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Previdenza

Copertina - Enpam

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L’INTERVISTA/1prefrontale, che è l’areadeputata alla nostra capacitàdi integrazione con ilmondo esterno, che regolala nostra capacità di reazionee la nostra emotività;altre aree colpite sonol’area dell’ippocampo, legataalla memoria, e l’areadell’amigdala che anch’essaè un’area collegata alnostro modo istintivo direagire al mondo esterno.Tutto questo spiega a checosa possono andare incontroi giovani che usanoe abusano di droghe: disturbigravi della memoriama, soprattutto, disturbigravi del comportamentocon reazioni alterate edesagerate a quelli che sonogli stimoli del mondoesterno. E l’alterazionedella reattività della loroprontezza determina, adesempio, gli incidenti definiti“del sabato sera”.Come si affrontano allaradice tali problematiche?Queste problematiche nonsi curano con una medicina,non esiste un farmacoin grado di eliminare questogenere di problema,ma piuttosto con la diffusionesoprattutto ai giovanidella conoscenza di determinateconseguenze.Per far questo è necessario,compito che cerchiamodi risolvere con l’associazioneAtena, andarenelle scuole per spiegareai ragazzi determinateconseguenze di errati stilidi vita. L’obiettivo è di illustrarei danni che le droghecausano e la speranzaè che almeno una percentualedei ragazzi che contattiamoe che usano edabusano di droghe ed alcoltornino sui loro passiper salvarsi da gravi problemidi salute. Tra l’altrocerchiamo di spiegare unparticolare che in genere èsconosciuto ai giovani: ilcervello è un organo cheha una maturazione nelcorso della vita; il bambinonasce e lentamente ilsuo cervello matura sinointorno ai 20 anni. Ebbene,nel corso di questoprocesso si creano delle sinapsi,delle reti funzionaliall’interno del nostrocervello e l’abuso di alcole droghe modificano questacapacità. La conseguenzaè che questi giovaniaffronteranno la loroesistenza partendo da unamenomazione, con una ridottacapacità funzionaledel cervello che non è riuscitoa maturarsi comeavrebbe dovuto. Si sappiabene: a quindici anni ilcervello non si è ancorasviluppato appieno e devecompletare alcune integrazionifunzionali. Ma sesi interviene con sostanzeche interferiscono conquesta maturazione leconseguenze sono quelledescritte.Più in generale, professore,come è cambiata laneurochirurgia?Brevemente ricordo chenegli anni ’70 feci un’esperienzaprofessionale di almenodue anni in Canada,a Montreal, con Jules Hardy,uno specialista che sioccupava delle patologiedell’ipofisi e della microchirurgiain genere, quandoin Italia ancora nessunolavorava con il microscopio.A quei tempi gliinterventi utilizzavano unatecnica tradizionale cheper quanto fosse delicataed attenta risultava ancoragrossolana. Il cervellorichiedeva una precisionemaggiore di quanto a queitempi in Italia si riusciva adare ed a tal fine, in Canada,eravamo impegnati neltrovare nuove tecnicheoperatorie impiegando perla prima volta il microscopioe i microstrumenti. Taleperfezionamento trovòconferma negli anni in cuilavorai a Zurigo dove talitecniche venivano utilizzateper le patologie vascolari.Al termine di questocammino il mio campo diinteresse era divenutol’ipofisi – alla Cattolica abbiamooperato circa 5milatumori della regione ipofisaria,cordomi della sellaturgica, craniofaringiomi.Un altro campo di interesse,a parte i tumori cerebrali,èrappresentato dallepatologie vascolari: aneurismi,malformazioni arterovenose,cavernomi, checomportano interventi particolarmentedelicati da unpunto di vista tecnico e chesono legati ad una patologiabenigna. Vale a direche se l’intervento è fattobene il risultato è la guarigionedel malato.L’evoluzione scientifica hasuccessivamente fatto ulterioripassi e di conseguenzale tecnologie sonocambiate; nel campo deitumori si sono affermate lanavigazione e l’endoscopia;nel campo vascolare il trattamentoendovascolareconsente di agire in teammultidisciplinare che permettedi sommare competenzedi specialisti diversi.Grazie professore, anche anome dei ragazzi. •8 - 201017

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