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Settembre - Ilmese.it

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parliamo della nazionale<br />

inizia un nuovo ciclo<br />

Il Mondiale è fin<strong>it</strong>o da un<br />

po’, e già la Serie A, l’Europa<br />

League e la Champions<br />

League hanno mosso i primi<br />

passi, dato i primi voti, rifilato<br />

le prima bocciature…insomma,<br />

l’annata 2010/2011 ha<br />

già disegnato la propria cornice.<br />

La stagione post mondiale è sempre particolare: inizia un<br />

nuovo ciclo che condurrà al Mondiale successivo, si impongono<br />

modelli calcistici e nascono, ovviamente, i loro opposti. Il Mondiale<br />

sudafricano ha dichiarato vincente lo stile spagnolo: possesso<br />

palla, piedi raffinati in mezzo al campo, gioco d’attacco.<br />

Ma soprattutto, fatto di tanti giovani cresciuti quasi tutti assieme,<br />

che si conoscono a memoria da anni, e che tra Europeo e<br />

Mondiale hanno imposto una d<strong>it</strong>tatura che rischia di sconfinare<br />

anche nel prossimo Europeo, se Germania od Olanda non riusciranno<br />

a porvi un freno. O se qualche nuova nazionale non<br />

nasconde una nidiata di fenomeni emergenti da contrapporre<br />

alle Furie Rosse. E l’Italia? In preda al panico dopo il peggior<br />

mondiale di sempre (nel 1958 non c’eravamo, vero, ma nel<br />

2010 è come se), la federazione ha promesso un ringiovanimento<br />

storico, affidandosi ad un nocchiero bravo e simpatico<br />

come Prandelli: ma basterà? Basterà, se nel maggior campionato<br />

nazionale esiste una squadra che domina senza <strong>it</strong>aliani<br />

in campo? Se l’altra squadra, della stessa c<strong>it</strong>tà, è lo specchio<br />

opposto del modello Barcellona, e accumula giocatori bolsi e<br />

invecchiati, mandando i giovani promettenti in Provincia? Se, infine,<br />

l’altra squadra più blasonata d’Italia non trova di meglio che<br />

imbottirsi di glorie <strong>it</strong>aliane arruggin<strong>it</strong>e, e im<strong>it</strong>ando la precedente<br />

