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Numero 110 - Anno XIX, Gennaio/Febbraio 2011 - Club Plein Air BdS

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I<br />

l settore dei viaggi e del<br />

turismo è stato uno di quelli che ha<br />

tenuto banco nel mondo dell’editoria<br />

per decenni. Non parlo solo delle pubblicazioni<br />

specifiche, come carte stradali<br />

e guide dedicate da case editrici<br />

specializzate (come TCI, Loney Planet,<br />

Michelin, ecc.) a nazioni o regioni, ma<br />

parlo anche di tutte quelle riviste che<br />

hanno fatto sognare tanti di noi già<br />

ammirandone la copertina quando<br />

passavamo davanti a un’edicola.<br />

“<strong>Plein</strong>air”, “Autocaravan”,<br />

“Camper & Caravan”, “In Camper”,<br />

“Turismo all’aria aperta”, “Viaggiare in<br />

camper”...; e poi “TuttoTurismo”,<br />

“Gente Viaggi”, “Qui Touring”, “Viaggi<br />

e sapori”, “Meridiani”, “<strong>Air</strong>one”, “Dove”,<br />

“Week-end”, “Bell’Italia”,<br />

“Bell’Europa”, “Viaggiare”: potrei scrivere<br />

righe su righe solo per citare il<br />

nome dei mensili di turismo, specializzati<br />

e non, che hanno fatto la storia in<br />

questi anni del giornalismo italiano di<br />

settore. Diciamo pure che per anni<br />

non solo c’è stato l’imbarazzo della<br />

scelta da parte dei lettori, ma forse c’è<br />

stata anche un’euforia da parte degli<br />

editori (anche persone senza esperienza)<br />

nel gettarsi nella mischia, nel<br />

proporre una nuova rivista magari con<br />

articoli targetizzati in modo specifico<br />

per specifici lettori; questo ha causato<br />

la proliferazione delle riviste per camperisti,<br />

per enoturisti, per cicloturisti,<br />

per viaggiatori snob in cerca solo di<br />

hotel di charme, per naturalisti, ecc..<br />

Tutto è andato bene fin<br />

quando i primi venti di crisi non hanno<br />

iniziato a soffiare. Ma ben presto ai<br />

venti sono seguiti gli uragani e in po-<br />

Editoriale<br />

chi anni, in effetti, tutto è cambiato e<br />

sta continuando a cambiare nel mondo<br />

dell’editoria (e non solo, com’è ovvio,<br />

in quella dedicata al turismo): la<br />

crisi economica ha dato la spallata finale<br />

alla spietata concorrenza delle<br />

testate fra loro e la carta stampata<br />

ha trovato sempre più filo da torcere<br />

nelle potenzialità straripanti della rete,<br />

all’interno della quale siti web<br />

specializzati, giornali on line, blog e<br />

community di viaggiatori si mescolano<br />

in una guazzabuglio nel quale i<br />

motori di ricerca di Internet riescono<br />

comunque sempre a trovare il bandolo<br />

della matassa e a fornire a<br />

chiunque i risultati desiderati.<br />

Che bisogno c’è, quindi, di<br />

andare in edicola ad acquistare una<br />

rivista se gratuitamente e da casa<br />

puoi soddisfare curiosità o voglia di<br />

leggere o l’esigenza di trovare informazioni<br />

utili solo utilizzando il tuo<br />

computer? E d’altronde, che bisogno<br />

c’è di andare in un’agenzia di viaggi o<br />

in un’agenzia marittima a prenotare o<br />

acquistare un tour, un biglietto aereo<br />

o di un traghetto, se tutto questo ormai<br />

lo puoi fare da casa e pure risparmiando<br />

soldi? E’ ovvio che sono in<br />

crisi le redazioni giornalistiche, gli editori,<br />

così come le agenzie di viaggio.<br />

Insomma, se è vero che dopo questa<br />

crisi nulla rimarrà com’era, anche in<br />

questo mondo sicuramente tutto è<br />

cambiato (e cambierà ancora).<br />

Con che risultati? Hanno finito<br />

col chiudere grandi tour operator come<br />

“I Viaggi del Ventaglio”, sono entrate<br />

in crisi compagnie aeree e marittime<br />

