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Ndrangheta a Lecco_#7E45 - Trasparente

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Secondo gli investigatori le famiglie criminali stanno scalando molte aziende<br />

milanesi. Un' intercettazione: «Per le licenze abbiamo un amico in Provincia»<br />

«Tre discoteche gestite dalla ' ndrangheta»<br />

La direzione antimafia: Madison, Le Monde e Café Solaire acquistati con i profitti<br />

della droga<br />

Locali alla moda e imprese acquistati tra le province di Milano e <strong>Lecco</strong> per riciclare il<br />

denaro ottenuto dal traffico della droga e per spacciare stupefacenti tra i clienti. Un'<br />

inchiesta della Direzione distrettuale antimafia di Milano con 39 arresti (molti riguardano<br />

persone già detenute) che colpisce al cuore gli affari di una cosca guidata dal carcere da<br />

Franco Trovato, uno degli esponenti della ' ndrangheta arrestati nei primi anni ' 90 al<br />

tempo delle grandi inchieste (Wall Street, Count Down, Belgio 2) che sembravano avere<br />

azzerato nel Milanese la presenza dell' organizzazione mafiosa. Invece, attraverso «i<br />

sopravvissuti», come li definisce il gip Paolo Ielo nell'ordinanza di custodia cautelare, e le<br />

nuove leve arruolate, la ' ndrangheta ha ripreso la sua attività avendo cura di non farsi<br />

notare troppo, evitando di commettere reati che potessero allarmare l' opinione pubblica.<br />

Fino ad oggi. Dalle intercettazioni emerge anche il sospetto (che resta tale) di un tentativo<br />

di avvicinare qualche uomo politico dell'amministrazione provinciale di Milano per<br />

ottenere favori e un tentativo (senza tracce) di condizionare un giudice impegnato in un<br />

vecchio processo. Le lunghe indagini del Gico della Guardia di Finanza e della Squadra<br />

mobile hanno accertato che l' obiettivo dell'organizzazione era «la riconquista del controllo<br />

del territorio» attraverso una serie di reati che «hanno garantito - scrive il gip Ielo,<br />

accogliendo le richieste del pm Galileo Proietto - il finanziamento dell'associazione» grazie<br />

al traffico di droga, alle estorsioni e all'acquisto e alla gestione di locali come il Madison, il<br />

Le Monde e il Café Solaire, «usati per lo smercio» di droga. Conquista che non si è però<br />

perfezionata del tutto, tanto che il giudice ammette l' accusa di associazione per delinquere<br />

di tipo mafioso solo per vicende legate alla cosca fino al ' 92, come già stabilito nel processo<br />

Wall Street. L' inchiesta riguarda soggetti che, ha spiegato un investigatore, sono riusciti a<br />

«guadagnarsi una certa rispettabilità». Il riferimento è a Federico Pettinato, imprenditore<br />

di Galbiate (<strong>Lecco</strong>) attivo nel movimento terra, e a Vincenzo Falzetta, con interessi nel<br />

Madison, nel Café Solaire, nella discoteca Alcatraz, nel De Sade e nel Bio Solaire. Per<br />

sottolineare ulteriormente la pericolosità di questa cosca, il gip fa riferimento all'<br />

«intendimento» di inquinare anche le istituzioni pubbliche. Da un colloquio di due anni fa<br />

intercettato in carcere tra Mario e Giacomo Trovato, padre e figlio, detenuti eppure<br />

elementi di spicco dell'organizzazione, emerge che per risolvere i problemi legati al rinnovo<br />

della licenza del Café Solaire che si trova all'interno dell'Idroscalo l' organizzazione<br />

intendeva rivolgersi a persone amiche in Provincia tramite un altro detenuto (o un<br />

avvocato a lui legato) che di lì a poco sarebbe uscito dal carcere di Livorno. Mario Trovato,<br />

infatti, dice: «Mo' ce l' hanno in mano (la Provincia, ndr) la sinistra e noi probabilmente<br />

abbiamo la possibilità che ci sono persone, tramite uno che esce di qua»... «siccome lui è di<br />

sinistra, lui... allora gli ho parlato, gli ho detto vedi se c' è la possibilità, mi ha detto come<br />

no, fammi sapere»... «i nomi di questi qua che debbono rinnovare il contratto» perché «lui<br />

fa... tutte le settimane viene l' avvocato, viene il venerdì da Milano e quindi gli può portare<br />

l' ambasciata». Al ritorno sulla piazza dopo anni di carcere, gli uomini della ' ndrangheta<br />

non si sono scontrati (come ci si sarebbe aspettato) con le bande di albanesi che avevano<br />

occupato il loro posto nello spaccio. Nessuna guerra, ma un accordo d' affari. Droga, armi,<br />

ma anche un omicidio tra le accuse contestate agli uomini del clan gestito dal carcere da<br />

Franco Trovato. Si tratta dell'assassinio, avvenuto nel maggio del 2000, dell'ex pugile<br />

Francesco Durante che, secondo gli investigatori, sarebbe stato ammazzato da Giacomo<br />

Trovato, gestore di un ristorante a <strong>Lecco</strong> e nipote del boss Franco. Giacomo Trovato tre<br />

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