Numero 110 - Anno XIX, Gennaio/Febbraio 2011 - Club Plein Air BdS

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Carta d’identità Socio: Giovanna Amico (anni 68) Residenza: Palermo Occupazione: Dirigente in pensione Altre persone che compongono l’equipaggio: le sorelle Maria e Rosaria Caratteristiche del camper Veicolo: Challenger Mageo 131 Anno di acquisto: 2003 Anno di prima immatricolazione: 2003 Tipologia: mansardato Meccanica: Fiat Ducato 15 – 1,9 Misure: lunghezza: m. 5,70, larghezza: m. 2,30, altezza: m. 3,15 Posti omologati: n. 5 Posti letto: n. 5: 1 matrimoniale in mansarda, 1 matrimoniale ottenibile dalla trasformazione della dinette centrale e 1 singolo centrale accanto alla dinette centrale Serbatoi acque chiare: l. 225 Serbatoio acque grigie: l. 125 WC: Thetford a cassetta Riscaldamento: Stufa Truma a gas con ventilazione Boiler: Truma a gas Frigorifero: trivalente l. 100 Cucina: piano cottura 3 fuochi Optional montati: tendalino, antifurto, CB Valutazione del mezzo da parte del socio Motorizzazione veicolo (velocità/ripresa) Abbastanza soddisfatta Impianto freni Abbastanza soddisfatta Tenuta di strada Abbastanza soddisfatta Spazio utilizzabile nella cellula abitativa Abbastanza soddisfatta Impiantistica (capacità serbatoi/stufa...) Molto soddisfatta Qualità del mobilio ed eleganza arredi Abbastanza soddisfatta Cuscineria e tappezzeria Abbastanza soddisfatta Comodità dei letti Molto soddisfatta Comodità dei divani e dei posti a tavola Molto soddisfatta Capacità stivaggio (gavoni/armadio/ante) Molto soddisfatta Servizio WC/doccia Abbastanza soddisfatta Cucina/piano cottura/frigo Molto soddisfatta Ovunque tu vada, il tuo Club ti è sempre vicino IL CLUB n. 110 – pag. 44 davvero contente: in poco più di 5 metri e mezzo hanno tutto ciò che serve loro per vivere in comodità la loro vita di turiste all’aria aperta: una comoda mansarda, una elegante dinette centrale dietro il sedile di guida e un divano laterale fra il sedile del passeggero e la porta di ingresso, e la zona servizi in coda, con la cucina da un lato e il bagnetto dall’altro. Proprio per la disposizione interna del camper, questo vero e proprio salotto centrale spesso è utilizzato dagli amici e dalle amiche il pomeriggio dopo il pranzo o la sera dopo la cena per intrattenersi e fare quattro chiacchiere: un dolcino, un amaro, tanta simpatia... Questo ci introduce in un altro argomento che ben connota le nostre socie: il loro amore per l’arte culinaria. Tutt’e tre sono abilissime cuoche, ognuna specializzata in una tipologia di piatti, nei dolci o nelle conserve che spesso vengono preparate in estate per essere poi sfruttate in inverno. Per Giovanna è tutto facile e semplice, altrettanto per Maria e Rosaria; lei che pure da qualche anno, da quando non lavora più, divide la sua vita fra le sorelle e gli amati nipotini, di cui giustamente parla sempre con grande amore e di cui si preoccupa non appena anche un malessere di stagione li sfiora. Persone ideali, da avere come amiche; d’altronde, anche il loro cognome lo conferma: Amico! Maurizio Karra Club Plein Air BdS: insieme per l’amicizia, cittadini del mondo, ambasciatori di pace
V Musica in camper Due grandi artisti italiani per riscaldare le giornate uggiose dell’inverno a bene: fuori c’è freddo, il buio delle giornate invernali incombe e il futuro prossimo sembra soltanto un inseguirsi di impegni, doveri e responsabilità. Ma se empaticamente questo ci porterebbe al legittimo sconforto, razionalmente sappiamo che non durerà per sempre; presto l’umido lascerà il posto al tepore delle prime giornate primaverili e la durata della luce si amplierà, proiettandoci verso la bella stagione e le vacanze, scandite al ritmo dei nostri viaggi in camper. Nel frattempo teniamo duro e facciamoci consolare dall’armonia della musica. La prima proposta riguarda un nome molto noto nella discografia italiana, quello di una grande artista, che è una cantante, un’attrice ed insieme una cantautrice di notevole spessore: Ornella Vanoni. Autentico mostro sacro della canzone italiana è considerata, a ragione, una delle migliori interpreti, tra le più note ed importanti, della melodia nazionale, con una carriera molto lunga che ha superato i 52 anni di attivo, nel corso della quale è riuscita a cimentarsi in generi diversi, dalle canzoni della mala, al jazz, alla bossa