Programma Pastorale 2010 - Amalfi - Cava De' Tirreni

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Grafica ed impaginazione a cura dell’Ufficio Comunicazioni Sociali Stampa Tipolitografia Tirrena - Cava - Tel. 089.468555 Settembre 2010 Copertina: Buon Samaritano, foto attività e luoghi di solidarietà Retro: Beato Gerardo Sasso di Scala (Rodolfo Papa)
PRESENTAZIONE DELL’ARCIVESCOVO Nella felice coincidenza con il decimo anniversario del mio ingresso in questa Arcidiocesi di Amalfi-Cava de’ Tirreni, la Provvidenza mi concede di consegnare il Programma Pastorale 2010/2011 che segna l’avvio di un nuovo triennio di pianificazione pastorale. Esso viene significativamente contrassegnato da questo titolo: “Solidali come il Buon Samaritano… condividiamo la vita e i suoi doni” Si è in continuità con la precedente programmazione intitolata “Camminiamo insieme” che ci ha visto muovere i primi passi in un sinergico impegno pastorale teso a dare concretezza a un volto di Chiesa accogliente e quanto mai vicino alle attese e alle speranze della gente che incontra sui suoi passi e in sintonia con la felice intuizione del servo di Dio Giovanni Paolo II che indicava la rotta da intraprendere e mantenere con l’avvento del nuovo millennio: “fare della Chiesa la casa e la scuola della comunione: ecco la grande sfida che ci sta davanti nel millennio che inizia” (NMI, 43), unico espediente per “essere fedeli al disegno di Dio e rispondere anche alle attese profonde del mondo”. Ricordiamo le ragioni della scelta di un progetto pastorale La logica della continuità non sta tanto nell’aver adottato un progetto pastorale globale, organico e dinamico, poiché sappiamo bene che anche attraverso altre vie una Chiesa particolare può predisporre i passi del cammino di fede del proprio popolo. Tuttavia, la nostra scelta fin dall’inizio è stata motivata dalla convinzione che il rapido mutamento socioculturale della realtà italiana in genere e della nostra arcidiocesi in particolare, innescando un profondo mutamento anche nel tipo di sentimento religioso vissuto dalla nostra gente, esigeva una risposta che non poteva più essere fondata su scelte pastorali parziali, isolate e sconnesse fra loro, come in una pastorale “a compartimenti stagno” e che si rendeva urgente una prassi pastorale globalmente rinnovata ripensata fin dalle sue fondamenta nei suoi linguaggi, dei suoi stili e nei suoi metodi. 3
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