Programma Pastorale 2010 - Amalfi - Cava De' Tirreni

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14 VERSO LA META GENERALE DELL’ANNO 2010-2011 Il percorso fatto per elaborare la Meta (o Obiettivo) generale per il 2010- 11, si allinea abbastanza strettamente al percorso metodologico fatto per l’elaborazione della Meta Generale del triennio 2010-2013, infatti, i passi sono uguali, con la differenza che invece di pensare in termini di “triennio” si guarda a come attualizzare la Meta Triennale nell’anno specifico da programmare. E’ forse bene ricordare quale siano stati i passi del percorso sviluppato. Dopo la verifica di quanto fatto ed ottenuto nell’anno precedente (in questo caso quadriennio), si è riletto il Problema Fondamentale, elaborato all’inizio del progetto (vedi testo della Diagnosi), per ricordarci “da dove” siamo partiti, ossia da quale problema vogliamo uscire e per il quale abbiamo scelto un piano e in che misura la meta generale precedente è stata raggiunta. E’ stato quindi fatto un elenco di problemi emersi, in ordine al raggiungimento della meta (e non partendo dalle difficoltà o dai singoli pareri). Alla luce del confronto tra i primi due passi è stato riformulato il Problema Fondamentale ed infine elaborata la Meta Triennale. Ecco quindi che, analogamente, il risultato di questa metodologia ci ha portato ad elaborare anche la Meta (o Obiettivo) Generale per il 2010-2011, che viene espressa di seguito e sarà la guida per questo anno in tutte le azioni di pastorali che andranno a svilupparsi. Cosa vogliamo raggiungere…. LA GENTE DELLA NOSTRA DIOCESI VIENE SENSIBILIZZATA E FA ESPERIENZA DI UN PROCESSO EDUCATIVO AI VALORI DELLA SOLI- DARIETA’ E CONDIVISIONE. I DIVERSI CAMPI DELL’AZIONE PASTORALE NEI QUALI SI OPERA CONTRIBUISCONO A TALE SENSIBILIZZAZIONE CON INIZIATIVE ADATTE, NEL CONTESTO DEI LORO PROGRAMMI SPECIFICI, IN SI- NERGIA TRA LORO. IN PARTICOLARE GLI UFFICI DIOCESANI COMINCIANO IN MODO PIU’ SISTEMATICO AD ASSUMERE IL PIANO DIOCESANO E ARTICO- LANO, COME DI CONSUETO, I LORO PROGRAMMI SECONDO LA NA- TURA DI CIASCUN UFFICIO. L’ARCIDIOCESI INFINE CONTINUA NEL RAFFORZAMENTO DELLE STRUTTURE DI BASE GIA’ CREATE E NELLA FORMAZIONE DI QUEL- LE CHE NON ESISTONO ANCORA.
Alcuni chiarimenti sui termini dell’Obiettivo: Cosa intendono dire le seguenti affermazioni riportate nel testo: 1. Viene sensibilizzata: intendiamo: si sente interpellata, coinvolta, toccata, interessata, reagisce, percepisce, si accorge, riflette. 2. Fa esperienza: tali valori vanno sentiti, assaporati, provati, verificati, partecipati. 3. Un processo educativo alla solidarietà e condivisione: il valore della solidarietà e condivisione va recuperato e sviluppato, secondo la diagnosi sulla realtà diocesana, nella nostra cultura e nel nostro agire. 4. I diversi campi dell’azione pastorale: ogni settore pastorale si organizza in coerenza con le necessità interne ai propri cammini specifici e, allo stesso modo, trova le modalità adatte per esprimere al proprio livello il valore dell’anno, per evidenziare che il cammino diocesano deve procedere unitariamente ed organicamente, pur nelle specificità dei vari livelli. 5. Rafforzamento delle strutture di base: vengono consolidate e accompagnate le strutture per la comunicazione e la partecipazione che sono state già create, mentre si promuove la creazione di quelle che non esistono ancora o si integrano quelle in formazione. Ragioni che hanno giustificato la scelta di questo Obiettivo generale: 1. La realtà che viviamo Il primato dei criteri economici nella gestione della vita, l’indebolimento della dimensione interiore e la perdita del senso del bene comune sono diffusi anche nel nostro territorio mentre permane ancora la necessità di reagire alle forme di individualismo e campanilismo che il Piano ha cercato di affrontare nello scorso triennio. 2. L’ideale che vogliamo Come insegna S. Giovanni, Dio è amore. La carità diventa espressione autentica di umanità ed elemento fondamentale nelle relazioni umane. Si ama tanto più efficacemente il prossimo, quanto più ci si adopera per una società a misura dell’uomo, della sua dignità, della sua vocazione. La prospettiva trinitaria, modello del cristiano, invita a costruire la famiglia umana nella solidarietà e nella comunione. 3. La conversione che ci viene chiesta Occorre superare la chiusura egoistica in se stessi e la visione solo produttivistica e utilitaristica dell’esistenza riconoscendo che la gratuità è presente in molteplici forme nella vita e che tutti i processi naturali e umani, anche quelli di sviluppo economico e la stessa “salvezza”, sono basati sull’interdipendenza e sulla attuazione tangibile delle relazioni. 15
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