nel “tour” imposto ai propri gioielli della Primavera? Quanti<br />

Xavi, Iniesta, Villa, Fabregas marciscono nei campetti di Serie C<br />

e D, costantemente mandati a “farsi le ossa”? E quanti Ronaldinho,<br />

Trezeguet, Felipe Melo, Rivas dovremo sorbirci, prima di<br />

scoprire che, magari, un Marrone, un Immobile, un Destro o un<br />

Verdi valgono molto, molto di più? [Matteo Sartini]<br />

pAGine di spORt<br />

Gli ultimi in corsia, i<br />

primi al traguardo<br />

Era l’Olimpiade del boicottaggio,<br />

come lo sarebbe stata, a parti invert<strong>it</strong>e,<br />

quella successiva, a Los Angeles. Ed è<br />

stata, per noi <strong>it</strong>aliani, l’Olimpiade della<br />

veloc<strong>it</strong>à, grazie a Pietro Mennea, che<br />

30 anni dopo quell’indimenticabile notte<br />

a Mosca, ricorda la sua corsa verso<br />

il podio olimpico ne “L’Oro di Mosca”.<br />

Mennea non è un uomo qualunque.<br />

Corre a livello agonistico fin da giovanissimo,<br />

guadagna podi internazionale<br />

da quando ha 19 anni, colleziona diverse<br />

medaglie e per 17 anni (dal 1979<br />

al 1996) risulta l’uomo più veloce del<br />

mondo sui 200 metri, fino all’avvento<br />

dell’americano Michael Johnson. Mosca,<br />

pietro paolo<br />

Mennea,<br />

L’oro di Mosca,<br />

delta3 Edizioni,<br />

176 pagine,<br />

25 euro.<br />

pIEtRO<br />

LEONARDI<br />

è stato l’uomo<br />

mercato di<br />

questa estate:<br />

ha confermato<br />

Bojinov<br />

e Mirante<br />

e è arrivato<br />

Giovinco<br />

pASqUALE<br />

MARINO<br />

Riservato e<br />

tac<strong>it</strong>urno, ma<br />

sul campo<br />

aggressivo e<br />

spettacolare<br />

come Zeman.<br />

L’obiettivo è<br />

l’Europa<br />

DANIELE<br />

GALLOppA<br />

Brutto<br />

infortunio per<br />

il centrocampista<br />

romano,<br />

difficile il suo<br />

rientro prima<br />

di gennaio<br />

iL pUntO<br />

con C<strong>it</strong>tà del Messico, rimane il punto<br />

più alto raggiunto: e proprio Mennea ha<br />

voluto ripercorrere quei momenti indimenticabili.<br />

“Poco dopo le otto di sera<br />

del 28 Luglio 1980, con una temperatura<br />

di 23°, l’umid<strong>it</strong>à del 56%, il vento<br />

zero, mi presentai alla finale dei 200<br />

metri” scrive l’ex-corridore. “i miei rivali<br />

erano i cubani Silvio Leonard e Osvaldo<br />

Lara, i polacchi Woronin e Dunecki, il<br />

tedesco orientale Hoff, il giamaicano<br />

Quarrie e il br<strong>it</strong>annico Wells. A me toccò<br />

l’ottava corsia cioè l’ultima, a Wells<br />

la settima…”. Gli ultimi in corsia, i primi<br />

sul traguardo. Il libro non è una semplice<br />

autobiografia: è un vero e proprio<br />

viaggio nel tempo, per risentire odori e<br />

suoni di quella pista d’atletica, per riprovare<br />

le emozioni dello sparo, della<br />

corsa del trionfo. Per ricordare quella<br />

sera d’estate in cui ci sentimmo i più<br />

veloci del mondo. [Matteo Sartini]<br />

DI MAURO SIMONAZZI<br />

Redattore Sport - mauro@edicta.net<br />

i librai di parigi<br />

NON CREDO DI AVER MAI VISTO una c<strong>it</strong>tà con tante<br />

librerie come Parigi. Sarà anche vero che i francesi<br />

leggono più degli <strong>it</strong>aliani, ma come faranno a<br />

sopravvivere con i nuovi E-Book, i-Pad e la possibil<strong>it</strong>à<br />

di acquistare comodamente i libri da casa? È<br />

vero che le librerie di Parigi spesso sono altamente<br />

specializzate e quindi hanno un loro pubblico specifico,<br />

ma questa non mi sembra una spiegazione<br />

sufficiente. A me piace pensare che fare il libraio a<br />

Parigi non sia un lavoro come gli altri, ma sia un<br />

mestiere per il quale occorre una speciale vocazione.<br />

Certi librai parigini non vogliono solo vendere libri,<br />

hanno deciso di vivere in mezzo ai libri. Mi viene in<br />

mente che all’inizio degli anni Ottanta, Alain Caillé<br />

e Gérald Berthaud, due univers<strong>it</strong>ari francesi che si<br />

erano incontrati al centro Thomas More di L’Abrasle,<br />

vicino a Lione, decisero di pubblicare il “Bulletin<br />

du Mauss” (Movimento Anti-Util<strong>it</strong>arista delle Scienze<br />

Sociali), che nel 1986 diventerà “La Revue du<br />

Mauss”. L’obiettivo della rivista era (ed è) di favorire<br />

la diffusione di modelli alternativi al modello util<strong>it</strong>arista,<br />

cioè alternativi a quel modello secondo il quale<br />

gli uomini agiscono esclusivamente per un calcolo<br />

del proprio interesse economico. La diffusione del<br />

modello util<strong>it</strong>arista, si lamentava Caillé, trasforma gli<br />

uomini in “machine à calculer”. Il calcio è la forma<br />

di intrattenimento che, in Italia, produce più denaro.<br />

Per questo molte società sportive sono quotate in<br />

borsa e i calciatori spesso sono pagati molto più di<br />

importanti manager. Il modello util<strong>it</strong>arista che non<br />

piace a Caillé e a Berthaud regola i rapporti tra presidenti,<br />

direttori sportivi, allenatori e giocatori. Per<br />

questo storie come quelle di Gigi Riva, che rifiutò le<br />

offerte di Juventus e Milan per rimanere a giocare a<br />

Cagliari, sono sempre più rare. Ma a me piace pensare<br />

che ci saranno ancora calciatori che, come certi<br />

librai parigini, avranno una particolare vocazione per<br />

il loro mestiere e non saranno semplici “machine à<br />

calculer”.<br />

Groucho Marx<br />

«Ricordo bene il<br />

mio primo rapporto<br />

sessuale, ho ancora la<br />

fattura»<br />

La Rochefoucauld<br />

«Ciò che rende la<br />

van<strong>it</strong>à degli altri<br />

insopportabile, è che<br />

offende la nostra»<br />

Oscar Wilde<br />

«A volte è meglio tacere<br />

e sembrare stupidi, che<br />

aprir bocca e togliere<br />

ogni dubbio»<br />

IL MESE MAGAZINE settembre 2010 [45]

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