gustolocale rivista gennaio 2008

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20 Il Re dell’inverno Successo per la 18° Festa del Radicchio Rosso di Agliano Veneto e 5° Rassegna Provinciale dlle Verdure d’inverno Un piccolo comune vicentino, Asigliano Veneto, ai confini con le province di Padova e Verona, vanta un prodotto agricolo di qualità che si sta affermando nel territorio circostante. È il Radicchio Rosso, certificato dal Consorzio “Sapori del Palladio”, che si identifica per quelle caratteristiche previste dal disciplinare “IGP” del radicchio di Verona. Forma leggermente allungata, foglie ben serrate all’apice di colore rosso vivo, nervatura centrale bianca e venature laterali sottili e ben aperte. Ma le proprietà uniche del terreno unite alla maestria degli asiglianesi ne hanno fatto un prodotto dalle caratteristiche e dal sapore inconfondibili. Una coltura d’eccellenza, quella di Asigliano Veneto, che – con i suoi quaranta coltivatori per un totale di 100 ettari di radicchio e 10 mila quintali di prodotto annui – ha festeggiato la 18° Festa del Radicchio Rosso e la 5° Rassegna Provinciale delle Verdure d’Inverno. La manifestazione ha animato il paese dal 7 al 9 dicembre scorso con degustazioni di piatti a base di radicchio, mostra mercato, momenti culturali e musicali, nonché sportivi con la 17° Marcia non competitiva attraverso le coltivazioni di radicchio rosso. IL RADICCHIO DI ASIGLIANO, UN PRODOTTO DI QUALITA’ Ad aprire la festa, un convegno dal titolo “L’evoluzione del seme del Radicchio Rosso nel tempo”, a cui sono intervenuti rappresentanti delle istituzioni vicentine ed esperti del settore con riflessioni sulla coltivazione e sulla valorizzazione del patrimonio ortofrutticolo locale. “Gli agricoltori di Asigliano – dichiara l’assessore provinciale all’Agricoltura Luigino Vascon – hanno dimostrato in questi anni un’incredibile vivacità, si sono rivelati dei veri e propri imprenditori, capaci di sfruttare le qualità del terreno per dare vita ad un prodotto innovativo, ma allo stesso tempo hanno avuto l’umiltà e la lungimiranza di affidarsi ai tecnici della Provincia. Quello che è stato fatto in questa cittadina del Basso Vicentino deve servire da esempio a tutte le realtà che non hanno ancora capito l’importanza di specializzarsi, perché non esiste più il prodotto di nicchia, bensì di qualità, che nel caso specifico del nostro radicchio viene garantita dalla certificazione del Consorzio Sapori del Palladio”. “Uno dei più importanti obiettivi è stato raggiunto – afferma il presidente della Banca di Credito Cooperativo Vicentino Giancarlo Bersan – e mi riferisco al fatto di essere riusciti ad elevare il radicchio asiglianese da semplice coltura ad una tipicità da esibire. Ora, però, bisogna insistere sull’aspetto della commercializzazione, che risulta ancora poco valorizzato, e sulla messa a punto di progetti “ad hoc”, solo così si potrà dare il giusto merito allo sforzo fatto con le braccia.
Oltre a questo, è importante individuare una struttura che permetta di riunire tutti i produttori e di fare forza assieme: l’idea potrebbe essere quella di dar vita ad una cooperativa”. Due esperti dell’E.N.S.E. di Verona hanno illustrato, poi, le tecniche di coltivazione del radicchio con particolare attenzione alla procedura di selezione del seme, da anni praticata dai produttori asiglianesi. È intervenuta, infine, anche Germaine Barreto, direttore di Vicenza Qualità che ha presentato l’opuscolo sul radicchio rosso di Asigliano realizzato dalla Camera di Commercio in collaborazione con il Comune, la Coldiretti di zona, l’istituto Strampelli di Lonigo. “Questo materiale che contiene ricette e curiosità sul radicchio – sottolinea la Barreto – viene presentato a tutte le fiere del settore nel mondo. È sicuramente uno strumento informativo importante che in quanto tale permette di promuovere e far crescere il prodotto”. GLI ALTRI MOMENTI DELLA MANIFESTAZIONE Al termine del convegno, sono stati premiati i primi sei finalisti della mostra-concorso per il miglior radicchio, che ha visto classificati, a partire dal primo posto, Lucio Pravato di Asigliano, Eugenio Magaraggia di Asigliano, Valentina Ruzza di Orgiano, Giuseppe Baraldo di Poiana Maggiore, Gabriele Lovato di Poiana Maggiore e Carletto Scaggion, sempre di Poiana Maggiore. Inoltre, sono state proposte degustazioni di piatti a base di radicchio da parte degli agriturismi della zona. Nelle giornate di sabato 8 e domenica 9 dicembre si è svolta la mostra-mercato dei prodotti tipici e certificati dal Consorzio “Sapori del Palladio”, ancora stand gastronomici e laboratori didattici per conoscere i segreti della produzione del formaggio e del pane e una mostra di animali da fattoria. Da citare anche l’appuntamento di domenica mattina con la tradizionale marcia podistica che ha accompagnato i presenti alla scoperta delle coltivazioni del territorio circostante. Infine, novità di quest’anno: la mostra sulla civiltà contadina dal titolo “Asigliano e la sua storia rurale” e l’esposizione di quadri di natura morta a cura dell’artista Luigi Rossetto. In concomitanza con la manifestazione, Vicenza Qualità ha promosso anche quest’anno una rassegna gastronomica in collaborazione con i ristoranti e gli agriturismi del territorio che, da dicembre 2007 e febbraio <strong>2008</strong>, proporranno ogni giorno nei loro menù almeno un piatto a base di radicchio rosso e altre verdure d’inverno. L’ESPERIENZA DEI PRODUTTORI DI ASIGLIANO VENETO “Noi coltivatori – spiega Eugenio Magaraggia di Asigliano Veneto che da 32 anni gestisce con passione la sua azienda agricola – abbiamo sempre cercato di produrre un radicchio di qualità. Un lavoro accurato è stato fatto nella selezione del seme, in modo da ottenere ogni anno un risultato migliore. Dalla prima edizione della manifestazione, che è nata da una mia idea ben 18 anni fa quando ero presidente dei Coldiretti di zona, ne abbiamo fatta di strada: si è creato un gruppo coeso di produttori che, grazie al costante supporto dei tecnici specializzati della Provincia, hanno acquisito una loro professionalità ed esperienza. C’è ancora, però, un aspetto importante su cui bisogna lavorare: riuscire a far arrivare il radicchio là dove viene consumato. La maggior parte degli asiglianesi, invece, si limita a portare il prodotto all’asta, dove, purtroppo, finisce per perdere tutta la sua identità. Per questo ho iniziato, assieme ad un altro produttore del paese, un’intensa attività di promozione del nostro radicchio, andando personalmente nei ristoranti ed agriturismi del territorio per presentare e spiegare il prodotto”. Il signor Gianfranco Rossi dell’omonima azienda, che produce circa 300 quintali di radicchio all’anno, ha spiegato invece come si esegue la selezione del seme: una procedura che ha inizio sul campo con la raccolta delle piante più belle, a cui viene tagliata la radice; questa, poi, viene messa a dimora in un vaso fino al momento del trapianto effettuato ai primi di marzo. Ne esce una pianta alta anche un metro e larga 50 cm che fa dei bei fiori celesti, da cui si ottiene il prezioso germe: dei chicchi a grana fine, che verranno seminati ai primi di luglio. Alice Franceschi 21
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