Manuale di Esperanto (pdf) - Federazione Esperantista Italiana
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Bruno Migliorini <strong>Manuale</strong> <strong>di</strong> <strong>Esperanto</strong><br />
INTERROGAZIONE<br />
35. Tutte le frasi interrogative che non contengono alcun'altra parola interrogativa<br />
(v. par. 94) devono essere precedute dalla particella ĉu (=forse che...)?<br />
ĉu vi fartas bone? stai bene?<br />
ĉu vi lernis la lastan lecionon? avete imparato l'ultima lezione?<br />
Però:<br />
kiu estas la ŝtelisto? chi è il ladro?<br />
kiel vi fartas? come state?<br />
Il ĉu si adopera anche nelle proposizioni interrogative in<strong>di</strong>rette (v. par. 102), ed<br />
allora equivale al nostro se dubitativo:<br />
io non so se il tempo sia bello (non so: il<br />
tempo è bello?)<br />
PAROLE COMPOSTE<br />
38<br />
mi ne scias, ĉu la vetero estas bela<br />
36. Il numero delle ra<strong>di</strong>ci che deve apprendere chi stu<strong>di</strong>a l'esperanto è<br />
considerevolmente inferiore a quello che è necessario apprendere stu<strong>di</strong>ando altre lingue,<br />
per l'uso che si fa in esperanto, oltre che <strong>di</strong> prefissi e suffissi, <strong>di</strong> parole composte.<br />
Per tradurre il vocabolo italiano scrivania, che ha in se” i due concetti <strong>di</strong> tavolo e <strong>di</strong><br />
scrittura, si uniscono le due parole corrispondenti in esperanto e si ottiene skribotablo, che<br />
significa appunto scrivania.<br />
Come si vede, la parola principale (ossia quella determinata) sta dopo; la<br />
secondaria (ossia quella determinante) sta prima.<br />
L'or<strong>di</strong>ne delle parole composte in esperanto è dunque per lo più inverso a quello<br />
italiano.<br />
librovendejo libreria (libro libro, vendejo negozio)<br />
ra<strong>di</strong>oaparato apparecchio ra<strong>di</strong>o (ra<strong>di</strong>o ra<strong>di</strong>o, aparato apparecchio)<br />
skribmaŝino macchina da scrivere<br />
maŝinskribo scrittura a macchina (skribi scrivere, maŝino macchina)<br />
lipharoj baffi (peli delle labbra (lipo labbra, haro pelo, capello)<br />
antaǔvi<strong>di</strong> prevedere (antaǔ avanti, vi<strong>di</strong> vedere)<br />
multenombra numeroso (multe molto, nombro, numero)<br />
unutaga <strong>di</strong> un giorno (unu uno, tago giorno)<br />
unuataga del primo giorno (unua primo, tago giorno)<br />
Da questi ultimi esempi ve<strong>di</strong>amo come la desinenza della prima parola, che<br />
normalmente si conserva solo quando l'eufonia lo richiede, si deve mantenere quando<br />
serve a specificare meglio nella parola composta il concetto della prima parte.