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Ndrangheta a Lecco_#7E45 - Trasparente

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<strong>Lecco</strong>: udienza rimandata a Milano il 29 novembre per gli<br />

imputati “Oversize”<br />

Come da previsione il maxi processo per l'operazione "Oversize" è stato rinviato al 29<br />

novembre prossimo nell'aula bunker del tribunale di Milano e i giudici lecchesi saranno<br />

così "costretti" alla trasferta nel capoluogo.<br />

Palazzo di giustizia di <strong>Lecco</strong> blindato e sotto massima sorveglianza, stamane, all'udienza di<br />

comparizione degli imputati che, ad attenderli, hanno trovato decine di famigliari. Sul<br />

piazzale antistante le scale d'ingresso, infatti, dalle 9 del mattino hanno iniziato a confluire<br />

le camionette, sei, della polizia penitenziaria con all'interno i detenuti ammanettati,<br />

scortati dalle guardie carcerarie. A vigilare che tutto procedesse in piena sicurezza diversi<br />

agenti, in borghese e in divisa, della polizia di Stato, della guardia di Finanza nonché<br />

carabinieri e polizia locale. Sul piazzale, pronta ad intervenire per eventuali malori, anche<br />

una squadra del pronto soccorso. Nell'aula numero tre al primo piano si sono radunati<br />

famigliari e amici degli imputati, in attesa di poterli incrociare e portare loro un saluto.<br />

Molte le madri e le mogli, in trepida attesa di vedere i propri congiunti. Dall'aula, per tutta<br />

la mattina, è stato un continuo via vai di forze dell'ordine, avvocati, giornalisti e la<br />

"macchina" è rimasta quasi paralizzata a seguito del trambusto. In aula nella cosiddetta<br />

"gabbia" gli imputati hanno atteso l'apertura delle porte per poi "lanciarsi" in saluti a voce<br />

e con la mano ai famigliari. Di fronte al tavolo del presidente Paolo Salvatore e dei giudici a<br />

latere Andrea Ausili e Massimiliano Magliacani, schierati una decina di agenti della polizia<br />

penitenziaria. La comunicazione del rinvio al 29 novembre al tribunale di Milano è durata<br />

una manciata di minuti e poi tutti fuori, nuovamente scortati, a bordo delle camionette<br />

diretti verso i rispettivi carceri.<br />

Come si ricorderà l'operazione "Oversize" era stata resa nota nel mese di dicembre 2006 ed<br />

aveva prodotto 600 pagine di ordinanze, oltre 200 capi di accusa, 37 arresti, 5 ricercati.<br />

Imponente il dispiegamento di forze dell'ordine 500 uomini fra Polizia di Stato di <strong>Lecco</strong>,<br />

Milano e Gico (Gruppo d'Investigazione sulla Criminalità Organizzata della Guardia di<br />

Finanza) che, in sei anni di indagine, avevano lavorato per scoprire l'asse della malavita<br />

organizzata fra Calabria, Lombardia e Svizzera. A presentare i risultati e i dettagli<br />

dell'operazione erano stati il questore dottor Vincenzo Ricciardi, il capo della squadra<br />

mobile Fabio Mondora, il capo di Gabinetto Angela Spada e il capo del settore prevenzione<br />

Andrea Maria Atanasio.<br />

Nel corso delle perquisizioni sono stati sequestrati 100mila euro in denaro contante,<br />

provento delle attività illecite nonché armi da guerra. Si era così scoperto che dopo gli<br />

arresti eccellenti del 1992, il clan dei Trovato era tornato ad essere attivo in particolare<br />

nelle province di <strong>Lecco</strong>, Milano, Como, Bergamo e Varese, creando uno strettissimo<br />

legame con la propria terra d'origine, la Calabria appunto. Per precise disposizioni la<br />

Lombardia era deputata ad essere la zona del riciclaggio di denaro e del transito di droga<br />

verso la Svizzera. Il clan criminale aveva messo in essere un impianto accuratissimo e<br />

dettagliato, studiato nei minimi particolari che aveva portato all'arricchimento<br />

spropositato di moltissimi suoi componenti. Diciannove i lecchesi arrestati, residenti a<br />

<strong>Lecco</strong>, Calolziocorte, Galbiate, Mandello del Lario e Olgiate cui era stato contestato il reato<br />

di associazione a delinquere semplice e di stampo mafioso (art. 416 e 416 bis del codice<br />

penale).<br />

Merate On Line, 8 novembre 2008<br />

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