Numero 110 - Anno XIX, Gennaio/Febbraio 2011 - Club Plein Air BdS
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alcune fermate per controlli, entriamo<br />
nel campeggio della capitale,<br />
che consiste in una doppia strada<br />
alberata, fresca, aderente da un<br />
lato alla Moscova, dove ci posteggiamo<br />
in fila, e dall'altro lato a impianti<br />
sportivi, inaccessibili ai camper,<br />
con in fondo un cannello d'acqua<br />
dal quale si attinge o in modo<br />
empirico o con lunghissimi tubi<br />
personali dotati di tutti i possibili<br />
attacchi; una sola presa di corrente<br />
con 5 diramazioni, a terra a 40<br />
metri, riuscirà ad alimentarci tutti,<br />
con volontario spirito di adattamento.<br />
Lo scarico delle acque nere<br />
è a 100 metri: un buco a terra ricoperto<br />
da due tavolette mobili ed<br />
un rubinetto. Mi dicono che ci sono<br />
ottime docce calde; noi, mia moglie<br />
ed io, adoperiamo sempre i<br />
servizi di bordo.<br />
Una sistemazione spartana,<br />
quindi, ma con il vantaggio di<br />
essere dentro l'unica stazione metrò<br />
fuori terra. Dopo circa 500 metri,<br />
che dovremo percorrere sia<br />
all'andata sia al ritorno, sempre e<br />
comunque, con pullman che ci aspetta,<br />
visitiamo Mosca, con il suo<br />
traffico di 3.500.000 auto. A fronte<br />
di migliaia di SUV e di berline lussuose,<br />
conto solo 3 Trabant, d'epoca,<br />
superstiti delle famose 900.000<br />
auto di plastica e cartone pressato<br />
costruite nella DDR per tutti i Paesi<br />
dell'Unione Sovietica & C., auto di<br />
prima motorizzazione, come le nostre<br />
500, ma dotate di potenti riscaldatori<br />
autonomi.<br />
Mosca è una città cosmopolita,<br />
abituata ad esser capitale senza<br />
riserve mentali; la percorriamo comodamente<br />
seduti sul pullman,<br />
ammirandola nei suoi elementi architettonici<br />
essenziali. Proseguiamo<br />
a piedi sulla via Arbat, ristrutturata e<br />
resa uguale a tutte le vie pedonali<br />
conosciute, da quella che era una<br />
via scomoda per il regime degli anni<br />
80. La percorriamo singolarmente<br />
effettuando acquisti pur non conoscendo<br />
la lingua. Controlliamo con<br />
rigore il made in Russia.<br />
Attiguo al famoso Monastero<br />
delle Vergini, visitiamo il cimitero<br />
Novodevichi, nel quale con vera<br />
enfasi esternataci dalla nostra guida,<br />
quasi riviviamo la stessa passione<br />
dei moscoviti verso i propri<br />
eroi ai quali si inchina giornalmente<br />
con la deposizione di mazzi di<br />
fiori freschi. Conosciamo così la<br />
storia dell'amato comico teatrale<br />
Nikulin, della prima ballerina del<br />
Bol'soj, di Prokofiev, di Eltsin, con i<br />
colori della bandiera della Confe-<br />
Una stazione della metropolitana di Mosca e, in alto, il monumento ai<br />
soldati sovietici eroi della II Guerra Mondiale al suo interno<br />
IL CLUB n. <strong>110</strong> – pag. 24