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ecomusei e sviluppo locale - Agenda 21 Est Ticino

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sono andati tutti in America!Dicono degli extracomunitari, ma li abbiamo fatti noi!”<br />

suggerisce Angelina. Emilia, la sorella maggiore racconta del suo lavoro nella<br />

filanda di Sedriano: “A dodici anni, finita la quinta elementare andai alla filanda di<br />

Sedriano, dove ho lavorato per circa un anno e mezzo, poi la nostra famiglia si trasferì<br />

da Corbetta a Magenta. In quella filanda lavoravo dieci o dodici ore ogni giorno e non ci<br />

stavo proprio bene! Per andare a lavorare in quella filanda partivamo il lunedì e<br />

tornavamo a casa il sabato: lì c'era un dormitorio e d' inverno ci stavamo quasi tutta la<br />

settimana, mentre d' estate con la bicicletta tornavo a casa. Quando sapevo di dover<br />

tornare al lavoro, raggiunto il campanile di Sedriano, da cui si vedeva la filanda, mi<br />

veniva sempre un mal di pancia fortissimo! Un giorno hanno distrutto la filanda, una<br />

delle costruzioni più belle di Sedriano e al suo posto hanno costruito un’azienda che<br />

produceva cotone, mentre adesso hanno costruito un parco davanti al condominio dove<br />

c’era la filanda”. Oggi di quella filanda rimane solo la via, via della Filanda,<br />

appunto. “Noi, a casa, avevamo la marneta, cioè la madia, una credenza dove si usava<br />

impastare il pane fatto in casa e poi si andava nel forno comune a cuocere il pane.<br />

Ognuno faceva sulla sua pasta un segno diverso, una croce o due, per assicurarsi<br />

prendere la pagnotta giusta” il pane lo faceva sempre Angelina, la più giovane.<br />

“Quel l' era un pan pessimo: tutte le altre regioni mangiavano un pane migliore del<br />

nostro” dice Emilio ridendo e Angelina replica “quelli erano prodotti sani della<br />

nostra terra, le facevi bon no il pan?”. Il magentino era una zona ricca di risaie, una<br />

terra umida che non permetteva la coltivazione del buon grano. “In tutte le<br />

regioni che ho visitato il pane era molto più buono” sostiene Emilio. Angelina ha<br />

bene in mente le sue abitudini di bambina: “ Mi piacevano i biscotti e ricordo che<br />

già da bambina ero golosissima e andavo a rubare lo zucchero dal ripostiglio e poi lo<br />

mischiavo al surrogato di caffè”. Le loro memorie si legano a sensazioni, al ricordo<br />

di percezioni e sensi quali soprattutto il gusto e l' odorato. “Nella nostra famiglia<br />

non c' erano artigiani, che solitamente si tramandavano il mestiere, noi eravamo tutti<br />

contadini, ma non avevamo grandi pezzi di terra, non eravamo fittavoli e i soldi che<br />

nostro padre doveva investire per la terra li abbiamo persi con la crisi (del ventinove)” il<br />

signor Emilio è stato in Austria per qualche tempo quand' era poco più che<br />

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