(pensate all’Alitalia o negli USA a<br />

PanAm e TWA ormai chiuse, a Tirrenia<br />

e Siremar, ecc.) e non dovrebbero essere<br />

in crisi i giornali di turismo? Se a<br />

chiudere, pochi mesi fa, è stato perfino<br />

il mensile “TuttoTurismo”, che per<br />

decenni è stato il più blasonato in Italia<br />

(io ho a casa, meticolosamente<br />

raccolti e archiviati, tutti i numeri nel<br />

tempo pubblicati!), se un altro mensile<br />

famoso come “Gente Viaggi” non è<br />

più pubblicato su carta ma solo sul<br />

web e se anche “Turismo all’aria aperta”<br />

ha comunicato il passaggio al web,<br />

se perfino “Bell’Italia” e “Bell’Europa”<br />

che escono ancora in edicola da parecchio<br />

lo fanno con un numero di pagine<br />

che fa sorridere, capirete che<br />

davvero lo tsunami sta devastando<br />

tutto e tutti.<br />

Francamente, anche come<br />

giornalista, mi vengono i brividi e non<br />

so cosa pensare. Io per primo sono un<br />

grande navigatore della rete e sfrutto<br />

IL CLUB n. <strong>110</strong> – pag. 3<br />

ogni angolo del web per reperire informazioni<br />

per un viaggio o per un<br />

semplice week-end (anche in favore<br />

del nostro <strong>Club</strong>); ma cerco di valutare<br />

con serenità se un diario di viaggio di<br />

un camperista sia “affidabile” oltre che<br />

interessante dal punto di vista dei<br />

contenuti o se invece sia più o meno<br />

inutile (cosa che ovviamente può accadere<br />

anche per un articolo scritto da<br />

un giornalista iscritto all’albo professionale,<br />

ma ovviamente è molto più<br />

raro che accada). Cosa voglio dire?<br />

Quante volte vi sarà capitato di leggere<br />

un diario di viaggio su internet o<br />

anche su “AutoCaravan” (nella sezione<br />

dei diari dei lettori, dove almeno<br />

già sono selezionati dalla redazione);<br />

e quante volte sarete rimasti delusi<br />

dalla mancanza di informazioni vere<br />

(concrete, che possono essere utili a<br />

tutti), mentre le pagine del diario sono<br />

piene di aneddoti personali di chi<br />

scrive, inutili per chiunque altro? Ovviamente<br />

ci deve pur essere una differenza<br />

fra un giornalista (di turismo<br />

o di altro) e uno che non scrive per<br />

professione. Anche se a volte capita<br />

di leggere cose scritte da non giornalisti<br />

che sono fantastiche e, al contrario,<br />

articoli di giornalisti anche famosi<br />

che straparlano senza dire nulla...<br />

L’esperienza maturata con<br />

questo nostro bimestrale, giunto al<br />

suo 19° anno di vita, mi rincuora: noi<br />

abbiamo una redazione “vera” e tanti<br />

nostri soci, pur non essendo giornalisti,<br />

hanno imparato pian piano a scrivere<br />

proprio come veri giornalisti,<br />

puntando a essere utili a chi legge,<br />

interessanti nei contenuti, arricchendo<br />

i testi con belle immagini. E chi impagina<br />

e partorisce ogni numero de “IL<br />

CLUB” ha lavorato in tutti questi anni<br />

con grande soddisfazione non per un<br />

compenso ma solo per il piacere di<br />

farlo e di condividere con gli altri le<br />

varie esperienze. E’ ovvio che un editore<br />

non può operare senza fini di lucro,<br />

né un giornalista che lavora in<br />

una redazione può lavorare gratis. Ma,<br />

anche con tutto il potenziale di<br />

Internet di cui ormai non potremmo<br />

fare a meno, pensate che se non ci<br />

fossero più i giornali e le riviste, il nostro<br />

mondo sarebbe lo stesso? Io onestamente<br />

non lo credo, e mi viene<br />

l’angoscia a pensare a un mondo che<br />

riesca a fare a meno della carta; o<br />

peggio della lettura.<br />

Maurizio Karra

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