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Ndrangheta a Lecco_#7E45 - Trasparente

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OPERAZIONE DELLA QUESTURA DI LECCO CHE SI È ESTESA ALLE PROVINCE DI MILANO,<br />

BERGAMO, COMO, VARESE, LODI E CREMONA<br />

Scoperti tre clan della droga, 35 arresti<br />

In carcere anche il figlio di un boss condannato all' ergastolo. I gruppi si erano divisi il<br />

«mercato» lombardo<br />

LECCO - Tre diversi clan della malavita organizzata sgominati, 35 persone arrestate, altre<br />

cinque con obbligo di dimora, 150 agenti coinvolti in una operazione che ha interessato,<br />

oltre a <strong>Lecco</strong>, le province di Milano, Bergamo, Como, Varese, Lodi e Cremona. Infine<br />

confiscati beni per un valore vicino al milione di euro. È il bilancio dell'operazione<br />

antidroga denominata «Mala avis» («Uccello del malaugurio») condotta dalla Questura di<br />

<strong>Lecco</strong>. Un' operazione così imponente a <strong>Lecco</strong> non si ricordava dall' ottobre ' 93, quando<br />

finirono in carcere i boss della ' ndrangheta, tra cui Franco Coco Trovato, poi condannato<br />

all'ergastolo. In quell'occasione furono confiscati beni per 28 miliardi delle vecchie lire.<br />

«Ora - sostiene il questore di <strong>Lecco</strong> Matteo Turillo - abbiamo tagliato alcuni rami di quella<br />

pianta che stava di nuovo germogliando su <strong>Lecco</strong> e sulla Lombardia». Tra i nomi delle<br />

persone arrestate la scorsa notte spicca quello di Emiliano Trovato, 32 anni, figlio del boss<br />

già condannato all' ergastolo. L' operazione era iniziata nel luglio 2002 con l' arresto per<br />

rapina di Angelo Musolino. Durante una perquisizione nella sua abitazione gli agenti della<br />

polizia di <strong>Lecco</strong> trovarono 38 grammi di cocaina e un libretto al portatore con i nomi di<br />

Silvia Maria Vita, Gianluca Falbo e Flavio Falvo. Il 25 ottobre dello scorso anno fu arrestata<br />

Maria Silvia Vita, ritenuta la responsabile della gang che spacciava eroina nel capoluogo.<br />

Le indagini, coordinate dal sostituto procuratore Luca Masini e condotte dalla Squadra<br />

mobile di <strong>Lecco</strong>, portarono a scoprire «cartelli» che importavano ingenti quantità di<br />

sostanze stupefacenti. Il primo gruppo, con a capo Silvia Maria Vita, era dedito allo spaccio<br />

a <strong>Lecco</strong>, il secondo, riconducibile a Luigi Alcamo ed Emiliano Trovato, rispettivamente<br />

cognato e figlio di Franco Coco Trovato, operava in provincia di <strong>Lecco</strong>, nell' hinterland<br />

milanese e nella Brianza comasca, spacciando cocaina. Il terzo era gestito da<br />

extracomunitari di origine maghrebina e aveva come capo Hamid Tir. «I tre gruppi -<br />

spiega Fabio Mondora, capo della Squadra mobile lecchese - erano ben distinti, operavano<br />

su piazze diverse e soltanto quando veniva meno il rifornimento dall'estero i capi si<br />

parlavano chiedendo un aiuto e quindi l' approvvigionamento». La droga proveniva dall'<br />

estero: la cocaina partiva da Amsterdam e il viaggio seguiva tappe in Germania, Svizzera,<br />

Italia. Il secondo riferimento era il Maghreb, poi la rotta Spagna, Francia e Italia. Lo<br />

smistamento avveniva a Verona, Bergamo, Milano e <strong>Lecco</strong>. I luoghi di spaccio nel<br />

capoluogo e nella provincia lecchese erano locali pubblici, zone di ritrovo dei giovani e, nel<br />

caso degli extracomunitari, la macelleria islamica di Rovagnate, nella Brianza lecchese.<br />

«Non abbiamo riscontrato alcun caso di spaccio davanti alle scuole», precisa il questore<br />

Matteo Turillo. La conclusione delle indagini è avvenuta fra lunedì e martedì: il gip di<br />

<strong>Lecco</strong> Davide De Giorgio ha firmato le ordinanze di custodia cautelare. In carcere così sono<br />

finite 28 persone, 7 agli arresti domiciliari e 5 con obbligo di dimora. La maggior parte<br />

risiede o è domiciliata in provincia di <strong>Lecco</strong>, tre invece a Bergamo, uno a Milano e uno a<br />

Como. Durante l' operazione la polizia ha sequestrato un chilo di cocaina, 393 mila euro,<br />

provento dello spaccio, e ha inoltre confiscato un bar sul Lungolago di <strong>Lecco</strong> e quattro auto<br />

di lusso. «Con quest' operazione - conclude il questore di <strong>Lecco</strong>, Turillo - pensiamo di aver<br />

arginato il fenomeno dello spaccio a <strong>Lecco</strong> e dintorni». Il tutto era cominciato con una<br />

battuta nel corso di una perquisizione: «Di solito porto fortuna». Ma quella frase, a detta<br />

degli stessi inquirenti, non è mai stata così sciagurata. Da qui anche il nome dell'<br />

operazione, «Mala avis», ossia «Uccello del malaugurio».<br />

Angelo Panzeri, 16 ottobre 2003, Il Corriere della Sera<br />

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