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Passato, presente e futuro dell’ECM <strong>in</strong> Italia per una prospettiva di qualità<br />

spensabile garantirne l’utilizzazione appropriata,<br />

saggia e ocu<strong>la</strong>ta, nonché sottoposta alle necessarie<br />

verifiche.<br />

Altro problema si pone per l’autof<strong>in</strong>anziamento e<br />

per le risorse private. Per quanto attiene all’autof<strong>in</strong>anziamento,<br />

va detto che esso potrebbe e dovrebbe<br />

giocare <strong>la</strong> sua parte nell’ECM, anche se <strong>in</strong><br />

quota non preponderante rispetto al f<strong>in</strong>anziamento<br />

con risorse pubbliche: l’aggiornamento e lo sviluppo<br />

professionale cont<strong>in</strong>uo sono <strong>in</strong>fatti di <strong>in</strong>teresse anche<br />

del s<strong>in</strong>golo professionista e d’altra parte è abbastanza<br />

comune <strong>la</strong> svalutazione di quanto si ottiene<br />

gratuitamente.<br />

Tuttavia <strong>la</strong> compartecipazione dei professionisti al<br />

f<strong>in</strong>anziamento del<strong>la</strong> formazione personale potrebbe<br />

venire <strong>in</strong>centivata dal<strong>la</strong> deducibilità dei costi veri e<br />

diretti dell’ECM dalle imposte f<strong>in</strong>o a un tetto ragionevole<br />

(per es. per due eventi all’anno); e specu<strong>la</strong>rmente<br />

il mancato aggiornamento potrebbe venire<br />

penalizzato con un aumento del premio assicurativo<br />

per <strong>la</strong> responsabilità professionale e magari<br />

anche con un aumento del<strong>la</strong> quota annuale di<br />

iscrizione agli Ord<strong>in</strong>i e Collegi professionali.<br />

Il discorso si fa più delicato per quanto attiene ai f<strong>in</strong>anziamenti<br />

privati, ed è soprattutto riguardo a essi<br />

che si pone il problema del conflitto d’<strong>in</strong>teressi. Va<br />

detto con chiarezza che <strong>la</strong> formazione professionale<br />

non può <strong>in</strong> alcun modo farsi veicolo di <strong>in</strong>teressi<br />

privati, che sono pressoché esclusivamente d’<strong>in</strong>teresse<br />

commerciale e riguardano prevalentemente<br />

le imprese farmaceutiche o comunque organizzazioni<br />

di produzione e/o distribuzione di beni e servizi<br />

a utilizzazione sanitaria (bio-medicali).<br />

Questo problema si dist<strong>in</strong>gue <strong>in</strong> due fattispecie:<br />

a) Interessi dei soggetti partecipanti con funzioni docenti<br />

a eventi formativi. Deve essere qui tute<strong>la</strong>ta <strong>in</strong> modo<br />

assoluto <strong>la</strong> correttezza delle <strong>in</strong>formazioni utilizzate, così<br />

da non diventare <strong>in</strong> alcun modo veicolo pubblicitario<br />

palese o occulto; un controllo al proposito potrebbe<br />

essere esercitato probabilmente con discreta efficacia<br />

se nei questionari di gradimento, che debbono<br />

compi<strong>la</strong>re i fruitori dell’evento formativo al<strong>la</strong> sua conclusione,<br />

venisse esplicitamente richiesto di denunciare<br />

messaggi <strong>in</strong> qualsivoglia modo collegabili a <strong>in</strong>teressi<br />

privati.<br />

Di efficacia molto dubbia appare <strong>in</strong>vece l’<strong>in</strong>numerevole<br />

quantità di dichiarazioni personali di assenza di<br />

conflitto d’<strong>in</strong>teressi che l’attuale sistema ECM obbliga<br />

i docenti ECM ad autocertificare sul proprio onore e a<br />

firmare, per di più senza alcun controllo successivo<br />

reale; sarebbe forse un po’ più affidabile un sistema –<br />

come avviene <strong>in</strong> altri paesi – <strong>in</strong> cui i docenti ECM fosse<br />

richiesto di denunciare tutti i rapporti che potenzialmente<br />

potrebbero configurare conflitto d’<strong>in</strong>teressi, <strong>la</strong>sciando<br />

poi alle autorità di garanzia preposte <strong>la</strong> valutazione<br />

di quanto sia “<strong>in</strong>nocente” e di quanto <strong>in</strong>vece<br />

realizzi di fatto scopi illeciti; ovviamente l’efficacia del<br />

ANNO 2 - numero 0 | giugno 2008<br />

sistema dipende dal<strong>la</strong> qualità dell’autorità di garanzia:<br />

non si può pretendere che un provider i cui <strong>in</strong>teressi<br />

materiali sono co<strong>in</strong>volti nel<strong>la</strong> realizzazione dell’evento<br />

