Acqua la sfida del futuro

Domenica 27 maggio 2007 DONNE E SOCIETA‘
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Antonietta Sannino,
direttore del Consorzio
UnicoCampania, parla
della sua esperienza
alla guida della società
napoletana dei trasporti.
Un successo iniziato
nelle Ferrovie dello Stato
Il personaggio
L’ingegnere Antonietta
Sannino, dirigente e
imprenditrice, conta
nel suo curriculum la
partecipazione alle attività
di riassetto del
trasporto locale nell’area
metropolitana di
Roma. E’ responsabile
del progetto, per conto
di Fs, della costituzione
di una società per a-
zioni tra comune di
Napoli, Anm e Fs per la
gestione dei sistemi di
trasporto collettivo.
Al volante del trasporto pubblico
Impegno e professionalità per essere vincenti nel mondo del lavoro
MARINA SANTORIELLO
La determinazione è ciò
che la contraddistingue. E’
una donna coraggiosa che
ha osato e ha saputo dire
no per raggiungere i suoi
obiettivi.
Antonietta Sannino, dal
1994 direttore del Consorzio
Napolipass, ora Consorzio
UnicoCampania e
amministratore delegato
della City Sightseeing Napoli,
racconta la sua esperienza
al femminile in un
mondo lavorativo ancora
maschile. Avrebbe dovuto
fare l’insegnante per sua
mamma, la sua sorte e il
suo destino erano segnati:
professoressa, anche con
gli occhiali, di fisica, o di
matematica. E infatti comincia
a frequentare fisica,
che a Napoli ha una grande
tradizione.
Ma quando, sfortunatamente
per la sua mamma,
inizia a superare brillantemente
gli esami del primo
anno, comincia anche a balenarle
l’idea di una carriera
non da insegnante.
«A difendermi - dice- ironia
della sorte di donna in
carriera, sarà un maschio,
mio padre. Che non solamente
digerisce quella
figlia strana, siamo nel
1971, in una famiglia cattolica
e piccolo borghese, ma
mi appoggia quando mi
iscrivo ad Ingegneria dove
le donne si declinavano al
singolare. Ero, infatti, l’unica,
ma debbo dire la verità:
la scientificità della materia,
che lascia pochissimo o
nessuno spazio alla discrezionalità
di professori e
studenti, mi ha aiutato. Il
mio 110 e lode è stato frutto
solamente di una fatica
di studio e non di una lotta
tra sessi».
Il brutto comincia dopo,
quando la giovane ingegnere
entra nel mondo del lavoro.
«Dopo aver scartato, la
carriera universitaria offertami,
qunado ho vinto un
concorso prestigioso, quello
nelle ferrovie, ho immediatamente
accettato la
chiamata. Non che gli inizi
siano stati bene augurali:
alla prova d’esame, la commissione,
tutta maschile e
maschilista, non sapeva più
cosa chiedermi per mettermi
in difficoltà. Alla fine
prendo appena la sufficienza,
ma grazie alla lode conquistata
alla laurea, mi
piazzo in cima alla graduatoria.
E quando mi presento,
a Milano all’ufficio Movimento
e inizio la severa e
militaresca scuola di formazione
delle ferrovie, capisco
che i trasporti segne-
ranno, anzi, per essere precisi,
saranno la mia vita. Le
gratificazioni che ho ricevuto,
i successi che mi hanno
gasato, le sconfitte che
L’ingegnere Antonietta Sannino. In alto lo staff del City Sightseeing Napoli
mi hanno fortificato, non
mi hanno mai impedito di
essere anche madre e donna.
Certo, con molta autocritica,
con grande fatica».
La Sannino presta servizio
nelle Ferrovie dello Stato
fino al 1998. Dal 1991 è
nominata dirigente.
Dal 1994 è direttore del
Consorzio UnicoCampania.
Per lei essere donna e
imprenditrice significa impegno,
professionalità e
non sbagliare mai.
«Oggi per le donne ci sono
più possibilità di inserimento,
ma è necessario impegno
– spiega Antonietta
Sannino - La maternità è
una cosa splendida, ma che
limita. Nessuna donna deve,
però, rinunciarci. Ho
cresciuto le mie due figlie
parlando al telefono. È
stato difficile».
Nel suo futuro adesso c’è la
crescita dell’azienda attraverso
l’implementazione
delle tecnologie, ma soprattutto
la formazione
della sua prima figlia laureata
in economia.
«Ho formato tanti giovani -
conclude - ma adesso è arrivato
il momento della
mia prima figlia a cui ho
affidato la City Sightseeing
Sorrento, azienda di servizi
turistici, di cui sono l’amministratore
delegato.
Poi toccherà alla mia seconda
figlia che sta completando
i suoi studi in
ingegneria».
