umenitsa - Patras - Grimaldi Group

popolato di mostri e di chimere- pietra
e terra rappresentarono la sicurezza,
la stabilità, la promessa di un domani.
Anche se fu, per secoli e secoli, un
domani specialmente di sudore e di
sangue. Oggi, gironzolando da turisti
viziati su queste terre ancora aspre, è
difficile immaginare che le splendide
masserie attrezzate ad agriturismo- i
cultori della cucina potranno trovare
delizie che non hanno eguali- furono
veri e propri fortilizi contro le ripetute
scorrerie dei pirati levantini, poi dei
saraceni, poi ancora dei vari regni
corsari del Nord Africa. Erano come il
Forte Apache della sagra del far West
americano: isole fortificate nella campagna,
fatte per raccogliere la gente
del contado ad ogni allarme, sbarrarsi
dentro le mura di tufo e di sassi proteggendosi
alla meglio dagli assalti
con lanci di pietre, di lance primitive,
anche di olio o acqua bollente dalle
caditole che ancora esistono sopra
i portoni. Quell’olio che oggi è oro
liquido (portatevene un po’ a casa al
ritorno, come una reliquia) e che allora
poteva salvare la pelle abriciando
qualche assalitore. Qualche volta nelle
masserie sopravvivevano alle scorrerie
perché altri arrivavano in aiuto: qualche
volta facevano la fine del sacco di
Otranto, dove persino le monache e i
fanciulli erano stati trapiantati di peso
negli harem ottomani e non era rimasto
muro su muro.
Di quelle sagre, di quei saccheggi, di
quei massacri, rimangono i ricordi
nelle tradizioni della campagna salentina,
sia pure stemperati dai secoli e
dalla dolcezza della gente che ha antiche
serenità: e dal cielo, dal lontano
orizzonte marino d’indaco, dal fatalismo
di vecchi e giovani, eppure ancora
capaci di sognare sia il passato che il
futuro. E di aiutarci, se apriamo loro il
cuore, a sognare anche noi.
time each voyage was an odyssey into
the unknown, filled with monsters
and chimeras – stone and land represented
security, stability, the promise of
tomorrow. Even though, for centuries,
it was a tomorrow largely of blood and
sweat. Today, spoilt tourists sightseeing in
these still fairly barren parts find it hard
to imagine that the beautiful farmhouse
holiday places – now offering incomparable
culinary delights – were once actually
forts used to repel the repeated raids
of Saracens, Levantine pirates and North
African corsairs. They were like Fort
Apache in the Wild West: citadels in the
countryside where local people would
seek protection every time there was
an alarm – behind these tufa and rock
walls they could take refuge and, if necessary,
respond to attacks by throwing
stones, primitive spears and even boiling
water or oil from the embrasures that
can still be seen at the top of the doors.
The same oil that is now liquid gold
(take some home with you and treat it
like a holy relic) was once a means of
defence that could mean the difference
between life and death. Sometimes these
makeshift fortresses withstood the raids
because other local people came to the
rescue. On other occasions their fate was
similar to the sack of Otranto, where not
one brick was left standing and even the
nuns and the children ended up in the
Ottoman harem.
The echoes of the battles, looting and
massacres are part and parcel of the
Salento heritage, albeit dulled to some
extent by the passing of time, by the ageold
equanimity of the people in this part
of Italy, and by the soothing effects of faroff
indigo on the horizon. Here, young
and old alike are fatalistic and yet, at the
same time, they know how to cherish the
past and dream about the future. If you
open your heart to them, then they can
teach you how it’s done.
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