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Passato, presente e futuro dell’ECM <strong>in</strong> Italia per una prospettiva di qualità<br />
ex professo dei pr<strong>in</strong>cipi di pedagogia dell’adulto<br />
(andragogia) e di metodologie didattiche e valutative?<br />
Agenzie e centri regionali ECM<br />
Dovrebbero rappresentare il cuore del sistema ECM<br />
nazionale per varie ragioni: sono gli organismi più vic<strong>in</strong>i<br />
ai bisogni formativi dei professionisti del<strong>la</strong> salute<br />
e nel contempo si trovano <strong>in</strong> condizioni ottimali per<br />
percepire i bisogni di salute dei cittad<strong>in</strong>i che debbono<br />
giovarsi delle prestazioni sanitarie (l’ECM è uno<br />
degli ambiti nei quali <strong>la</strong> cosiddetta “devolution” può<br />
mostrare una reale utilità); operano <strong>in</strong> questa ottica i<br />
referenti diretti delle Aziende sanitarie pubbliche, cioè<br />
dei luoghi privilegiati per <strong>la</strong> produzione e l’offerta dell’ECM<br />
soprattutto nel<strong>la</strong> forma del<strong>la</strong> FsC, ma anche<br />
con approcci blended. Gli Organismi regionali <strong>in</strong>oltre<br />
possono godere di una re<strong>la</strong>tiva autonomia operativa<br />
e sono <strong>in</strong> grado di mantenere un grado sufficiente<br />
di flessibilità funzionale, correndo <strong>in</strong> misura<br />
m<strong>in</strong>ore rispetto agli Organismi nazionali i rischi del<strong>la</strong><br />
viscosità burocratica e dell’essere appetiti come luoghi<br />
di potere; potrebbero pertanto espletare con una<br />
certa agilità le seguenti funzioni:<br />
a) <strong>in</strong>dividuare con puntualità ed efficacia gli obiettivi didattici<br />
pert<strong>in</strong>enti ai bisogni di salute locali, pure coerenti<br />
con gli obiettivi nazionali ma non appiattiti su di<br />
essi;<br />
b) recepire, armonizzare e gestire i bisogni e le offerte<br />
formative delle Aziende sanitarie pubbliche, ma anche<br />
di promotori di formazione privati che sappiano rispondere<br />
con competenza, <strong>in</strong>telligenza e correttezza<br />
alle necessità di formazione del territorio, cioè a reali<br />
bisogni sanitari e perciò anche formativi;<br />
c) applicare con efficacia ma anche con flessibilità alle<br />
esigenze locali le norme di garanzia del<strong>la</strong> qualità stabilite<br />
nelle loro l<strong>in</strong>ee generali dall’Organismo ECM centrale;<br />
d) sperimentare con rischio calco<strong>la</strong>to metodologie <strong>in</strong>novative<br />
(per esempio esperienze di e-learn<strong>in</strong>g di terza<br />
generazione, cioè basate sul<strong>la</strong> col<strong>la</strong>borazione tra pari<br />
moderata da tutor, che si attua a distanza grazie a strumenti<br />
<strong>in</strong>formatici, consentendo così <strong>la</strong> costruzione <strong>in</strong>terattiva<br />
e condivisa di conoscenze);<br />
e) garantire – anche mediante funzioni di consulenza e<br />
di supervisione – l’appropriatezza delle prove di verifica<br />
dell’apprendimento (coerenza con gli obiettivi e i<br />
metodi formativi) per gli eventi formativi di propria competenza;<br />
f) monitorare da vic<strong>in</strong>o <strong>la</strong> qualità e l’efficacia degli eventi<br />
formativi locali, applicando modalità di tutoraggio e di<br />
verifica dei risultati formativi <strong>in</strong> term<strong>in</strong>i di apprendimento<br />
immediato e di ricaduta positiva a medio term<strong>in</strong>e<br />
del<strong>la</strong> formazione sui comportamenti e sulle performances<br />
professionali (e qu<strong>in</strong>di mediatamente sul<strong>la</strong><br />
tute<strong>la</strong> del<strong>la</strong> salute);<br />
g) formare con <strong>in</strong>iziative ad hoc altri formatori ECM, così<br />
da nutrire gradualmente il sistema di risorse ed energie<br />
