L’INTERVISTA/1Laureato in Medicina e chirurgia pressoil Policlinico Gemelli di Roma si è specializzatoin Neurochirurgia. Diviene Assistente pressola neurochirurgia diretta dal prof. Gianfranco Rossie nel ’75 svolge un corso di perfezionamento a Montrealsulla chirurgia dell’ipofisi. Nel 1994 diviene Ordinariodi neurochirurgia a Perugia sino al quando, nel 1998,viene chiamato nella capitale dall’Università Cattolicadel Sacro Cuore a dirigere la neurochirurgia“Atena”, la neurochirurgiacontro alcol e droghedi Carlo CiocciProfessore, lei è statoil promotore dell’onlusAtena: di che cosavi occupate?L’associazione Atena –Associazione terapie neurochirurgicheavanzateatenaonlus@rm.unicatt.it– si occupa, in collaborazionecon l’Istituto dineurochirurgia del Gemelli,di promuovere estimolare la ricerca relativaai tumori cerebrali,sull’uso delle cellule staminaliper la neuro rigenerazione,la genetica deglianeurismi; abbiamoanche un laboratorio diricerca che si occupa dichirurgia vascolare sperimentalee di laser in neurochirurgia.Tutto questoha l’obiettivo di migliorarele nostre capacità dicurare le malattie che colpisconoil cervello.Come diffondete le attivitàdell’associazione?Atena svolge numeroseattività per uscire alloscoperto. Quest’anno, mipiace ricordarlo, ci siamoincontrati a Roma al Nobilecollegio chimico farmaceuticoper premiarericercatori e dibattere suun importante argomentonel campo delle neuroscienze:gli effetti sulcervello provocati dall’abusodi droghe e alcol.Proprio l’impegno per cercaredi preservare il cervelloda lesioni ci ha portatoad occuparci dei danniche l’alcol e le drogheprovocano, aspetto socialerilevante considerata soprattuttotra i giovani ladiffusione dell’abitudine adubriacarsi ed assumeredroghe.Da tempo abbiamo trasmessonotizie in merito suipiù potenti mezzi di comunicazione:l’incontro di Romaè stato l’occasione perricordare all’opinione pubblicai rischi delle drogheche si reperiscono anche attraversoInternet, drogheche, magari, vengono contrabbandateper tisane, mache sono vere e proprie sostanzestupefacenti. Sullascia di questi incontri, recentemente,abbiamo avutola possibilità di apparirea Quark, la nota trasmissionetelevisiva Rai condottada Piero Angela.Perché un neurochirurgosi interessa di droghe?L’interesse da parte delneurochirurgo sull’argomentonasce dal fatto chealcune droghe, come la cocainae l’ecstasy, determinanodei picchi di ipertensionearteriosa molto graviche possono provocareemorragie cerebrali. Noi,dal nostro osservatorio, negliultimi anni vediamo uninnalzamento dei casi diemorragie in soggetti giovani,mentre in tempi passatisi trattava di patologieprevalentemente dell’anziano.Tale tendenza sispiega proprio con l’as-sunzione delle droghe.Sappiamo che una grossafetta della popolazione èportatrice di aneurismi intracranici:secondo le statistichene è affetto circa il5 percento della popolazione.Ovviamente noncorrisponde al 5 percentodi emorragie, altrimenti sitratterebbe di una vera epropria catastrofe nazionale.Ma supponiamo diavere un ragazzo di venticinqueanni che ha unaneurisma intracranico,che probabilmente non siromperebbe mai nel corsodella sua vita, ma fa uso dicocaina con relative scarichedi ipertensione: questosarebbe sufficiente a romperemalformazioni che altrimentisarebbero rimasteinalterate per tutta la vitadel soggetto. Basti pensareche l’incidenza di ictuscerebrali è di 200 personeogni 100mila abitanti: inchi fa uso di cocaina l’incidenzadi ictus è 14 voltemaggiore. Se consideriamoche la fascia di età di personeche fa uso di drogheè prevalentemente giovaneè facile trarre le conseguenze.Le metodiche diagnosticheaiutano il vostro operato?Oggi abbiamo sistemi didiagnosi molto sofisticati:la risonanza magnetica, larisonanza magnetica funzionale,la Pet e la Spect,gli studi di perfusione sulcervello. Ebbene, si è osservatoche le droghe provocanodanni in aree moltoimportanti come adesempio nella corteccia168 - 2010
