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Ndrangheta a Lecco_#7E45 - Trasparente

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<strong>Lecco</strong>: con l’operazione “Ferrus equi” la Finanza sgomina<br />

un clan di malavitosi dediti al traffico d’armi, estorsione,<br />

spaccio, usura,violenza. 25 persone denunciate, 18 arresti<br />

Una lunga e complessa indagine, non ancora conclusa, iniziata fra il 2004 e il 2005 dalla<br />

Guardia di Finanza di <strong>Lecco</strong> ha portato alla denuncia di 25 persone e all’arresto di 18<br />

soggetti. Diversi i capi di imputazione a carico dei coinvolti: si va dal traffico d’armi da<br />

sparo a quello di droga, dalla ricettazione di veicoli ed assegni all’estorsione a danno di<br />

imprenditori, passando per truffe, falsificazione di documenti, recupero violento dei<br />

crediti, usura, corruzione, favoreggiamento di latitanti, induzione in errore di pubblici<br />

ufficiali, danneggiamento a seguito di incendio, violenza privata e minacce di morte.<br />

A presentare i risultati di questa brillante operazione, già anticipata nei giorni scorsi e di<br />

cui si attendevano le convalide dei fermi e degli arresti, sono stati il colonnello Luigi Bettini<br />

e il capitano di Compagnia Gianluca De Filippo. Come dicevamo l’inchiesta ha preso avvio<br />

tre anni fa a seguito di reati compiuti relativi al traffico di armi, alla droga e all’usura. I<br />

finanzieri hanno così iniziato a scavare su possibili collegamenti con una compagine più<br />

ampia attiva in provincia in diversi campi della malavita che, con tutta probabilità, si<br />

spartiva il mercato dell’illecito con un altro noto clan.<br />

Tramite pedinamenti, intercettazioni telefoniche e ambientali, nonché escussione di testi i<br />

militari sono giunti a prove concrete e a risultanze investigative che hanno permesso al pm<br />

dr. Luca Masini di emettere i provvedimenti sopraccitati. A carico, poi, degli arrestati<br />

pende anche il reato di associazione a delinquere previsto dall’articolo 416 del codice<br />

penale.<br />

L’operazione denominata “Ferrus equi”, dal soprannome di uno dei protagonisti della<br />

vicenda (detto appunto faccia di cavallo) e da un ferro posizionato sul cofano di un’auto in<br />

maniera decisamente visibile, si è snodata attorno ai traffici della famiglia De Pasquale,<br />

residente in frazione Sala di Calolziocorte. I finanzieri, infatti, hanno tenuto d’occhio,<br />

anche dal cielo, per diverso tempo la cascina, collocata in una zona di campagna dove<br />

erano stati occultati diversi armamenti e dove si svolgevano diverse delle attività criminali.<br />

Al momento dei primi sopralluoghi, infatti, è stato necessario intervenire con delle ruspe<br />

per rimuovere sterpaglie, materiale di scarto, carcasse di elettrodomestici che facevano da<br />

contorno all’area e alle abitazioni, segno di un certo stato di degrado nonostante la<br />

disponibilità finanziaria del gruppo (derivante chiaramente dai traffici illeciti). Fra gli<br />

arrestati figura anche un ex finanziere, in congedo dal 2006, Pietro Sgroi che nella caserma<br />

lecchese fungeva da piantone. L’uomo, classe 1955, originario di Scalea, al momento agli<br />

arresti domiciliari a Cosenza, rimasto in contatto con alcuni dei soggetti<br />

dell’organizzazione, aveva il compito di passare loro le informazioni sugli spostamenti dei<br />

colleghi.<br />

E’ stata accertata inoltre la grande capacità dell’associazione di acquisire armi e munizioni,<br />

a volte anche dagli zingari in cambio di cocaina o hashish così come l’impiego di astuzie<br />

per sviare le indagini e il fiuto dei cani. Attorno alla cascina e nei “punti caldi” dove erano<br />

custodite le armi, i criminali avevano posizionato dei sacchetti con all’interno interiora di<br />

animali e rigurgiti umani. Gli arrestati sono detenuti nei carceri di Sondrio, Varese, Monza,<br />

Brescia e Bergamo.<br />

Merate On Line<br />

22 novembre 2007<br />

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