nuove;<br />
ANNO 2 - numero 0 | giugno 2008<br />
h) fungere da “sensori” periferici dei bisogni di formazione<br />
dei professionisti del<strong>la</strong> salute attraverso <strong>la</strong> Consulta<br />
regionale delle Professioni, per aiutare l’Organismo<br />
centrale nell’espletamento delle proprie funzioni<br />
(<strong>in</strong> primis l’aggiornamento degli obiettivi ECM nazionali,<br />
per evitare <strong>in</strong>congruenze e dissonanze tra quanto<br />
si progetta al centro e quanto si realizza al<strong>la</strong> periferia);<br />
i) mettere a disposizione degli altri Centri regionali e dell’Organismo<br />
centrale (per esempio con <strong>la</strong> mediazione<br />
attenta del<strong>la</strong> Conferenza Stato-Regioni) e qu<strong>in</strong>di condividere<br />
le proprie esperienze formative per far crescere<br />
<strong>in</strong> modo diffuso e <strong>in</strong>crementale il sistema ECM<br />
nazionale.<br />
L’azione prem<strong>in</strong>ente dei Centri ECM regionali, lungi<br />
dall’aumentare il temuto divario formativo tra Regione<br />
e Regione, può giocare un ruolo positivo di<br />
crescita comune anche a favore di Regioni svantaggiate,<br />
che f<strong>in</strong>o a ora ricorrono – con maggiore<br />
frequenza – al<strong>la</strong> difficile e per lo più <strong>in</strong>soddisfacente<br />
supplenza dell’Organismo ECM centrale nell’offerta<br />
di eventi formativi accreditati. Per le molte ragioni<br />
considerate <strong>in</strong> precedenza è <strong>in</strong>vece più probabile<br />
che lo svantaggio formativo di alcune Regioni rischi<br />
di peggiorare ulteriormente se si <strong>la</strong>scia al<strong>la</strong> libera<br />
gestione del mercato <strong>la</strong> domanda e l’offerta di ECM,<br />
proprio perché le maggiori difficoltà nell’offerta locale<br />
di occasioni formative valide si verificano <strong>la</strong>ddove<br />
sono maggiori le carenze organizzative delle<br />
Aziende sanitarie pubbliche; viceversa, l’<strong>in</strong>centivazione<br />
di un impegno formativo pubblico, orientato<br />
e facilitato anche da esperienze maturate altrove,<br />
potrebbe fungere da catalizzatore del<strong>la</strong> crescita organizzativa,<br />
perché formazione e organizzazione<br />
hanno una naturale re<strong>la</strong>zione di potenziamento reciproco,<br />
f<strong>in</strong>o al<strong>la</strong> maturazione di vere “learn<strong>in</strong>g organization”.<br />
Provider e promotori di formazione pubblici e privati<br />
Nell’ottica sopra def<strong>in</strong>ita acquisiscono un ruolo preferenziale<br />
le Aziende sanitarie territoriali e ospedaliere;<br />
esse <strong>in</strong>fatti sono <strong>in</strong> grado di <strong>in</strong>dividuare con<br />
pert<strong>in</strong>enza e immediatezza i bisogni di formazione<br />
del proprio personale, e di rispondervi con <strong>in</strong>iziative<br />
sviluppate a seconda delle circostanze <strong>in</strong> completa<br />
o parziale autonomia (cioè con risorse prevalentemente<br />
<strong>in</strong>terne, oppure con l’apporto<br />
esterno), sia nell’organizzazione degli eventi, sia<br />
nel loro espletamento. Ciò <strong>la</strong>scia spazio anche a<br />
entità private, peraltro solo nel<strong>la</strong> misura <strong>in</strong> cui queste<br />
siano <strong>in</strong> grado di realizzare offerte formative di<br />
qualità; spetta <strong>in</strong> ogni caso all’Authority di controllo<br />
il compito di monitore e di valutare <strong>la</strong> qualità delle<br />
offerte attraverso le verifiche di processo e di risultato;<br />
<strong>in</strong>fatti, un sistema a forte valenza sociale qual<br />
è l’ECM può aprirsi al mercato solo nel rispetto del<strong>la</strong><br />
<strong>rivista</strong> di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA | 45