L’INTERVISTA/1prefrontale, che è l’areadeputata alla nostra capacitàdi integrazione con ilmondo esterno, che regolala nostra capacità di reazionee la nostra emotività;altre aree colpite sonol’area dell’ippocampo, legataalla memoria, e l’areadell’amigdala che anch’essaè un’area collegata alnostro modo istintivo direagire al mondo esterno.Tutto questo spiega a checosa possono andare incontroi giovani che usanoe abusano di droghe: disturbigravi della memoriama, soprattutto, disturbigravi del comportamentocon reazioni alterate edesagerate a quelli che sonogli stimoli del mondoesterno. E l’alterazionedella reattività della loroprontezza determina, adesempio, gli incidenti definiti“del sabato sera”.Come si affrontano allaradice tali problematiche?Queste problematiche nonsi curano con una medicina,non esiste un farmacoin grado di eliminare questogenere di problema,ma piuttosto con la diffusionesoprattutto ai giovanidella conoscenza di determinateconseguenze.Per far questo è necessario,compito che cerchiamodi risolvere con l’associazioneAtena, andarenelle scuole per spiegareai ragazzi determinateconseguenze di errati stilidi vita. L’obiettivo è di illustrarei danni che le droghecausano e la speranzaè che almeno una percentualedei ragazzi che contattiamoe che usano edabusano di droghe ed alcoltornino sui loro passiper salvarsi da gravi problemidi salute. Tra l’altrocerchiamo di spiegare unparticolare che in genere èsconosciuto ai giovani: ilcervello è un organo cheha una maturazione nelcorso della vita; il bambinonasce e lentamente ilsuo cervello matura sinointorno ai 20 anni. Ebbene,nel corso di questoprocesso si creano delle sinapsi,delle reti funzionaliall’interno del nostrocervello e l’abuso di alcole droghe modificano questacapacità. La conseguenzaè che questi giovaniaffronteranno la loroesistenza partendo da unamenomazione, con una ridottacapacità funzionaledel cervello che non è riuscitoa maturarsi comeavrebbe dovuto. Si sappiabene: a quindici anni ilcervello non si è ancorasviluppato appieno e devecompletare alcune integrazionifunzionali. Ma sesi interviene con sostanzeche interferiscono conquesta maturazione leconseguenze sono quelledescritte.Più in generale, professore,come è cambiata laneurochirurgia?Brevemente ricordo chenegli anni ’70 feci un’esperienzaprofessionale di almenodue anni in Canada,a Montreal, con Jules Hardy,uno specialista che sioccupava delle patologiedell’ipofisi e della microchirurgiain genere, quandoin Italia ancora nessunolavorava con il microscopio.A quei tempi gliinterventi utilizzavano unatecnica tradizionale cheper quanto fosse delicataed attenta risultava ancoragrossolana. Il cervellorichiedeva una precisionemaggiore di quanto a queitempi in Italia si riusciva adare ed a tal fine, in Canada,eravamo impegnati neltrovare nuove tecnicheoperatorie impiegando perla prima volta il microscopioe i microstrumenti. Taleperfezionamento trovòconferma negli anni in cuilavorai a Zurigo dove talitecniche venivano utilizzateper le patologie vascolari.Al termine di questocammino il mio campo diinteresse era divenutol’ipofisi – alla Cattolica abbiamooperato circa 5milatumori della regione ipofisaria,cordomi della sellaturgica, craniofaringiomi.Un altro campo di interesse,a parte i tumori cerebrali,èrappresentato dallepatologie vascolari: aneurismi,malformazioni arterovenose,cavernomi, checomportano interventi particolarmentedelicati da unpunto di vista tecnico e chesono legati ad una patologiabenigna. Vale a direche se l’intervento è fattobene il risultato è la guarigionedel malato.L’evoluzione scientifica hasuccessivamente fatto ulterioripassi e di conseguenzale tecnologie sonocambiate; nel campo deitumori si sono affermate lanavigazione e l’endoscopia;nel campo vascolare il trattamentoendovascolareconsente di agire in teammultidisciplinare che permettedi sommare competenzedi specialisti diversi.Grazie professore, anche anome dei ragazzi. •8 - 201017
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