Numero 110 - Anno XIX, Gennaio/Febbraio 2011 - Club Plein Air BdS
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Un tuffo nel medioevo<br />
Alla scoperta del borgo collinare di Monforte San Giorgio, della sua pittoresca Katabba e del<br />
castello di Spadafora, che si innalza sul mare come un’autentica sentinelle in pietra<br />
N<br />
on è facile, dopo quasi<br />
vent’anni di felice girovagare in<br />
camper lungo la nostra splendida<br />
isola, riuscire ancora a scoprire qualcosa<br />
di mai visitato; eppure è quello<br />
che ci è capitato nel corso del primo<br />
fine-settimana di febbraio, quando ci<br />
siamo recati nel pittoresco borgo di<br />
Monforte San Giorgio, per assistere<br />
alla manifestazione della Katabba, e<br />
poi nel suggestivo maniero di Spadafora,<br />
entrambi a ridosso di Milazzo.<br />
Il raduno è stato organizzato,<br />
ancora una volta impeccabilmente,<br />
dal nostro super Vittorio Parrino, che<br />
ci ha permesso di avere un comodo<br />
supporto logistico e un’accoglienza<br />
davvero molto ospitale nelle due località,<br />
facendoci godere un magnifico<br />
week-end, reso ancora più piacevole<br />
da un sole caraibico che ci ha<br />
fatto dimenticare di trovarci ancora<br />
nel cuore dell’inverno.<br />
L’appuntamento per la carovana<br />
dei camper era già nel pomeriggio<br />
di venerdì 4 sul lungomare di<br />
Oliveri, in modo tale da spostarsi la<br />
mattina dell’indomani di buon ora a<br />
Monforte San Giorgio, dove ad attenderci<br />
alle 9,30 c’era già la Polizia<br />
Municipale che ha fatto da staffetta<br />
alla ventina di camper presenti per<br />
farli sistemare all’interno del campo<br />
sportivo, la cui eccellente collocazione,<br />
proprio in mezzo all’abitato, ci<br />
ha poi permesso di girare in lungo e<br />
in largo nel borgo in piena autonomia,<br />
godendo a pieno di tutte le fasi<br />
della manifestazione in corso.<br />
L’accoglienza è stata delle<br />
migliori, grazie alla sapiente organizzazione<br />
del presidente della Pro<br />
Loco dottor Recupero, che ci ha fatto<br />
da guida e angelo custode, ammaliandoci<br />
letteralmente con le sue notevoli<br />
doti di fabulatore e di grande<br />
appassionato della storia e delle tradizioni<br />
del suo paese.<br />
In effetti il piccolo borgo, disteso<br />
su alcune colline con vista sul<br />
golfo di Milazzo e sulle Eolie, è stato<br />
un’autentica scoperta per le opere<br />
d’arte, di archeologia e di folclore<br />
che custodisce nel suo nucleo. Le<br />
sue origini si fanno risalire ai Sicani,<br />
come dimostrano alcuni ritrovamenti<br />
di reperti nei dintorni, anche se<br />
l’abitato giunto fino a noi si rifà al<br />
tempo della conquista araba, quan-<br />
Il gruppo dei nostri soci durante l’escursione al Colle dell’Immacolata<br />
che sovrasta Monforte San Giorgio<br />
do una fortezza situata sul punto più<br />
alto del colle dominava la piana sottostante,<br />
rendendo il luogo decisamente<br />
appetibile per la facilità di difesa<br />
di tutto il contado. E anche il<br />
nome, Monforte, testimonia la funzione<br />
difensiva, mentre è dal nome<br />
del patrono locale (San Giorgio) che<br />
è completato il nome.<br />
L’altare del SS. Sacramento all’interno<br />
della Chiesa Madre di Monforte<br />
Per i nostri soci l’esplorazione<br />
del paese ha avuto inizio dai<br />
suoi vicoletti acciottolati, sovrastati<br />
da archi e scalinate di impronta araba,<br />
che seguono l’andamento in for-<br />
IL CLUB n. <strong>110</strong> – pag. 13<br />
te pendenza delle case addossate le<br />
une alle altre, fino a formare una<br />
sorta di gomitolo di costruzioni che<br />
copre le colline in un insieme di pietre<br />
e tegole; la piazza principale è<br />
dominata dalla facciata della Chiesa<br />
Madre, risalente al ‘400, con un portale<br />
tardo-gotico e un interno ricco<br />
di pale d’altare e di statue di scuola<br />
gaginiana, oltre al pezzo forte ospitato<br />
nella cappella del SS. Sacramento,<br />
che mostra il magnifico altare,<br />
una notevole opera di scultura<br />
cinquecentesca, impreziosito da dorature<br />
e sormontato da una stanza<br />
in miniatura che raffigura l’Ultima<br />
Cena, racchiusa da un insieme di<br />
decorazioni di grande impatto.<br />
La tappa seguente è stata<br />
presso il Colle dell’Immacolata, che<br />
domina l’abitato e che è scandito da<br />
una serie di grotte usate nell’età del<br />
bronzo come tombe e divenute attorno<br />
all’VIII secolo rifugio per i monaci<br />
basiliani fuggiti dal vicino oriente<br />
per sfuggire alla furia degli iconoclasti,<br />
che non tolleravano che si raffigurasse<br />
il divino; in seguito al loro<br />
arrivo le grotte divennero celle di<br />
eremitaggio e piccole cappelle, prima<br />
di essere trasformate nei secoli<br />
successivi in stalle per il bestiame,<br />
tutti usi chiaramente delineati al loro<br />
interno, tanto che la loro visita equivale<br />
ad una sorta di viaggio indietro<br />
nel tempo di grande interesse, dato<br />
che si distinguono i loculi tombali,<br />
ma anche gli scarsi resti di affreschi<br />
e gli angoli destinati alle mangiatoie.