31.05.2013 Views

Numero 110 - Anno XIX, Gennaio/Febbraio 2011 - Club Plein Air BdS

Numero 110 - Anno XIX, Gennaio/Febbraio 2011 - Club Plein Air BdS

Numero 110 - Anno XIX, Gennaio/Febbraio 2011 - Club Plein Air BdS

SHOW MORE
SHOW LESS

Create successful ePaper yourself

Turn your PDF publications into a flip-book with our unique Google optimized e-Paper software.

Inviperito per l'ostacolo, il<br />

dio degli inferi affonda il suo scettro<br />

nella fonte, con grande sconquasso,<br />

e s'inabissa giù, verso le<br />

profondità infernali, trascinando<br />

con sé Proserpina, la dea sfortunata.<br />

"Ciane piangendo la rapita dea<br />

e del suo fonte le spregiate leggi,<br />

sta muta, inconsolabile: e nel pianto<br />

distemperata si confonde all'acque".<br />

Avviene così, per il grande e<br />

inconsolabile dolore, la trasformazione<br />

in acqua della dolce ninfetta<br />

"prima dell'altre dileguar, le chiome,<br />

le dita, i piè, le gambe. E dopo<br />

queste, in ruscelli zampillano le<br />

terga, gli omeri, i fianchi e con le<br />

poppe il pello; da sezzo in linfa si<br />

corrompe il sangue, e riman nulla<br />

che si chiappi e stringa".<br />

Fin qui la leggenda, così<br />

com'è stata cantata da Ovidio nelle<br />

"Metamorfosi", al libro V. Ma la<br />

Il ratto di Proserpina del Bernini<br />

leggenda raccontataci da Ovidio<br />

non è la sola ad essere giunta fino<br />

a noi. Un altro storico del periodo<br />

classico ha scritto intorno alla trasformazione<br />

in fonte della ninfa siracusana<br />

Ciane. Parliamo di Plutarco<br />

(50 d.C.-120 d.C.), autore delle<br />

"Vite parallele". Egli riporta una<br />

bella leggenda su Ciane, che si discosta<br />

da quella di Ovidio, perché<br />

più umanizzata.<br />

Narra lo storico del siracusano<br />

Cianippo, padre di Ciane, il<br />

quale in un momento di ebbrezza,<br />

di notte, s'impossessa della figlia<br />

Ciane e la stupra. Ma mentre viene<br />

posseduta incestuosamente, la giovane,<br />

non riuscendo a identificare<br />

colui che la sta violentando, s'impossessa<br />

dell'anello che il suo violentatore<br />

porta al dito, per essere,<br />

più tardi, in grado di riconoscerlo.<br />

Dopo alcuni anni Siracusa<br />

IL CLUB n. <strong>110</strong> – pag. 39<br />

viene colpita dalla peste, narra<br />

Plutarco,e i Siracusani atterriti<br />

pensano di rivolgersi all'oracolo di<br />

Apollo, la Pitia, come era usanza<br />

nell'antichità. Dal responso i Siracusani<br />

apprendono che gli dei pretendono,<br />

per fare finire la mortale<br />

epidemia, il sacrificio di un uomo<br />

perverso. Ciane, che attraverso<br />

l'anello strappato al suo violentatore,<br />

riconosce nel proprio genitore<br />

l'autore della violenza subita, esaudisce<br />

prontamente l'oracolo uccidendo<br />

il padre Cianippo e immolandosi<br />

a sua volta sul suo cadavere.<br />

Dopo il duplice sacrificio la peste<br />

finisce come per incanto e si<br />

vuole che i Siracusani, a perenne<br />

ricordo del sacrificio della giovinetta,<br />

chiamassero la sorgente d'acqua,<br />

teatro di quella triste vicenda,<br />

fonte Ciane.<br />

L'indagine comparativa<br />

delle due leggende, seppure diverse<br />

nei contenuti, ci rivela che il mito<br />

di Ciane, se da un certo punto di<br />

vista rappresenta un fenomeno naturale<br />

(una sorgente d'acqua), da<br />

un'altra angolazione rispecchia<br />

quel processo di trasformazione di<br />

avvenimenti, reali o mitici, in creazioni<br />

fantastiche, per rispondere ai<br />

bisogni e alle aspirazioni sociali e<br />

anche religiose, propri dell'uomo.<br />

Un altro storico, Diodoro<br />

Siculo, racconta che presso ]a fonte<br />

Ciane si celebrava annualmente<br />

una pubblica cerimonia. Essa prevedeva<br />

l'immersione nel piccolo<br />

specchio d'acqua di un certo numero<br />

di tori e il conseguente sacrificio<br />

di alcuni di loro. La festa, ancora in<br />

uso al suo tempo, si vuole istituita<br />

da Ercole. Narra lo storico che, "visitata<br />

la costa della Sicilia, Ercole<br />

giunse a Siracusa e apprese le narrazioni<br />

miti che riguardanti il rapimento<br />

di Proserpina; rese alle dee<br />

splendidi sacrifici, offrì il toro più bello<br />

presso la fonte Ciane e ordinò agli<br />

indigeni di offrire ogni anno sacrifici<br />

a Core (Proserpina) e di celebrare<br />

presso la fonte Ciane una riunione<br />

solenne ed un rito sacrificale".<br />

Concludendo, ci sembra<br />

che entrambe le narrazioni appaiano<br />

ricche di buone connotazioni letterarie,<br />

anche se la favola di Ovidio,<br />

a nostro avviso, suscita maggiore<br />

interesse, soprattutto perché arricchita<br />

di certi elementi mitologici<br />

connessi con la cultura greca che in<br />

Sicilia acquista un suo singolare aspetto,<br />

e di tutti quei tratti culturali<br />

propri del patrimonio locale.<br />

Alfio Triolo

Hooray! Your file is uploaded and ready to be published.

Saved successfully!

Ooh no, something went wrong!