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Ndrangheta a Lecco_#7E45 - Trasparente

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Droga, le gang davanti al giudice<br />

LECCO — Tutti hanno ammesso le proprie colpe ed ora attendono la relativa condanna.<br />

Ha preso avvio ieri nell'aula principale del Tribunale di <strong>Lecco</strong>, davanti al giudice Maria<br />

Cristina Sarli e al pm sostituto prcuratore della Repubblica Luca Masini il maxi-processo<br />

legato all'inchiesta della polizia di <strong>Lecco</strong>, conclusa lo scorso ottobre, denominata "Mala<br />

Avis" che, tradotto dal latino, significa uccello del malaugurio, malasorte. Denominazione<br />

esatta perchè appunto dal punto di vista degli accusati è stata la mala sorte a "inguaiare"<br />

44 persone, tutte secondo le accuse dedite alla redditizia attività di spaccio di sostanze<br />

stupefacenti. Si tratta di personaggi tutti della micro e macro criminalità legati in una sorte<br />

di associazione, al fine appunto di spacciare droga nei confronti della benestante e<br />

danarosa borghesia cittadina e del territorio. Dopo mesi di indagini, pedinamenti,<br />

intercettazioni telefoniche da parte della Squadra Mobile, con a capo il dottor<br />

Fabio Mondora la conclusione dell'inchiesta nei mesi scorsi culminata ora con i<br />

procedimenti penali nei confronti degli accusati. Tutti, a parte quattro latitanti marocchini,<br />

si sono detti colpevoli del reato di cui sono accusati. Se 14 hanno chiesto il rito abbreviato,<br />

26 invece sono quelli che si rivolgono al giudice chiedendo il patteggiamento per avere un<br />

maggior sconto sulla pena. Per arrivare al totale di 44, appunto, mancano i quattro<br />

marocchini latitanti. Martedì prossimo l'inizio della seconda udienza con i procedimenti<br />

legati al rito abbreviato. Mai come ieri il Tribunale del capoluogo e’ stato così affollato di<br />

persone. Nella prima udienza, che si è tenuta a porte chiuse, protagonisti sono stati<br />

mamme, mogli, figli, parenti, in particolare dei marocchini e albanesi accusati, intervenuti<br />

a salutare i propri cari implicati nel procedimento penale.<br />

Ma in aula erano naturalmente presenti anche parenti delle persone lecchesi che secondo<br />

l’accusa sono legate all'associazione.<br />

Fra questi i parenti del trentaquattrenne Francesco Mazzei che, condannato per un<br />

identico reato solo poche ore prima, deve adesso rispondere dei collegamenti con<br />

l'associazione e in particolar modo con Emiliano Trovato 32 anni, pure lui lecchese.<br />

Infatti nelle intercetazioni telefoniche spesse volte viene fatto il suo nome.<br />

Ma oltre al dibattimento legato all'inchiesta "Mala Avis" da segnalare nella prima udienza<br />

la presa di posizione dell'avvocato Marilena Guglielmana che ha preso le difese del<br />

ventisettenne Marco Wiliam Venneri, originario di Trapani ma residente nel lecchese.<br />

A quest'ultimo venne estorta , secondo la sua valutazione, l'auto Bmw da un altro<br />

personaggio legato all'inchiesta, Giuseppe Falbo.<br />

Quest'ultimo reclamava nei confronti del Venneri un credito dovuto alla cessione di<br />

stupefacenti per 3.000 euro. Come detto da martedì prossimo o sino al giorno 20 quando<br />

saranno emesse le sentenze, il palazzo di Giustizia vivrà uno dei suoi momenti più<br />

importanti.<br />

L'inizio lo si è visto già ieri quando ad apertura della sala l'aula era divisa i quattro settori<br />

con i colori rosso, azzurro, viola, verde e giallo (questo riservato alla gabbia dove si<br />

trovavano i pricipali<br />

protagonisti dell'associazione) dove gli accusati avevano preso posto.<br />

Tutti comunque rischiano pesanti pene anche per oltre sei anni.<br />

La prima udienza è iniziata alle 9,45 e si è conclusa attorno alle 14. Solo a quell’ora si è<br />

svuotata progressivamente la vicina Piazza Affari, sul retro del tribunale, che per tutta la<br />

mattinata è stata presidiata dai furgoni e dai veicoli delle forze dell’ordine.<br />

Nel giro di una manciata di minuti i furgoni cellulari della Polizia Penitenziaria sono<br />

ripartiti, riportando nelle carceri di provenienza tutti gli arrestati in stato di detenzione.<br />

Per gli aderenti all’ormai ex associazione, si continuerà, come detto, la prossima settimana.<br />

Gianni Riva, 11 luglio 2004, Il Giorno<br />

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