impianti farmaci antiblastici verniciatura liquidi infiammabili
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PROCESSI E SISTEMI•VERNICIATURA DI SUPERFICI<br />
5 Figura 3 – Cabina combinata con camera di essiccazione<br />
reazioni chimiche tra i diversi tipi<br />
di prodotti vernicianti <strong>liquidi</strong>;<br />
l apparecchiature elettrostatiche,<br />
dispositivi azionati in modo scorretto<br />
o anomalie di funzionamento<br />
del sistema di comando che provocano<br />
un arco elettrico tra i pezzi<br />
da verniciare e le parti del macchinario<br />
ad alta tensione. Di conseguenza,<br />
gli archi elettrici possono<br />
provocare l’accensione delle nebulizzazioni<br />
di vernice; questo potrebbe<br />
avvenire in particolare nell’installazione<br />
che utilizza robot o<br />
macchine automatizzate;<br />
l dispositivi di riscaldamento capaci<br />
di generare l’accensione dei solventi.<br />
Invece, può esservi pericolo di esplosione<br />
quando la concentrazione delle<br />
sostanze <strong>infiammabili</strong> nell’aria<br />
supera il limite inferiore di esplosione<br />
(LEL – Lower Explosion Limit) e se<br />
sia presente un’effettiva sorgente di<br />
accensione quale, per esempio, una<br />
superficie molto calda, scintille di<br />
origine meccanica generate, per<br />
esempio, da ventole o da trasportatori,<br />
scintille di natura elettrica,<br />
scariche elettrostatiche ecc.<br />
Quindi, i principali solventi volatili<br />
utilizzati nelle cabine di verniciatu-<br />
lavoro sicuro<br />
ra possono determinare rischio di incendio<br />
e/o di esplosione. I tradizionali<br />
solventi utilizzati sono il toluene<br />
e gli xileni, soli o in miscela; a<br />
questi devono essere aggiunti<br />
l’1-butanolo e altri composti che si<br />
incontrano meno frequentemente<br />
ma che sono utilizzati, tuttavia, nella<br />
pratica industriale quali il 2-butossietanolo,<br />
l’estere etilico dell’acido<br />
acetico, lo stesso acido acetico,<br />
il<br />
4-idrossi-4-metilpentan-2-one ecc.<br />
I parametri indicativi della pericolosità<br />
di questi composti, ai fini dell’incendio<br />
e/o dell’esplosione, sono<br />
sostanzialmente:<br />
l il punto di <strong>infiammabili</strong>tà, temperatura<br />
alla quale un liquido<br />
emette vapori in quantità tale da<br />
formare con l’aria una miscela capace<br />
di bruciare se viene a contatto<br />
con una fiamma; è una caratteristica<br />
peculiare dei <strong>liquidi</strong> <strong>infiammabili</strong><br />
sulla base della quale sono<br />
classificati;<br />
l la temperatura di autoaccensione,<br />
è la più bassa temperatura alla<br />
quale la sostanza in esame, miscelata<br />
con l’aria, si infiamma alle<br />
condizioni definite nel metodo di<br />
prova. L’auto<strong>infiammabili</strong>tà dei<br />
gas e dei vapori è determinata utilizzando<br />
l’apparecchiatura descritta<br />
nella IEC-79-4;<br />
l l’intervallo di <strong>infiammabili</strong>tà è<br />
l’intervallo di concentrazione compreso<br />
fra il limite minimo e il limite<br />
massimo di esplosione. I limiti minimo<br />
e massimo di esplosione sono<br />
quei limiti di concentrazione del<br />
gas infiammabile, in miscela con<br />
l’aria, ai quali non si verifica la propagazione<br />
della fiamma. Il limite<br />
inferiore è particolarmente significativo<br />
ed è indicato anche come<br />
LEL. Nella tabella 1 si riportano<br />
questi valori per i più comuni solventi<br />
utilizzati.<br />
Per le miscele, il calcolo del LEL si<br />
può effettuare tramite la legge di Le<br />
Chatelier<br />
LEL mix = 1/<br />
dove:<br />
LEL mix = limite inferiore di esplodibilità<br />
della miscela espresso in %<br />
volume;<br />
LEL i = limite inferiore di esplodibilità<br />
del componente infiammabile iesimo<br />
espresso in % volume;<br />
y i = frazione molare o volumica del<br />
componente i-esimo;<br />
Per generare un’esplosione da gas o<br />
da vapori, occorre che siano soddisfatte<br />
tutte le seguenti condizioni:<br />
1. la sostanza è infiammabile;<br />
2. la sostanza ha un giusto grado di<br />
dispersione;<br />
3. la concentrazione della sostanza<br />
in aria è compresa tra il limite inferiore<br />
di esplodibilità (LEL) e il limite<br />
superiore di esplodibilità (UEL);<br />
4. l’atmosfera esplosiva è significativa<br />
e supportata da comburente<br />
(per esempio, l’ossigeno dell’aria);<br />
5. è presente una sorgente di innesco,<br />
con energia minima di innesco<br />
sufficiente.<br />
Se una sola delle condizioni da 1 a 4<br />
dovesse mancare, nell’ambiente<br />
considerato non si possono formare<br />
atmosfere esplosive pericolose.<br />
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