Al via il progetto promosso dalla Regione
Sostenere la cultura d’impresa
Cinque sedi provinciali: le prime due a Napoli e Avellino
DONATELLA ALONZI
Favorire la cultura d’impresa
e la cultura del lavoro: è
l’obiettivo di “Officine d’impresa”,
il progetto promosso
dall’assessorato alle Pari
opportunità della Regione
Campania. Realizzata con il
supporto della redazione
della rivista “Filo di perle”,
l’iniziativa prevede, per
quest’anno, l’apertura di
cinque sedi provinciali. E
non è un caso che, per
avviare il progetto, sia stato
scelto proprio il 2007,
forma moderna di sfruttamento
che penalizza particolarmente
le donne».
Un contenitore di grande
competenza e di promozione
della cultura d’impresa
e della cultura del lavoro:
ecco come si strutturerà il
progetto che utilizzerà i
fondi europei. «Le officine
d’impresa – continua D’Amelio
– hanno un duplice
ruolo. Il primo è quello di
essere erogatori di formazione
specifica, costruita su
singole esigenze. Il secondo
riguarda, invece, una formazione
più generale, concordata
con le università
della Campania, le associazioni
d’impresa, i quotidiani
economici nazionali».
E, intanto, sono già in cantiere
una serie di interventi
da parte della Regione
Campania per conseguire
un obiettivo fondamentale:
la parità fra uomo e donna,
come un diritto sacrosanto.
«La vulnerabilità della condizione
femminile - conclude
l’assessore – è una criticità
emergente nel nostro
territorio. Servono politidichiarato
l’anno europeo
per le pari opportunità.
Saranno Napoli e Avellino a
ospitare i primi due uffici,
rispettivamente al centro
direzionale del capoluogo
partenopeo e alla Collina
Liquorini nella città irpina.
Tra qualche mese, invece,
sarà la volta di Benevento,
Caserta e Salerno.
Non solo centri d’informazione:
le officine saranno
anche luoghi di promozione
di iniziative culturali e
formative. «Lo scopo delle
officine d’impresa – spiega
l’assessore Rosa D’Amelio –
è quello di promuovere il
lavoro delle donne in tutte
le sue declinazioni. Prima
di portare a termine questa
iniziativa, abbiamo fatto un
accordo con la facoltà di
Sociologia per approfondire
temi importanti come i
differenziali salariali che, a
parità di condizioni di partenza,
puniscono il lavoro
femminile, con indici di differenza
che raggiungono
anche il 30%. Abbiamo analizzato
– aggiunge – un’altra
questione importante,
vale a dire il precariato,
che di conciliazione per
consentire una maggiore
armonizzazione fra il lavoro
e la vita affettiva, soprattutto
nei casi in cui si abbiano
famiglie con figli, anziani,
disabili di cui prendersi
cura. Ci concentreremo,
quindi, su alcune priorità,
promuovendo la riorganizzazione
del lavoro, la
diffusione dei servizi, il
potenziamento degli asili
nido e dei centri che accolgono
bambini e ragazzi».
La Storia
Con l’Unico
tutto
è cambiato
E’ il 19 dicembre 1994
quando nasce Napolipass,
prima espressione, nucleo
fondante del Consorzio
Unico Campania che negli
anni successivi passerà
dall’integrazione tariffaria
cittadina a quella, appunto,
regionale. Il Consorzio,
infatti, gestisce il sistema
di tariffazione integrata
Unico Campania nella Regione.
Un colosso da 170 milioni
di euro annui di fatturato
che raggruppa tredici a-
ziende (Acms, Air, Alifana,
Anm, Amts, Ati/Cti,
Circumvesuviana, Cstp,
Ctp, Metronapoli, Sepsa,
Sita, Trenitalia), e movimenta
ogni giorno 1,7
milioni di passeggeri, 27
mila 500 corse di bus,
1500 treni.
Un successo immediato se
si pensa che già nel 1996,
ovvero nel solo primo
anno di vita del biglietto
integrato, l’incremento annuale
degli introiti di tutte
le aziende che partecipano
è pari a più del 55% rispetto
agli introiti del 1994, un
decollo nello spazio per il
trasporto pubblico locale.
Il valore di riferimento più
impressionante è quello
dei viaggiatori trasportati:
si passa, infatti, dai 250
mila del 1994 a 1 milione
66mila nel 2003 nella sola
cinta urbana di Napoli, e a
oltre 1 milione 670mila
nell’intera regione.
Una vera e propria rivoluzione.
Con Unico è possibile,
infatti, viaggiare su
tutti i mezzi di trasporto,
su gomma e su ferro, delle
aziende aderenti al Consorzio
in tutta la Campania
eliminando così tutti
i biglietti utilizzati in passato.
Con l’Unico è finita l’era
degli aumenti scollegati e
indipendenti l’uno dall’altro,
delle politiche tariffarie
diverse e spesso collidenti,
delle zone di eccedenza
e altre di assoluta
opacità.
Nel 1994, l’idea apparentemente
semplice ma assolutamente
geniale: ridurre
ad uno ciò che era cento o
mille, recuperare clienti,
far affezionare al trasporto
pubblico quelli che già lo
usavano.