARO”DEL CENTRO-SUDIl Policlinico Gemelli ha un ‘record’ a livellonazionale: è il primo ospedale per acuti comenumero di utenti ricoverati da fuori regione, con unapercentuale superiore al 20%. “Questo ci spinge adessere sempre più bravi e preparati: chi fa un mestierecome il nostro – io nasco medico clinico – sa che ilclinico ha la gratificazione del rapporto medicopaziente,mentre per chi fa un lavoro come il nostrola gratificazione è data dal sapere che il personalemedico e infermieristico possa svolgere al meglio lasua professione, in un contesto organizzativo checonsenta di dare il meglio al paziente”.In termini di accessibilità edi equità direi proprio di si.Ma la deriva finanziaria staprovocando una serie didanni di cui forse non se nericonosce la gravità. Il raggiungimentodell’equilibriodi bilancio è di fatto diventatoun’ossessione quotidianae strategica. E tuttele migliori energie della direzionee dei medici sonoassorbite in maniera eccessivada questo obiettivo.Sono più le riunioni perbudget e tagli al budgetche quelle per capire meglioi problemi dei pazienti,del personale di assistenza,per programmarecon un accettabile grado diserenità il futuro.Quali a suo giudizio i nodicritici?Il finanziamento del sistema,costantemente sottostimato,come ogni annoribadisce la Corte dei Conti,e che inevitabilmentegenera disavanzi con tuttociò che poi ne consegue.Ma anche la difficoltà inmolte Regioni di garantirela continuità della cura percarenza di strutture territoriali.Per non parlare della“questione anziani” che,seppure con differenze importantia livello nazionale,è la vera emergenza nazionale.In che senso?È la vera “epidemia” diquesti anni. Ma non esistonostrutture sufficientinel territorio per affrontarele esigenze socio-sanitariedi questa fascia di popolazione.Le RSA pubblichenel Centro Sud sono208 - 2010
L’INTERVISTA/3quasi del tutto inesistentie l’ospedale per acuti sitrova, obbligatoriamente,a dover fare il buttafuoridi pazienti che hanno bisognodi riabilitazione, dilungodegenza, di una genericaassistenza sanitaria.E nel territorio c’è il vuoto…Questo del rapportotra ospedale e territorionella gestione degli anzianiè un problema moltograve e in continuo “peggioramento”,non foss’altroche per l’invecchia-mento generale della popolazione.All’interno dell’ospedalepossiamo offrireanche il massimo, ma se poinon c’è la continuità assistenzialesul territorio diventaun problema pesantissimo.Anche perché, nondimentichiamolo, stiamoparlando della fascia di popolazionepiù fragile e indifesa.E questo è ancor piùodioso.La sua giornata è piuttostopiena …Non c’è dubbio. AlGemelli, con circa5mila dipendenti e1900 posti letto, illavoro non mancadi certo! Ma bastasapersi organizzare,avere degli ottimicollaboratori e conloro condividere ilgioco di squadra. Ela squadra è moltocomposita. Unasquadra nella quale,a parte i diretti collaboratori,svolgonoun ruolo chiave iprimari – o dirigentidi struttura complessa,come oggi sichiamano – e le caposala.Sono loro gli altiufficiali che hanno in manoil vero governo dell’ospedale.Con tutti lorovanno condivise le scelte eaffrontate le difficoltà. Senzadi loro non c’è direzioneche tenga.Essere medico ritiene cherappresenti un vantaggioper il suo lavoro?Credo proprio di si. Ma ovviamentela mia è una rispostadi parte. Ritengoperò che l’essere medicoTROPPI AVVOCATI TRA MEDICO E PAZIENTE?uando ogni mattina apro la posta trovo una notevole percentuale di“Q‘contenziosi’ medico-paziente – ammette Cesare Catananti – mentre quandoero giovane medico di direzione sanitaria capitava una volta ogni due-tre anniche un paziente si lamentasse; questo ci costringe oggi a disporre di uno staff dimedici di direzione sanitaria, di medici legali e di avvocati che sono chiamati adinteressarsi quasi quotidianamente di questi problemi. Oggi il paziente, a differenzadi trent’anni fa, si sente giustamente titolare di diritti che devono essere tutelatiin maniera molto più articolata. Anche se, debbo dire onestamente, in molteoccasioni strumentalmente forzata dalla ‘sugestione’ di qualche soggetto interessatopiù alla conflittualità in sé che alla tutela del paziente”.consenta di mettere sulcampo e di confrontarsicon quei valori di fondo edessenziali per la medicina,si pensi solo all’interesseper il paziente, che caratterizzanoappunto l’esseremedico. Ciò, però, non vuoldire che chi non medico èsvantaggiato nello svolgerequesta funzione. E’ fondamentaleavvalersi di collaboratoriche coprano quellearee in cui il Direttore generalesi sente meno preparato.Se avesse una bacchettamagica, quali sarebbero isuoi 3 desideri da esaudire?Al primo posto metterei…un ambiente di lavoro chesia veramente gratificanteper tutti! Poi chiederei certezzadei finanziamenti, inmancanza della quale ogniprogrammazione salta. E perultimo sogno la riduzione alminimo indispensabile delleconflittualità. Ma credoproprio che ci vorrebbe labacchetta magica!Medico… e non solo: qualisono, se ne ha, i suoihobbies?Mi piace molto la prestidigitazione:mi affascina coinvolgeregli amici sul terrenodel quel che appare nonquel che è… E poi il golf.Ho giocato ininterrottamentea tennis per oltre 40anni poi, casualmente, hoscoperto il golf. E’ una sfidacon se stessi, è la ricercadel controllo del gesto,della perfezione… Mi piaceda solo al mattino prestostare con me stesso, tragli alberi, tentando di centrareil green… •8 - 201021
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