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Ndrangheta a Lecco_#7E45 - Trasparente

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LECCO VIDEO E INTERCETTAZIONI TELEFONICHE HANNO BLOCCATO<br />

GLI AFFARI ILLECITI DELLA FAMIGLIA DE PASQUALE<br />

Era un finanziere la «talpa» dei clan<br />

Arrestati brigadiere e quattro «picciotti» usciti con l' indulto. Il compito del<br />

basco verde era passare informazioni riservate al capo di una famiglia<br />

malavitosa attiva nel Lecchese<br />

LECCO - Un finanziere affiliato al clan, un brigadiere che passava le<br />

informazioni alla cosca in cambio di favori. Era una «talpa» dentro il<br />

comando provinciale della Guardia di finanza di <strong>Lecco</strong>. Da due giorni è agli<br />

arresti domiciliari nella sua casa di Cosenza, quella comprata con i soldi del<br />

congedo. Il basco verde Pietro Sgroi, 55 anni, siciliano ma calabrese di<br />

adozione, in servizio per anni nella caserma di via Amendola ai piedi del<br />

Resegone, era legato agli uomini della cosca De Pasquale di Calolziocorte, nel<br />

Lecchese, una delle famiglie della ' ndrangheta, con forti ramificazioni in<br />

mezza Lombardia, dedita alla gestione del traffico di armi e cocaina, del<br />

racket delle estorsioni, dell' usura e delle truffe bancarie. La Finanza di <strong>Lecco</strong>,<br />

dopo due anni di indagini, ha sgominato il clan. Ieri il colonnello Luigi Bettini<br />

ha ricostruito i dettagli della maxi operazione «Ferrus equi», che ha portato a<br />

18 arresti, 25 denunce, il sequestro di 450mila euro, di 100 cambiali, di armi,<br />

munizioni e gioielli. L' inchiesta, partita dalle rivelazione di un pentito, è<br />

ancora in corso e, nei prossimi giorni, potrebbero esserci altri fermi. Fra gli<br />

arrestati compiuti l' altro giorno c' è anche quello del brigadiere Sgroi,<br />

pedinato dalla fine del 2005 fino al novembre 2006, quando è andato in<br />

pensione. All' inizio dell' indagine c' erano solo sospetti, poi a inchiodarlo ci<br />

sono stati i filmati e ore di intercettazioni telefoniche, proseguite anche dopo<br />

il suo congedo. Il finanziere incontrava, in un ristorante di Monte Marenzo,<br />

gli uomini del capo clan Peppino De Pasquale. Anche se era una figura di<br />

seconda piano nell' organizzazione criminale, Sgroi aveva il compito di<br />

passare informazioni e segnalazioni. Tutto quanto il boss ritenesse utile. Il<br />

brigadiere è accusato di favoreggiamento, di essere la testa di ponte della<br />

cosca dentro le forze dell' ordine. L' escalation criminale della famiglia De<br />

Pasquale è decollata nell' agosto 2006, quando con l' indulto quattro dei sette<br />

fratelli sono usciti dal carcere e hanno ripreso in mano direttamente le redini<br />

dell' organizzazione, siglando anzitutto un tacito accordo con i Coco Trovato,<br />

la storica famiglia della ' ndrangheta lecchese, spartendosi territorio e affari.<br />

Paolo Marelli<br />

23 novembre 2007, Il Corriere della Sera<br />

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