nova, alla canzone d’autore, raggiungendo la popolarità grazie ad uno stile interpretativo e ad un timbro vocale immediatamente riconoscibili. Un’artista che rimane attiva e concentrata in sempre nuovi progetti, dividendosi tra rappresentazioni teatrali, concerti e album, tanto da avere raggiunto la cifra di ben 54 dischi pubblicati e di milioni di copie vendute, a testimonianza di come il pubblico la segua sempre con grande interesse ed affetto. La sua ultima creatura è il doppio album “Ornella Vanoni live al Blue Note”, scandito come sempre dalla sua voce straordinaria, da un notevole repertorio e dall’emozione che dà la musica dal vivo; infatti il doppio cd propone i momenti più intensi dei quattro indimenticabili concerti che l’artista ha tenuto al Blue Note, tempio del jazz milanese; in quest’occasione con classe ineguagliabile la cantante ha dato vita, in un’atmosfera di grande suggestione, ad un live memorabile in cui ha proposto il meglio del suo repertorio passato e presente. Così si possono riascoltare i suoi pezzi mitici, scanditi da soffusi arrangiamenti jazz, come “La voglia, la pazzia”, “Tristezza”, “Domani è un altro giorno”, ma anche notevoli interpretazioni di brani degli amici cantautori, come “Non abbiam bisogno di parole”, “Alta marea”, “Dune mosse”. La malia dell’album è completata da eterni classici del jazz come “My funny Valentine” e “I get along without you very well”, che consentono di fare un tuffo nella melodia avvolgente, in grado di far sognare intere generazioni. Rimaniamo nel panorama italiano per parlare di un altro artista famoso da oltre 30 anni, Zucchero, al secolo Adelmo Fornaciari, il cui dolcissimo nome d’arte deriva da un ricordo d’infanzia, quando la maestra del piccolo Adelmo diceva che era dolce come lo zucchero. Da quell’epoca ne è passata di acqua sotto i ponti e il nostro protagonista ha avuto il tempo di arrivare quasi alla laurea in veterinaria e di fare il tornitore, il salumiere e il fornaio, prima di diventare una star internazionale di rock, blues e soul, al punto da avere venduto 50 milioni di dischi e da avere raggiunto notevoli traguardi; tra questi ricordiamo il suo concerto, uno dei primi tenuti da artisti occidentali, svoltosi all’inizio degli anni ’90 al Cremlino di Mosca dopo la caduta del muro di Berlino, la sua recensione nella più autorevole enciclopedia di musica moderna del XX secolo che lo cita per primo tra gli artisti italiani e l’onorificenza di commendatore da parte del presidente della repubblica. Non stupisce, quindi, che a fronte di tanta popolarità anche il suo ultimo (il 17°) album “Chocabeck” IL CLUB n. 110 – pag. 45 abbia venduto, appena uscito, centinaia di migliaia di copie, permettendogli di debuttare direttamente al primo posto delle classifiche di vendita nazionali. Il curioso titolo dell’album si rifà ai ricordi di infanzia del cantautore, dato che in dialetto emiliano il suono ciocabec si identifica con lo schiocco del becco di un animale che non ha nulla da mangiare e questo suono nella famiglia non certo ricca dell’artista veniva usato dal padre come risposta quando il piccolo Adelmo chiedeva cosa c’era da mangiare: ciocabec, cioè niente. Il cantante continua a raccontare spiegando che questo è un concept album, dato che è omogeneo nei suoni e nelle tematiche e racconta una giornata festiva, dall’alba al tramonto, in un paese che potrebbe essere quello della sua infanzia, attraverso un insieme di brani lenti e riflessivi, intimisti e suggestivi. Così si susseguono pezzi da ascoltare con tutta l’anima, come “Il soffio caldo”, scritto con Francesco Guccini, “Il suono della domenica”, una sorta di manifesto dell’intero album, “E’ un peccato morir”, che è stato il singolo di lancio dell’album, l’irriverente “Vedo nero”, “Oltre le rive”, meditativo al punto giusto, l’allegro “Un uovo sodo”, il pulsante “Chocabeck” che dà il titolo all’album, e così via in un concatenarsi di armonie che si conclude “God bless the child”, quasi un canto ecclesiastico di grande suggestione, il cui ascolto lascia appagati e sereni. Insomma un album che vale davvero la pena di ascoltare e riascoltare per sconfiggere il logorio della vita moderna, per usare le parole di una gradevole pubblicità vecchio stampo, ma sempre decisamente attuale. Mimma Ferrante
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