formativo sia partico<strong>la</strong>rmente severo nei confronti dei<br />

comportamenti etici e deontologici dei docenti da lui<br />

stesso scelti.<br />

b) Interessi dei provider e/o dei promotori di formazione<br />

pubblici e privati. È questo il punctum dolens, attorno<br />

al quale cont<strong>in</strong>uano a girare normative per lo più <strong>in</strong>efficienti;<br />

bisogna realisticamente ammettere che <strong>la</strong> formazione<br />

costa e che le risor-se pubbliche sono probabilmente<br />

<strong>in</strong>sufficienti (anche se il drastico ridimensionamento<br />

quantitativo di un’offerta più attenta al<strong>la</strong><br />

qualità, ridurrebbe con buona probabilità costi promozionali,<br />

<strong>in</strong>utili ai f<strong>in</strong>i formativi); d’altra parte bisogna altrettanto<br />

realisticamente prendere atto che chi esborsa<br />

denaro aspira legittimamente a trarne un profitto che,<br />

<strong>in</strong> un contesto di mercato, co<strong>in</strong>cide con <strong>la</strong> promozione<br />

commerciale dei propri prodotti o almeno del<strong>la</strong> propria<br />

immag<strong>in</strong>e d’impresa.<br />

Le norme esistenti sono spesso vaghe, talvolta s<strong>in</strong>go<strong>la</strong>ri<br />

e addirittura contraddittorie; si pensi per esempio<br />

all’accreditamento ECM degli eventi autorizzati dall’AIFA<br />

<strong>in</strong> base al<strong>la</strong> legge 326/2003 e per i quali le imprese<br />

farmaceutiche che li sponsorizzano ottengono<br />

benefici fiscali oltre che promozionali: rientra dal<strong>la</strong> f<strong>in</strong>estra<br />

ciò che si è tentato di cacciare dal<strong>la</strong> porta… E<br />

allora come uscirne senza pregiudicare l’eticità e l’efficacia<br />

formativa del sistema? Anche <strong>in</strong> questo caso<br />

al posto di divieti totali e assoluti ma generici, dest<strong>in</strong>ati<br />

a essere aggirati o elusi proprio perché troppo rigidi,<br />

risulterebbero forse più efficaci normative rigorose<br />

ma flessibili: per esempio <strong>la</strong> liceità del f<strong>in</strong>anziamento<br />

pubblico una tantum (per esempio annuale) dei<br />

provider sia pubblici che privati da parte di sponsor,<br />

siano essi pure pubblici o privati; f<strong>in</strong>anziamento esplicitamente<br />

f<strong>in</strong>alizzato al<strong>la</strong> organizzazione di attività ECM<br />

e collocato <strong>in</strong> un apposito fondo, reso pubblico nel suo<br />

complesso ma non collegato a s<strong>in</strong>goli eventi formativi<br />

def<strong>in</strong>iti; il profitto d’immag<strong>in</strong>e per queste sponsorizzazioni<br />

munifiche deriverebbe dal rendere pubblici i nomi<br />

degli sponsor <strong>in</strong> una sorta di “albo d’oro dei benefattori”<br />

che ogni provider e/o fornitore di formazione sia<br />

tenuto a diffondere periodicamente (per es. una volta<br />

all’anno) sui mass media.<br />

Certamente questo approccio è commercialmente<br />

meno redditizio nel breve periodo del<strong>la</strong> pressione che<br />

può essere esercitata, evento per evento, per promuovere<br />

di volta <strong>in</strong> volte l’uno o l’altro dei propri prodotti;<br />

<strong>in</strong> compenso è un approccio che potrebbe <strong>in</strong> qualche<br />

misura far recuperare un po’ più di credibilità etica a<br />

imprese – spesso anche mult<strong>in</strong>azionali – che negli ultimi<br />

anni hanno acquisito una fama non <strong>in</strong>vidiabile<br />

presso l’op<strong>in</strong>ione pubblica non meno che presso gli<br />

addetti ai <strong>la</strong>vori. Inf<strong>in</strong>e, sarebbe opportuno che una<br />

parte def<strong>in</strong>ita dei fondi sia pubblici sia privati venisse<br />

accantonata per aiutare le aree professionali che<br />

hanno maggiori difficoltà ad accedere all’ECM e per<br />

supportare gli eventi “importanti, ma orfani”. Anche<br />

una decisione di questo genere avrebbe il merito di<br />

sottol<strong>in</strong>eare <strong>la</strong> valenza sociale – si badi: non assistenzialista,ma<br />

nemmeno privatistica – dell’Educazione<br />

Cont<strong>in</strong>ua <strong>in</strong> Medic<strong>in</strong>a.<br />

<strong>rivista</strong> di EMERGENZA E URGENZA PEDIATRICA | 47

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