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Numero 110 - Anno XIX, Gennaio/Febbraio 2011 - Club Plein Air BdS

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O<br />

gni occasione è buona<br />

per trascorrere il tempo libero a<br />

bordo dei nostri camper e non fa<br />

certo eccezione la fine dell’anno,<br />

tempo di bilanci, ma anche di “cambio<br />

pagina”: è infatti il momento delle<br />

speranze, dei buoni propositi, della<br />

voglia di rinnovare la propria vita,<br />

cancellando magari i brutti ricordi<br />

dell’anno appena trascorso per fare<br />

posto alle nuove aspettative per<br />

l’anno che sta per iniziare. E perché<br />

allora non festeggiare questo momento<br />

magico tutti insieme all’interno<br />

delle nostre case su ruote? Su<br />

queste basi si è organizzato anche<br />

l’ultimo raduno a cavallo fra 2010 e<br />

<strong>2011</strong>, sia come segno di continuità<br />

delle attività sociali, sia per il genui-<br />

Un brindisi lungo un anno<br />

Il Capodanno <strong>2011</strong> in camper fra Piazza Armerina e Centuripe<br />

no piacere di stare insieme e di<br />

scambiarsi gli auguri anche nella<br />

notte di Capodanno.<br />

Anche se alcuni nostri soci si<br />

erano dati una bella premessa al raduno,<br />

ritrovandosi già il 30 dicembre<br />

a Caltagirone per visitare la città nella<br />

magica atmosfera natalizia (cfr. box),<br />

l’appuntamento per tutti i partecipanti<br />

era stato fissato nel pomeriggio<br />

del 31 dicembre nel parcheggio alle<br />

spalle del campo sportivo di Piazza<br />

Armerina, distante poche centinaia<br />

di metri dall’hotel “Villa Romana”, al<br />

cui interno si sarebbe svolto il cenone<br />

di fine anno. Il pomeriggio è trascorso<br />

passeggiando a zonzo nel<br />

cuore della cittadina, prima di ritornare<br />

ai camper per tirarsi a lucido<br />

per il cenone; e all’inizio della serata<br />

Due immagini del cenone di San Silvestro a Piazza Armerina<br />

IL CLUB n. <strong>110</strong> – pag. 9<br />

eravamo tutti presenti nell’elegante<br />

salone dell’hotel, che ci aveva riservato<br />

un angolo tutto per noi.<br />

Quindi, in un clima di grande<br />

allegria, ha avuto inizio il rito<br />

dell’ultimo pasto dell’anno, consumato<br />

con un menù a base di pesce,<br />

tra rollò di salmone, tortino di neonata,<br />

tonno fumè, cestino di verdure<br />

in pastella, sformato di riso al nero<br />

di seppia, ravioloni con ripieno di<br />

cernia, dentice al pepe rosa, spigola<br />

con crema al pistacchio, sorbetto al<br />

limone, cassatelle di ricotta, pera al<br />

marsala e panettone con cioccolata,<br />

senza dimenticare la tradizionale<br />

coppa di lenticchie per evocare tanti<br />

bei soldini e lo spumante con cui<br />

brindare alla mezzanotte dell’anno<br />

nuovo.<br />

Indubbiamente un menù ricco<br />

e adeguato all’occasione, anche se<br />

l’esagerata ricercatezza dei piatti ha<br />

secondo alcuni soci presenti coperto<br />

a tratti il sapore delle pietanze, mentre<br />

la musica a tutto volume rendeva<br />

difficile la conversazione. Allo scoccare<br />

della mezzanotte c’è stato il brindisi<br />

augurale tra tutti i presenti, con<br />

baci, abbracci e propositi per il nuovo<br />

anno che, come sempre, si spera sia<br />

migliore di quello che se ne va. E poi,<br />

per i più volenterosi, musica e danze<br />

fino alle ore piccole, mentre il ritorno<br />

ai camper avveniva alla spicciolata.<br />

Il mattino dopo ci siamo<br />

svegliati sotto un cielo nuvoloso ed<br />

incombente che ci ha ricordato che<br />

ormai eravamo a gennaio; pian piano<br />

ci siamo messi in moto, spostandoci<br />

a Centuripe, piccolo borgo adagiato<br />

scenograficamente su un sistema<br />

montuoso a 700 metri di altitudine e<br />

racchiuso da cinque ampie vallate<br />

che conferiscono all’abitato l’aspetto<br />

di una grande stella, circondata da<br />

cinque grandi “C”. Le sue origini sono<br />

remote, dato che le prime frequentazioni<br />

umane risalgono ai siculi e ancora<br />

più indietro nel tempo; ma la<br />

cittadina è stata anche un fiorente<br />

centro romano, in particolare in epoca<br />

ellenistica, quando la città di Kentoripa<br />

visse anni floridi, grazie<br />

all’economia basata sull’agricoltura e<br />

sulle pregevoli opere di terracotta<br />

giunte fino a noi, come le maschere<br />

teatrali e i vasi decorati.<br />

Il passato cittadino è testimoniato<br />

ai nostri giorni dai numerosi<br />

siti di interesse archeologico

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