31.05.2013 Views

Numero 110 - Anno XIX, Gennaio/Febbraio 2011 - Club Plein Air BdS

Numero 110 - Anno XIX, Gennaio/Febbraio 2011 - Club Plein Air BdS

Numero 110 - Anno XIX, Gennaio/Febbraio 2011 - Club Plein Air BdS

SHOW MORE
SHOW LESS

You also want an ePaper? Increase the reach of your titles

YUMPU automatically turns print PDFs into web optimized ePapers that Google loves.

una delle industrie cittadine più<br />

importanti, quella della seta.<br />

L’abitato si snoda alla confluenza<br />

dei due fiumi Rodano e Saona,<br />

che formano una piccola penisoletta<br />

nel cuore della città, con<br />

scorci tra acqua e pietra di grande<br />

suggestione; al suo interno si susseguono<br />

i vasti spazi di Place Bellecourt,<br />

risalente all’inizio del ‘700,<br />

che si sviluppa su un rettangolo di<br />

310 metri X 200<br />

metri, dimensioni<br />

che hanno ben<br />

pochi uguali in<br />

Europa; vi si affacciano<br />

eleganti<br />

palazzi dell’800,<br />

oltre alla statua<br />

equestre di Luigi<br />

XVI e alla seicentesca<br />

Tour de la<br />

Charitè. Un’altra<br />

delle caratteristiche<br />

cittadine è data<br />

dai traboules,<br />

gli stretti passaggi<br />

perpendicolari alla<br />

Saona, che collegano<br />

i vari edifici<br />

attraverso corridoi<br />

coperti da volte ad<br />

ogiva, usati in particolare<br />

nel ‘700<br />

dai canuts, i tessitori,<br />

per trasportare<br />

la seta al riparo<br />

dalla polvere e nel<br />

corso dell’occupazione<br />

tedesca della<br />

seconda guerra<br />

mondiale dai partigiani<br />

per muoversi<br />

come in un labirinto<br />

sotto il naso<br />

della Gestapo.<br />

Nel corso<br />

delle esplorazioni<br />

cittadine meritano<br />

una sosta anche<br />

i bouchons,<br />

piccole trattorie a<br />

conduzione familiari<br />

che in origine<br />

servivano i pasti ai lavoratori<br />

della seta e che ai giorni nostri<br />

contribuiscono a dare alla città la<br />

meritata fama di tempio della gastronomia<br />

francese: si tratta di locali<br />

magari senza particolari pretese<br />

dove però si possono consumare<br />

alcuni dei piatti tipici della città,<br />

come le cervelle de canut, che non<br />

è il cervello del tessitore, come<br />

una traduzione letterale potrebbe<br />

farci credere, ma un formaggio<br />

bianco sbattuto con aglio ed erbe,<br />

o come l’insalata di patate o<br />

l’andouillette, un tipico salame lionese.<br />

Questi ristorantini sono gli<br />

antenati dei lussuosi ristoranti che<br />

ai giorni nostri vantano le prestigiose<br />

tre stelle Michelin, come il locale<br />

di Paul Bocuse, uno dei più famosi<br />

chef del mondo, oltre che fondatore<br />

della nouvelle cuisine, che si trova<br />

nei dintorni della città, a Collonges<br />

au Mont d’Or.<br />

In alto una sala del Museo delle Belle Arti e in basso una del Museo dei<br />

Tessuti e delle Arti Decorative, due dei più importanti musei di Lione<br />

Se questo ancora non bastasse<br />

ad incoraggiarne la visita, la<br />

seconda città della Francia ospita<br />

anche numerosi musei di alto livello,<br />

che permettono di conoscere<br />

più a fondo non soltanto il suo patrimonio<br />

artistico, ma anche le sue<br />

origini più propriamente industriali,<br />

compresi i primi vagiti di quella<br />

che sarebbe diventata l’industria<br />

più globalizzata del ‘900, quella del<br />

cinema, che grazie ai fratelli Lumiére<br />

vide qui la sua nascita alla<br />

fine dell’800. Infatti, il 28 dicembre<br />

IL CLUB n. <strong>110</strong> – pag. 28<br />

dell’anno 1895 proprio a Lione i<br />

fratelli Louis e Auguste Lumiére<br />

organizzarono la prima proiezione<br />

cinematografica, che riguardava<br />

proprio gli Stabilimenti Lumiére. E<br />

oggi presso l’Istituto Lumiére, Museo<br />

vivente del Cinema, ospitato<br />

nella villa di famiglia, è possibile<br />

seguire un percorso storico e scientifico<br />

sulla storia del Cinematografo,<br />

invenzione che tanto avrebbe cambiato<br />

la vita dei<br />

nostri nonni, e a<br />

seguire quella dei<br />

nostri genitori e la<br />

nostra.<br />

Un altro<br />

museo cittadino<br />

che documenta<br />

l’identità industriale<br />

e artistica<br />

della città si trova<br />

nella penisola<br />

tra il Rodano e la<br />

Saona ed è il<br />

Museo dei Tessuti<br />

e delle Arti Decorative,<br />

tra i più<br />

importanti al<br />

mondo per lo<br />

studio e la con-<br />

servazione dei<br />

tessuti antichi.<br />

Nella sezione dedicata<br />

ai tessuti<br />

sono ospitate le<br />

sete lionesi del<br />

XVII – <strong>XIX</strong> secolo,<br />

ma anche<br />

pregiate stoffe<br />

copte, bizantine,<br />

turche e persiane,<br />

in una sorta<br />

di excursus della<br />

civiltà umana documentata<br />

dai<br />

tessuti di appartenenza<br />

alle varie<br />

razze nel corso<br />

dei secoli, oltre<br />

ad una collezione<br />

di abiti che va<br />

dal XVI al XX secolo,<br />

e a diversi<br />

modelli del rivoluzionario telaio che<br />

all’inizio del ‘800 fu inventato da<br />

un canut di nome Joseph-Marie<br />

Jacquard, che mise a punto un telaio<br />

con l’impiego della carta traforata,<br />

permettendo di tessere in un<br />

solo passaggio colori diversi per<br />

realizzare una trama multicolore; il<br />

tessuto sarebbe passato alla storia<br />

con il nome di jacquard, e avrebbe<br />

permesso agli stabilimenti un notevole<br />

risparmio di tempo e conseguentemente<br />

di denaro, permet-

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!