Ndrangheta a Lecco_#7E45 - Trasparente
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‘<strong>Ndrangheta</strong>: operazione “Stangata”<br />
Due lecchesi doc arrestati per ‘<strong>Ndrangheta</strong> nell’assordante silenzio elettorale.<br />
Circola insistente anche il nome di un “noto notaio compiacente”.<br />
<strong>Lecco</strong> è sempre più una lavatrice “utile” per i capitali delle cosche.<br />
Giuseppe Pangallo ha 29 anni ed era già stato arrestato nel 2005 per traffico di droga.<br />
E’ genero di Rocco Papalia nonché cognato di Salvatore Barbaro, capo cosca di Corsico<br />
e Buccinasco. Pangallo (insieme ad altre sette persone) è recentemente finito in carcere<br />
(il 19 maggio) su richiesta del Pubblico Ministero Lucilla Tontodonati della Dda perché<br />
accusato di esser a capo di un clan mafioso dedito al riciclaggio di denaro proveniente<br />
da truffe reiterate ad istituti di credito.<br />
Qui di seguito, testualmente, il modo in cui si articolava la cosiddetta “truffa dei<br />
mutui”: “La truffa, nella ricostruzione della polizia, si articolava in questo modo: la<br />
banda trovava immobili di scarso valore nella zona di <strong>Lecco</strong> e con la complicità di<br />
almeno un perito otteneva da filiali di Unicredit mutui per l’acquisto ad un valore<br />
molto superiore al prezzo pagato. Dopo un primo rilevante finanziamento, fatto<br />
ottenere a soggetti presentati come clienti affidabili grazie a imprenditori compiacenti,<br />
che fornivano la falsa documentazione che ne attestava la solvibilità, seguivano diversi<br />
tentativi di conseguire ulteriori crediti per l’acquisto di beni mobili. L’associazione così<br />
si avvantaggiava di ingenti somme di danaro contante, che poi investiva riciclandole,<br />
mentre i prestanome ricevevano piccole ricompense. Dopo alcuni mesi le «teste di<br />
legno» che risultavano dipendenti di aziende facenti capo all’associazione, venivano<br />
licenziate, perdendo ufficialmente la loro fonte di reddito, in modo che al mutuo<br />
subentrasse l’assicurazione. Nel corso delle operazioni sono state sottoposte a<br />
sequestro preventivo tutte le quote sociali di due Srl riconducibili all’organizzazione<br />
criminale sgominata, nonché quattro immobili ubicati nel lecchese ed acquistati dagli<br />
indagati.”<br />
(dal Corriere della Sera)<br />
Il clan dei mutui, come detto legato a doppio filo con la cosca mafiosa dei Papalia-<br />
Barbaro attiva tra Buccinasco e Corsico, aveva a <strong>Lecco</strong> il suo “regista burocratico”<br />
(parole testuali del Gip Gaetano Brusa) e il perito fasullo (che sovrastimava i beni per<br />
l’elargizione del mutuo): Roberto Maroni, 39 anni e Andrea Melesi, 29 anni.<br />
Il primo è in carcere, il secondo si trova agli arresti domiciliari.<br />
L’operazione è stata chiamata “La stangata” ed ha già prodotto un terremoto politico<br />
nel consiglio comunale di Buccinasco.<br />
Infatti, il capogruppo del Popolo della Libertà in consiglio, Luigi Iocca, 34enne, si è<br />
autosospeso dopo una strenua difesa: “Ho conosciuto Pangallo perché frequenta la<br />
stessa palestra in cui mi alleno anche io. Non abbiamo alcun rapporto aldilà di una<br />
conoscenza superficiale. Non ho mai ricevuto pressioni o richieste particolari, né<br />
tantomeno sapevo che aveva avuto problemi con la giustizia. D’ altra parte, come<br />
politico di Buccinasco, conosco migliaia di persone alle quali non chiedo certo la fedina<br />
penale”. Il giorno dopo ha preferito autosospendersi.<br />
Tornando al lecchese: Roberto Maroni – soltanto omonimo del Ministro dell’Interno –<br />
residente a Primaluna (Lc), risulta titolare firmatario di Centrofin, sempre a<br />
Primaluna. Attività d’impresa: produttori, procacciatori ed altri intermediari delle<br />
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