28.05.2013 Views

gustolocale rivista gennaio 2008

gustolocale rivista gennaio 2008

gustolocale rivista gennaio 2008

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

14<br />

La “Torre” di Vittorio Mincato<br />

Il presidente di Poste Italiane racconta la sua Torrebelvicino nel libro<br />

“Coriandoli”. Sequenza di storie del paese, tra ironia e nostalgia<br />

Vive da trent’anni a Roma, ma appena può scappa<br />

nella sua Torrebelvicino, tra la sua gente, per<br />

parlare un po’ di quel dialetto che tanti viaggi in<br />

tutto il mondo non gli hanno certo fatto dimenticare.<br />

“Torno ormai una volta al mese – confessa<br />

– ora che non ho più ruoli gestionali, ma solo<br />

qualche incarico di garanzia”. Li chiama così,<br />

con tutta semplicità, quella manciata tra seggi<br />

in consigli di amministrazione e presidenze che<br />

ricopre, tra cui le Poste Italiane (vedi riquadro a<br />

fianco).<br />

Tanto “inoccupato” da essersi concesso il lusso<br />

di riprendere in mano una serie di racconti scritti<br />

qualche anno fa, per revisionarli e ripubblicarli in<br />

un volume definitivo con la postfazione di Antonio<br />

Cassuti, già Preside al Liceo Tron di Schio.<br />

“Si intitola Coriandoli – spiega – perché la prima<br />

edizione del 1983 raccoglieva una serie di racconti<br />

pubblicati con copertine di tanti colori diversi. Ora ho aggiunto gli ultimi<br />

capitoli, scritti qualche anno dopo, e rivisto il linguaggio, ripulendolo da alcune<br />

leziosità di cui avevo peccato nella precedente edizione”.<br />

Il libro racconta gli anni Quaranta e Cinquanta a Torre, gli anni della sua<br />

adolescenza. Ma non è un libro autobiografico, anzi raramente traspare l’autore<br />

che si ritaglia un ruolo di osservatore attento e narratore discreto di<br />

un microcosmo fatto di personaggi genuini. Visti con l’ironia e lo sguardo<br />

nostalgico da un Mincato che in quegli anni si era appena trasferito a Roma<br />

e che sentiva allontanarsi inesorabilmente non solo un paese, ma un’intera<br />

società fatta di cose semplici e genuine. “È un libro dedicato ai miei compaesani,<br />

per fissare nella memoria volti e storie. Non lo ho scritto per gli altri,<br />

mi interessa che lo leggano loro”.<br />

Antonio Cassuti e Vittorio Mincato<br />

Ci sono i personaggi del paese, i vari Don Arcesio,<br />

Giovanni Postin, El Menga, Pierin: tutti<br />

personaggi realmente vissuti, mai nominati direttamente,<br />

ma solo con il loro affettuoso soprannome.<br />

E ci sono i luoghi di una comunità:<br />

l’asilo delle suore, la chiesa, la scuola, i bar della<br />

piazza, le contrade sui monti.<br />

Dottor Mincato, cosa ha cercato di salvare di<br />

quei tempi nel suo libro?<br />

“Un’educazione alla semplicità. La capacità di<br />

ascoltare, prima di parlare. Sono i principi della<br />

mia terra che io ho cercato di portare sempre<br />

con me nella vita”.<br />

Come la vede la Torrebelvicino di oggi?<br />

“Uguale al resto del mondo. Un tempo essere di<br />

Torre oppure di Schio voleva dire appartenere a<br />

due mondi completamente diversi. A pochi chilometri<br />

di distanza cambiavano abitudini e mentalità.<br />

Oggi i giovani di qui sono uguali ai loro coetanei in tutto il mondo”.<br />

Di gastronomico nel suo libro c’è solo la minestrina dell’asilo e la sbobba<br />

della colonia della scuola. Non ha un gran ricordo di quella cucina, no?<br />

“C’è molta nostalgia in queste pagine, di luoghi, di persone, ma non ne faccio<br />

un elogio al passato. Se prendiamo la cucina dobbiamo ammettere che oggi<br />

si mangia molto meglio di allora. Chi sostiene il contrario dice una falsità, il<br />

progresso ci fa vivere meglio, è innegabile. E anche le nostre abitudini alimentari<br />

sono migliorate”.<br />

Non a caso, ha iniziato a scrivere quando si è trasferito a Roma. Ha detto<br />

che le mancava molto la sua terra, e i sapori veneti?<br />

“Fortunatamente no, ho continuato a mangiare alla Veneta: mia moglie è di<br />

Torre, pensi che ci siamo conosciuti all’Asilo, e ha continuato a cucinare alla

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!