PREVIDENZAPur cercando di non volerimitare Cassandra, la rispostaè certamente nonpositiva.Intanto, l’estensione del sistemadi calcolo contributivoanche a coloro che neerano rimasti fuori. Il tentativo,in questo senso, erastato già fatto introducendola norma in un disegnodi legge che poi si è (fortunatamente)arenato inParlamento. Ad onor delvero si parlò, allora, di interventopro quota. Cioè ilcambiamento sarebbe avvenutosolamente per glianni successivi all’entratain vigore della legge in discussione.Prudenzialmente,comunque, i relatori deldisegno di legge avevanoprontamente fatto marciaindietro cassando la stessanorma, prima da loro stessiintrodotta. Ma nulla negache si possa intervenire,ancora, riproponendoil cambiamento verso ilmetodo meno redditizio.Un altro tassello importanted’eventuale modificariguarda l’età massima perrimanere in servizio. La soluzioneprevedibile di portarla,a breve, a settanta anninon trova, nel mondomedico, una particolare avversione.I sanitari tendono,già, a lavorare più alungo di altre categorie dilavoratori. Ma qui, però, siassiste alla schizofrenia deivari legislatori. Se da uncanto viene proposta, e anchegià approvata, un normache lo consentirebbe,anche se ancora giacente inParlamento in quanto rinviatadal Presidente dellaRepubblica per altre motivazioni,di portare a settantaanni l’età di uscita,contemporaneamente si dala possibilità, molto discrezionale,alle amministrazionidelle aziende sanitariedi licenziare i proprimedici solo perché raggiungonoi 40 anni di contributi(comprensivi deglianni di studio riscattati)anche se con un’età inferiore,in qualche caso aisessanta.E adesso, anche per i docentiuniversitari si vuoleintrodurre il limite massimodei 65 anni d’età.Infine una prospettiva, noncerto esaltante anche se necessaria:l’iscrizione ai Fondidi pensione integrativa.L’importo pensionisticoprevedibile per il futuro siridurrà sempre di più edappare assolutamente necessarioinvestire del denaro,sempre e comunquea carico del “povero” medicodipendente, per cercaredi lenire una pensionedivenuta insufficienteper vivere. Una scelta obbligatase non si vorrà soffrirequando, invece, è necessarioessere sereni.Pensioni/donne,la vecchiaiacresceresta l’anzianitàDalla manovra finanziariadi fine luglio,per le lavoratrici delsettore pubblico, a breve,si manifesta un futuro previdenzialecontraddittorio.Infatti le pensioni esconodall’intervento legislativofavorendo, in pratica, iltrattamento di anzianitàrispetto a quello di vecchiaia.Una sentenza della Corteeuropea aveva obbligatol’Italia ad adeguare i criteripiù favorevoli per il raggiungimentodella pensionedi vecchiaia delle donnerispetto a quella degliuomini, più tardiva. Il principiosu cui si è basata lasentenza si riferisce essenzialmentealla condizioneretributiva del pensionandouomo che, potendo restarein servizio più a lungo,matura stipendio equindi pensione maggioredella condizione della lavoratriceche va in pensionepiù precocemente. Nessunoaveva opposto resistenzaalla sentenza facen-“do rilevare che pur essen-do previsto per le donne ilpensionamento di vecchiaiaa 60 anni, rispetto ai 65degli uomini, niente impedisceloro, di rimanere ancheoltre il sessantesimoanno d’età. Per quanto attiene,poi, al collegamentofra stipendio e pensione, lacondizione verrà, fra pochianni, superata dal sistemadi calcolo contributivo, introdottodalla legge “Dini”del ’95, che annulla talecondizione, collegando allasomma dei contributi ditutta la vita lavorativa iltrattamento pensionistico.Le donne medico dipendentidalle aziende sanitarie,dal 2012, dovrannomaturare 65 anni per ottenereil pensionamento divecchiaia. Ma non sarà loropreclusa, tuttavia, lapossibilità di ottenere ilpensionamento anticipatodi anzianità maturandoi requisiti delle famose“quote”. Con le norme introdottela platea degliaspiranti pensionati è divisain due grandi famiglie.Da una parte gli uo-10Anche peri docenti universitarisi vuole introdurreil limite massimodei 65 anni“8 - 2010“ “Di tutto ciò e di altro parleremoin questa rubrica rivoltaai colleghi della dipendenzasperando di poterscrivere, anche, dellenotizie di maggiore ottimismoper il futuro. •Le donne medico dipendentidalle aziende sanitarie,dal 2012, dovranno maturare65 anni per ottenereil pensionamento di vecchiaia
PREVIDENZAUna sentenza della Corte europea aveva obbligatol’Italia ad adeguare i criteri più favorevoliper il raggiungimento della pensionedi vecchiaia delle donnemini e le dipendenti pubblicheche maturano lavecchiaia a 65 anni mahanno la possibilità diraggiungere i requisiti ovveroi 40 anni di contribuzioneutili al pensionamento.Requisiti d’età (60 anni)e di contribuzione al 31/12/2009Requisiti d’età (61 anni)e di contribuzione al 31/12/2010La seconda famiglia è, invece,limitata alle dipendentiprivate ed autonome,in relazione ai regolamentidelle proprie Casse,che mantengono il dirittoalla vecchiaia a 60anni. Ma se il regime perLE CONDIZIONI PER USCIRERequisiti d’età (61 anni)e di contribuzione al 31/12/2011Uscita immediata perchésuperata la finestra di accessoIn base alle vecchie (quattro)finestre per la vecchiaiaFinestra mobile di 12 mesi dalladata di maturazione dei requisitile dottoresse delle Asl, dal2012, diviene più rigido,fino ad allora è ancorapossibile uscire dal mondodel lavoro con maggioreprecocità. Infatti ancoraper tutto il 2010 e il2011 il limite dell’asticelladella vecchiaia è postoa 61 anni. Ma sarebbepossibile anche andar viacon la quota 95 per tuttoil 2010 e con quota 96per 2011 e 2012. Quoteche si raggiungono sommandol’età anagrafica aquella contributiva: quota95 data da 60 annid’età e 35 anni di contribuzioneovvero 59 annid’età e 36 anni di contributi,quota 96 formata da61 anni d’età e 35 di contributiovvero 60 annid’età e 36 di contributi.Ma anche per queste condizionila manovra è intervenutanegativamente. Toltele due “finestre” di uscitagià esistenti, ne è stataintrodotta una sola, mobile,che allunga la permanenzaal lavoro prevedendolo slittamento del pensionamentodi 12 mesi dallamaturazione del diritto.Vero è che questa ulterioretagliola colpirà coloroche maturano i requisitidal 2011 e mantiene salvi,con le due precedentifinestre, coloro che li abbianogià maturati precedentemente,ma anche inquesto caso il respiro apparecorto perché la stessamanovra ha previsto,dal 2015, l’aggiornamentoautomatico dei requisitiin relazione alle dinamichedelle aspettative divita. E se la demografianon farà salti, dal 2028,potrebbe essere necessarioaggiungere un altroanno di lavoro e, addirittura,dal 2050 arrivare amaturare settanta annid’età. •C.Tes8 - 201011
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