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Ndrangheta a Lecco_#7E45 - Trasparente

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Ferrus Equi<br />

Il 22 novembre 2007, a seguito di protratte e complesse indagini, la Guardia di<br />

Finanza denunciava 25 persone e ne arrestò 19. La cosca colpita era quella dei De<br />

Pasquale. Secondo l'accusa, i componenti della ndrina – strutturata ma satellite a<br />

quella dei Coco Trovato – si erano divisi scientemente i compiti e le zone<br />

d'influenza. Estorsioni, truffe, minacce, violenze, traffico di armi e di stupefacenti,<br />

rapine, falsificazione di documenti, corruzione, usura e favoreggiamento di latitanti.<br />

L'organizzazione mafiosa aveva come fulcro la leghistissima Calolziocorte;<br />

precisamente nella frazione di Sala. Anche qui l'anello di congiunzione<br />

fondamentale per la sussistenza mafiosa: la spia dal basco verde. Il finanziere talpa<br />

si chiamava Pietro Sgroi; congedato nel 2006 e punto di riferimento per la cosca. Le<br />

soffiate sui movimenti delle forze dell'ordine avevano favorito e facilitato i passi dei<br />

De Pasquale.<br />

Al vertice dell'organizzazione due dei sei fratelli coinvolti: Peppino ed Ernesto. Il<br />

primo, scarcerato grazie all'indulto, dettava gli ordini decisivi, il secondo – recidivo<br />

pure lui – era titolare del ristorante “Da Ernesto” sito a Monte Marenzo (presso<br />

Calolziocorte) e si faceva portare a spasso da suo fratello Bruno.<br />

Peppino e Ernesto (uno del '62 e di l'altro sei anni più giovane) erano affiancati da<br />

Cosimo, Salvatore, Bruno (l'autista) ed Angelina. Tutti fratelli. Coinvolti nella<br />

precisa ripartizione dei ruoli risultavano anche la figlia di Salvatore, Emanuela<br />

Francesca De Pasquale, 29enne, l'amante di Ernesto, Marie Azzolini di 61 anni e<br />

Rosa Federico, convivente di Peppino.<br />

Al momento della prima udienza del processo “Ferrus Equi”, aprile '08, nessuno<br />

degli imputati (circa una ventina) ricorrevano al patteggiamento della pena<br />

(riconoscimento di colpevolezza). Di questi 23, 8 andavano incontro al rito<br />

abbreviato: Emanuela Francesca, Rosa Federico, Moreno Giardina (1986), Antonio<br />

Domenico Carlomagno, Gaetano Messina, Pietro Sgroi (la talpa), Antonio Pisano e<br />

Angelo Giannone.<br />

Tutti condannati verso la fine dell'aprile del 2008 ad un totale poco più superiore a<br />

26 anni di carcere complessivi; di questi, Angelo Giannone si beccava 7 anni e 5<br />

mesi per aver estorto denaro ad un imprenditore del posto, Moreno Giardina<br />

(23enne) un anno per aver dato fuoco ad un'auto, Antonio Pisano, un altro<br />

estorsore, veniva condannato a 5 anni e 4 mesi, e la “talpa” Pietro Sgroi soltanto 8<br />

mesi.<br />

Gli altri 15, tra cui i fratelli De Pasquale, andavano incontro al lunghissimo rito<br />

ordinario di cui ancora non si conoscono gli esiti.<br />

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